
Pierre Goursat
(1914 - 1991)
Fedele Laico; fin dal momento della sua conversione, avvenuta all’età di 19 anni, visse le virtù cristiane con grande ardore, dimostrando forza e coraggio nelle diverse prove e difficoltà della vita. Manifestò sempre un grande amore per la Chiesa e una fedeltà incondizionata al suo Magistero
Il Venerabile Servo di Dio Pierre Goursat nacque a Parigi il 15 agosto 1914 e trascorse l’infanzia e la prima adolescenza in un contesto familiare reso difficile dal temperamento del padre, affetto da turbe psichiche, che nel 1923 lasciò la moglie, abbandonando la famiglia. Tre anni dopo perse il fratello minore, Bernard, di dieci anni, e continuò a vivere insieme alla madre che gestiva una pensione in un quartiere centrale di Parigi. Nel 1933, durante il periodo trascorso in sanatorio dopo aver contratto la tubercolosi, intraprese un cammino di conversione che lo portò alla fede e alimentò in lui un profondo amore per la Chiesa. Dopo la morte della madre, continuò a gestire la pensione di famiglia, nonostante avesse una salute molto precaria. Nel 1943 conobbe l’Arcivescovo di Parigi, il Cardinale Emmanuel Suhard, che ebbe un ruolo determinante nella sua maturazione cristiana, accompagnandolo nel discernimento della sua vocazione di laico consacrato e ricevendo, nel 1943, il suo voto di castità. L’attività del Venerabile Servo di Dio divenne particolarmente intensa nell’ambiente culturale francese. In quegli anni collaborò alla Missione di Francia e a quella di Parigi e, consapevole dell’importanza dei media nel campo dell’evangelizzazione, accettò di divenire Segretario generale dell’Office Catholique Français du Cinéma. Intanto, riavvicinatosi al padre disagiato psichico, sviluppò un crescente interesse per i poveri e le persone in difficoltà fisiche e mentali, interessandosi soprattutto ai giovani minacciati dalla droga e dalla delinquenza, tanto da accogliere alcuni di essi nella casa-barcone chiamata Péniche da lui acquistata con questo scopo e tenuta ormeggiata sulle rive della Senna. Nel 1971 avvenne un’esperienza decisiva nella sua vita che, nel corso di un ritiro spirituale, ricevette una “effusione dello Spirito Santo”. Dopo questo evento, insieme a Martine Laffitte, avviò un gruppo di preghiera che in un anno raggiunse i 500 partecipanti. Nel 1973 nella città di Parigi si erano rapidamente moltiplicati questi gruppi di preghiera che il egli chiamò “Emmanuele”, organizzando per essi sessioni di formazione nel Santuario del Sacro Cuore di Gesù di Paray-le-Monial. Il Vescovo del luogo affidò la cura di questo Santuario alla Comunità Emmanuele che lo ha fatto diventare un importante centro di spiritualità. Nel 1978 tornò a vivere sulla casa-barcone diventata una specie di “sede” della sua comunità, la quale continuava a crescere e rapidamente espandersi in molte nazioni (attualmente è presente in 70 paesi dei diversi continenti). Dopo un infarto subito nell’estate del 1985, decise di ritirarsi dal governo della Comunità trascorrendo l’ultima parte della sua vita nel nascondimento e nella preghiera in un atteggiamento di fiducioso abbandono a Dio. Morì sulla Péniche il 25 marzo 1991 e i suoi funerali furono celebrati due giorni dopo, Giovedì Santo, dall’Arcivescovo di Parigi, il Cardinale Jean-Marie Lustiger, nella Chiesa della Santissima Trinità, che era stata affidata alle cure della Comunità dell’Emmanuele.
Il Venerabile Servo di Dio, fin dal momento della sua conversione, avvenuta nel 1933 all’età di 19 anni, visse da laico le virtù cristiane con grande ardore, dimostrando forza e coraggio nelle diverse prove e difficoltà della vita. Egli manifestò sempre un grande amore per la Chiesa e una fedeltà incondizionata al suo Magistero. Fu animato da una fervida devozione alla Madonna e al Sacro Cuore di Gesù, che definiva “fornace ardente di carità”, e pertanto si adoperò per dare nuova vitalità al Santuario di Paray-le-Monial. Dall’amore per Dio traeva origine il suo amore verso il prossimo: Pierre Goursat esercitò costantemente la carità nei confronti dei bisognosi, dei poveri e dei disagiati, da lui considerati “feriti dalla vita”, come suo padre, che cercò di aiutare anche nel suo cammino di riconciliazione con Dio, in quanto, dalla carità verso il prossimo scaturiva il suo zelo per la salvezza delle anime.
Svolse il suo ruolo di responsabile della Comunità da lui fondata in maniera umile e discreta, senza mai mettersi al centro dell’attenzione ed anzi rifuggendo la notorietà, la visibilità, i privilegi e i vantaggi personali. Anche il suo rapporto con la gerarchia ecclesiastica fu improntato a una fedele collaborazione vissuta in maniera nascosta, senza clamori e pubblicità. I suoi rapporti con gli altri membri della comunità e con coloro che lo avvicinavano erano sempre improntate alla trasparenza e alla sobrietà. Visse la povertà in grado eroico, non possedendo nulla e donando ai bisognosi tutto quello che aveva. La sua morte suscitò un grande slancio di preghiera e di fervore spirituale e molte persone continuano a visitare la sua tomba, a Paray-le-Monial, affidandogli le proprie intenzioni di preghiera.
L’Inchiesta diocesana si è svolta nella Diocesi di Parigi dal 7 gennaio 2010 al 19 dicembre 2015.
Validità giuridica dell’Inchiesta Diocesana: 2 giugno 2017.
Congresso Peculiare dei Consultori Teologi: 14 giugno 2022.
Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi: 3 dicembre 2024.