Causa in corso
Pio Dellepiane
- Venerabile Servo di Dio -

Pio Dellepiane

(1904 - 1976)

Venerabilità:

- 19 maggio 2018

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Minimi, il suo amore per il prossimo si caratterizzò per la “mancanza di calcolo”, in quanto si donava senza riserve, togliendo a sé tempo, denaro, vestiario e cibo, per donare a chi era in necessità

  • Biografia
Per la sua capacità di consiglio, di discernimento spirituale e di dolcezza nel tratto, molti fedeli, sacerdoti e religiosi accorrevano numerosi al suo confessionale

 

    Il Venerabile Servo di Dio Pio Dellepiane nacque a Genova (Italia) il 4 gennaio 1904. Dopo gli studi primari e secondari, nel 1924 entrò nell’Ordine dei Minimi presso la comunità del “Santuario dei Marinai”, Basilica di S. Francesco da Paola. Il 1° novembre 1926 emise la professione religiosa temporanea. Dopo aver compiuto gli studi ecclesiastici all’interno del Santuario di Genova e presso la Congregazione della Missione, il 26 dicembre 1929 emise la Professione solenne e, il 14 giugno 1930, fu ordinato sacerdote.

    Nel 1931 fu inviato a Rimini al Santuario di S. Antonio di Padova come Maestro dei probandi. Oltre che alla formazione si dedicava alle confessioni e alla direzione spirituale. Nel 1933 venne trasferito a Roma, a S. Andrea delle Fratte, dove si dedicò soprattutto alla cura dei poveri e dei sofferenti. Nel 1946 incontrò San Pio da Pietrelcina che influenzò sia la sua vita che la sua spiritualità. Al suo apostolato aggiunse la cura spirituale dei “Gruppi di preghiera di P. Pio” e l’apostolato di consacrazione delle famiglie ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

    Negli anni 1948-1957, fu inviato nelle comunità di Rimini, Montefiore Conca, Roma e Massalubrense, dove si dedicò soprattutto al sacramento della riconciliazione. Dal 1957 al 1970 fu inviato nuovamente a Rimini, da dove estese il suo influsso spirituale a Bologna, Ravenna, Forlì e altri luoghi interni e sulla costa fino al Veneto. Qui operò anche come questuante per la ricostruzione della chiesa e del convento di S. Antonio.

    Nel 1970 rientrò a Roma, presso “Santa Maria della Luce in Trastevere”, come Superiore di Comunità.

    Nel 1974 ebbe un collasso fisico che lo portò in ospedale, case di cura e a casa della sorella e del cognato, dove morì il 12 dicembre 1976, assistito anche dal suo Superiore Generale.

    Incarnò la spiritualità tipica dell’Ordine dei Minimi, centrata sulla contemplazione del Mistero di Dio e sulla devozione eucaristica e mariana. La sua vita di intensa preghiera lo condusse ad una particolare unione con il Signore.

    Per la sua capacità di consiglio, di discernimento spirituale e di dolcezza nel tratto, molti fedeli, sacerdoti e religiosi accorrevano numerosi al suo confessionale. San Pio da Pietrelcina nutriva grande fiducia in lui, tanto da affidargli la guida spirituale di molte anime. Pur non godendo di buona salute, condusse una vita itinerante che lo portò a spostarsi da un convento all’altro dell’Ordine per svolgere incarichi di formazione, catechesi e direzione spirituale.

    Sacerdote zelante, umile e gioioso, affrontò le prove senza lamentarsi; anzi, nelle difficoltà intensificava l’orazione. In occasione del bombardamento di Roma, durante il secondo conflitto mondiale, fu tra i primi ad intervenire per portare soccorso, nonostante i problemi di salute.

    Dai suoi atti traspariva una fede semplice, connaturale, incarnata nella sua esistenza. Visse in autentica povertà, totalmente affidato a Dio tanto nella quotidianità quanto per il futuro. Abbracciò la rigida Regola dei Minimi, nonostante la sua fragilità di salute. Il suo amore per il prossimo si caratterizzò per la “mancanza di calcolo”, in quanto si donava senza riserve, togliendo a sé tempo, denaro, vestiario e cibo, per donare a chi era in necessità. La sua prima disponibilità fu comunque nell’esercizio incondizionato del ministero sacerdotale. Tutto in lui, inoltre, manifestava profonda umiltà.