Causa in corso
Práxedes Fernández García
- Venerabile Serva di Dio -

Práxedes Fernández García

(1886 - 1936)

Venerabilità:

- 06 dicembre 2014

- Papa  Francesco

Laica e Madre di famiglia, del Terzo Ordine di San Domenico; fu dapprima giovane donna impegnata in parrocchia e tra le Figlie di Maria, quindi sposa e madre di famiglia, poi vedova dedita ai figli e all’apostolato secolare come terziaria domenicana attraverso l’intensa preghiera, l’amore all’Eucaristia e alla Madonna, il generoso sacrificio quotidiano e un autentico spirito di servizio e di carità, sullo sfondo dello scoppio della Guerra civile spagnola

  • Biografia
Accoglieva gli indigenti in casa, li lavava e rivestiva, facendoli poi sedere a mensa. La virtù della compassione fu la caratteristica di tutta la sua vita

 

La Venerabile Serva di Dio Práxedes Fernández García venne al mondo il 21 luglio 1886 a Puente de la Luisa in Asturia (Spagna), la quarta dei dodici figli – di cui solo sei arrivarono all’età adulta – da genitori profondamente cattolici, Celestino Fernández Fernández e Amalia García Suárez, i quali si distinsero sia nella vita di fede e nelle opere di carità, sia nel tessuto sociale del loro ambiente, provenendo entrambi da famiglie benestanti ed operose nell’attivi­tà agricola e nell’industria mineraria.

Práxedes venne battezzata il 26 luglio, e tra maggio e giugno del 1894 ricevette la Santa Cresima e la Prima Comunione, ricevendo la prima educazione scolastica presso le Suore Domenicane di Fábrica de Mieres, e qui aderì all’associazione delle “Figlie di Maria”, esprimendo già da allora grande pietà e dedizione ai più bisognosi.

Il 25 aprile 1914, forse su pressione del proprio genitore, Práxedes si sposò con Gabriel Fernández, un brav’uomo, un semplice elettricista, cattolico anche se non particolarmente fervente, di estrazione sociale meno in vista di lei, ma certamente lavoratore e dedito al focolare..

Il matrimonio nel corso degli anni venne rallegrato dalla nascita di quattro figlioli, della cui educazione religiosa si prese cura la loro mamma.

Nel 1920 Práxedes rimase vedova a motivo di un incidente mortale nel quale restò coinvolto il marito presso la stazione ferroviaria di Figaredo, dove la coppia abitava con la prole.

Aiutata dalla propria madre nel sostenere la famiglia, a ella non restò che accogliere l’evento luttuoso della morte dello sposo con cristiana rassegnazione, tenendo conto comunque che le prove per lei non erano terminate, perché nel 1931 ella perse il secondo figlio, Arturo, il quale restò vittima anche lui di un incidente ferroviario per aver transitato con la propria auto in un passaggio a livello evidentemente non segnalato o non custodito.

Sostenuta ancora una volta dalla fede, Práxedes andò oltre pure a quest’altro gravissimo lutto, e maturando ormai un senso di più profonda cristiana responsabilità comprese che la sua doveva essere una risposta ad una chiara vocazione del Signore, il Quale la stava chiamando più vicino a Sé, per cui ella prese a dedicarsi ad una più intensa vita di orazione e di carità, unitamente a mortificazioni quotidiane sull’esempio di grandi mistici e maestri come Santa Teresa la Grande, Santa Caterina da Siena, San Pietro d’Alcantara.

Práxedes comprese anche che stava intraprendendo questo cammino per essere valido sostegno di aiuto ai sacerdoti nella loro azione pastorale per la conversione dei peccatori, per impetrare la grazia di un felice destino per tutti gli uomini ed in particolare per la Spagna, come le venne dato d’intendere venendo spiritualmente assistita in maniera eccellente dall’allora Vescovo di Malaga, Mons. Manuel González, il quale venne iscritto all’Albo dei Beati nel 2001, e dall’ottimo sacerdote Don Moisés Díaz-Caneja.

Divenuta Terziaria dell’Ordine di San Domenico, più di vent’anni vennero spesi dalla Venerabile Serva di Dio in questa sua dedizione apostolica, e la sua carità si manifestò nel sostenere i poveri e soprattutto nell’invitare i peccatori a morire in grazia di Dio.

Trasferitasi ad Oviedo, qui ella percepì le prime avvisaglie della grande persecuzione religiosa, che si sarebbe sanguinosamente manifestata durante la guerra civile spagnola in concomitanza con la di lei dipartita da questo mondo, e del resto la Repubblica Popolare già era stata proclamata nel 1931 e la Rivoluzione era scoppiata nel 1934.

Durante l’assedio di Oviedo la Venerabile Serva di Dio si ammalò di peritonite per aver bevuto acqua infetta, e morì santamente il 6 ottobre 1936, a cinquant’anni di età, venendo tumulata nel Cimitero Vecchio della città.

 

Iter giuridico della Causa

Dal 7 novembre 1957 al 16 settembre 1960, presso la Curia ecclesiastica di Oviedo (Spagna), fu istruito il Processo Informativo super fama sanctitatis et virtutum in genere necnon miraculorum Servae Dei, in quarantasei Sessioni, durante le quali vennero escussi settantuno testi, di cui due ex officio.

Dal 6 marzo al 7 giugno 1958, fu istruito un Processo Rogatoriale a Guadalajara (Messico), in otto Sessioni, durante le quali furono escussi sei testi.

Dal 27 gennaio al 27 settembre 1958 fu istruito un Processo Rogatoriale ad Aguascalientes (Messico), in quattordici Sessioni, con l’escussione di due testi.

Il Decreto super non cultu fu emesso il 2 giugno 1961, e quello super scriptis il 30 marzo 1967.

Dal 25 giugno 1973 al 4 aprile 1975, venne istruito un Processo Suppletivo presso la Curia ecclesiastica di Oviedo, in diciannove Sessioni, durante le quali furono escussi quarantasei testi.

Il Decreto sulla validità dei Processi fu emesso l’11 novembre 1994.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 30 aprile 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la partecipazione dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono la vicenda umana e spirituale della Venerabile Serva di Dio: dapprima giovane donna impegnata in parrocchia e tra le Figlie di Maria, quindi sposa e madre di famiglia, poi vedova dedita ai figli e all’apostolato secolare come terziaria domenicana attraverso l’intensa preghiera, l’amore all’Eucaristia e alla Madonna, il generoso sacrificio quotidiano e un autentico spirito di servizio e di carità, sullo sfondo dello scoppio della Guerra civile spagnola.

Visse con radicalità la sequela Christi in un contesto fortemente avverso alla religione. Ciononostante, la sua testimonianza cristiana fu apprezzata anche dagli avversari. La sua fede semplice e salda emerge soprattutto nelle lettere indirizzate al suo figlio religioso domenicano.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e  dei Vescovi

Si riunì il 18 novembre 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in rilievo la profonda fede, manifestata nella costante preghiera, nella frequenza ai sacramenti, nelle penitenze e nei digiuni. La sua fu una pietà eucaristica e mariana, trovando nella preghiera la forza per accettare le situazioni difficili. Ai figli prospettava le gioie del Paradiso, preoccupandosi della salvezza della sua anima e di quelle dei suoi cari. Si distinse per l’amore ai poveri e le visite agli infermi, come anche per la sua formazione religiosa e per il desiderio di pacificare i contendenti. Accoglieva gli indigenti in casa, li lavava e rivestiva, facendoli poi sedere a mensa. La virtù della compassione fu la caratteristica di tutta la sua vita.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza unanime affermativa