Causa in corso
Quirico Pignalberi
- Venerabile Servo di Dio -

Quirico Pignalberi

(1891 - 1982)

Venerabilità:

- 03 marzo 2016

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; vissuto nel silenzio e nell’abbandono alla volontà di Dio, compì un percorso di perfezione nella penitenza e nella preghiera. Condusse un’esistenza austera, intrisa di orazione e mortificazione, dedita essenzialmente alla formazione dei novizi

  • Biografia
Svolse il suo servizio in umiltà e nascondimento, testimoniando, in primo luogo ai novizi, la sua vita di preghiera e di penitenza. Punti di riferimento della sua vita furono l’Eucaristia e l’Immacolata

 

Il Venerabile Servo di Dio Quirico Pignalberi nacque a La Forma, frazione di Serrone (Frosinone, Italia) l’11 luglio 1891, in una famiglia di modeste condizioni economiche. Dopo aver frequentato la scuola elementare, proseguì gli studi ginnasiali in modo privato con il parroco di Serrone. Nel 1908 maturò la decisione di entrare nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e, il 14 novembre dell’anno successivo, emise i voti temporanei. Nel 1911 fu inviato a Roma presso il Collegio Internazionale di San Bonaventura per gli studi filosofici. Durante la sua permanenza in Urbe conobbe San Massimiliano Maria Kolbe, con il quale instaurò una profonda amicizia alimentata dallo stesso ideale mariano. Il 25 dicembre 1913 emise i voti perpetui e, conclusi gli studi filosofici e teologici, fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1917 a Roma. Nello stesso anno, insieme a San Massimiliano Maria Kolbe e ad altri Frati, diede inizio alla Milizia dell’Immacolata.

Il 31 ottobre 1917, il Venerabile Servo di Dio venne chiamato alle armi e, dopo essersi ammalato, fu congedato il 3 gennaio del 1919. Da quell’anno al 1925 venne inviato in varie comunità, fino a quando venne nominato Maestro dei Novizi, prima a Bagnoregio e, dal 1928, a San Lorenzo al Piglio. Mantenne questo servizio fino al 1942, e dal 1949 al 1964. Nella stessa Comunità svolse anche i servizi di Superiore ed Economo.

Nel 1945, venne inviato per due anni, come Delegato Pontificio, alla parrocchia di Trevi, nel Lazio, per ristabilire l’armonia tra la popolazione e il Vescovo, venuta meno a causa della rimozione del parroco.

Nel 1964, terminato il servizio di Maestro dei Novizi, rimase nella stessa comunità di San Lorenzo al Piglio per continuare ad aiutare nella formazione dei giovani Frati.

Nel 1976 si ruppe il femore e fu trasferito presso la casa di cura “La francescana” di Anzio (Italia), dove morì il 18 luglio 1982.

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Anagni-Alatri (Italia), dal 29 giugno 1992 al 1° luglio 2005, in trentaquattro Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi settantasette testi, di cui quattro ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 9 febbraio 2007.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 3 febbraio 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, vissuto nel silenzio e nell’abbandono alla volontà di Dio, compì un percorso di perfezione nella penitenza e nella preghiera. Condusse un’esistenza austera, intrisa di orazione e mortificazione, dedita essenzialmente alla formazione dei novizi.

I punti-cardine della sua spiritualità furono: Gesù Eucaristia, la Passione del Signore e la particolare devozione verso Maria Immacolata.

L’amore verso Dio lo portò all’amore verso il prossimo, distinguendosi per la carità che esercitò sia in circostanze difficili, durante la Seconda Guerra Mondiale, sia nel premuroso servizio ai Frati malati.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 9 febbraio 2016. L’Em.mo Ponente riassunse la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio. L’eroicità delle virtù venne evidenziata nel periodo durato circa quarant’anni, in cui egli esercitò il ministero di Maestro dei Novizi nel Convento di Piglio. Svolse il suo servizio in umiltà e nascondimento, testimoniando, in primo luogo ai novizi, la sua vita di preghiera e di penitenza. Punti di riferimento della sua vita furono l’Eucaristia e l’Immacolata. Inoltre, egli mostrò la sua profonda unione con Dio in altri tre ambiti: l’impegno durante la guerra come cappellano militare; il successo nella delicata questione di Trevi e il coraggio dimostrato in tempo di occupazione, nascondendo e proteggendo i soldati ricercati dalle forze di occupazione.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.