Causa in corso
Saturnino López Novoa
- Venerabile Servo di Dio -

Saturnino López Novoa

(1830 - 1905)

Venerabilità:

- 08 luglio 2014

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, Confondatore della Congregazione delle Suore Povere de los Ancianos Desamparados; fu un sacerdote di profonda e autentica fede in Dio. Il suo desiderio fu quello di essere santo, pur con la consapevolezza dei suoi limiti. Nel ministero sacerdotale fu esemplare per lo zelo apostolico e venne riconosciuto da quanti lo conobbero come “un grande lavoratore”, in particolare per sovvenire alle necessità dei più bisognosi

  • Biografia
Austero con se stesso, non perse la pace nemmeno nei momenti più tribolati della vita

 

Il Venerabile Servo di Dio Saturnino López Novoa nacque in Spagna il 29 novembre 1830. Il padre Julián López Muñoz fece parte della Cappella Musicale della Cattedrale di Sigüenza e successivamente della Cappella reale di Madrid, buon cristiano timorato di Dio. La madre, Ildefonsa Novoa y Bueno, proveniva da una famiglia religiosissima, fu donna di grandi virtù cristiane; morì prematuramente dando alla luce la figlia Justa. Dopo la dipartita della madre Saturnino fu accudito e cresciuto dalla zia Manuela che si dedicò alla sua formazione, umana e spirituale. Crescendo con zia Manuela, egli ebbe occasione di stare molto a contatto con il figlio di questa, don Basilio, che si occupò della sua formazione culturale e religiosa. Nel tempo, si fece strada in lui il desiderio di entrare in seminario, cosa che avvenne, come alunno esterno, dal 1842 al 1846 e, successivamente, come interno dal 1846 al 1852. Negli anni del seminario, al fine di meglio custodire la vocazione, coltivò un’intensa vita di preghiera, sia personale che comunitaria. Prima di concludere gli studi teologici iniziò ad insegnare latino ai giovani seminaristi; nel 1854 si trasferì a casa dello zio Basilio a Barbastro, continuando l’insegna­mento nella sede del seminario diocesano. Il 22 settembre 1855 fu ordinato sacerdote. Da questo momento la sua vita si intrecciò ancora di più con quella dello zio don Basilio, nel frattempo eletto Vicario Capitolare e Governatore ecclesiastico della diocesi alla morte del Vescovo Fort y Puig (1855). Il Venerabile Servo di Dio divenne in sostanza il suo segreterio. Nonostante gli impegni, nel 1857 consegui la Licenza in teologia e, nel 1861) il Dottorato. Fu poi nominato canonico della Cattedrale e Parroco. Diede avvio alla Con­ferenza di San Vincenzo de’ Paoli al fine di dare una concreta risposta al desiderio caritativo che sin da giovane sentiva presente nel suo cuore. Quando lo zio fu nominato Vescovo di Huesca, la sua vita subì un ulteriore cambiamento. Si incardinò nella nuova diocesi, ed ebbe I incarico di Segretario di Camera e Canonico della Cattedrale. Nel 1886 mise in funzione la Casa per studenti poveri, dettandone anche il regolamento.

La rivoluzione spagnola costrinse don Basilio ed il Venerabile Servo di Dio all’esilio: si rifugiarono nella città di Zaragoza dal 1868 al 1869, fu questa un’esperienza di particolare sofferenza per il Servo di Dio.

In occasione del Concilio Vaticano I, indetto da Papa Pio IX, si recò a Roma come accompagnatore dello zio Vescovo, che purtroppo non fece ritorno in patria perché morì a Roma nel gennaio del 1870.

Di ritorno in Spagna, libero dagli impegni che lo legavano allo zio, sentì, in maniera più vigorosa, il desiderio di fondare una congregazione di religiose che potessero prendersi cura degli anziani abbandonati, i più poveri. Per concretizzare il suo desiderio, favori lo sviluppo delle attività caritative delle Piccole Suore dei Poveri, di origine francese, attività che si svolgeva nella Casa degli studenti poveri.

Sentiva in cuor suo che non era quella la strada; desiderava una nuova congregazione di religiose dedite alla cura degli anziani ed iniziò ad impegnarsi in questa direzione. Il 4 ottobre 1872 il suo desiderio divenne realtà; fu approvato il nuovo Istituto religioso con il nome di Hermanitas de los Ancianos Desamparados. La comunità nascente fu affidata alle cure spirituali di don Francesco García López che le suore considerano come un secondo padre della Congregazione, tanto da indicarlo come co-fondatore. Nel 1876, la Santa Sede approvò le Costituzioni scritte dal Venerabile Servo di Dio, e concesse il Decretum Laudis. La Congregazione crebbe, giorno dopo giorno, sotto la guida di don Francisco e Teresa de Jesús Jornet Ibars e con l’assistenza spirituale del Venerabile Servo di Dio.

Il 24 agosto 1887 fu approvato definitivamente l’Istituto e il 21 agosto 1897 le Costituzioni.

Il Venerabile Servo di Dio fu anche autore di diverse opere a carattere teologico-pastorale e di storia locale. Nel 1856 creò il Boletín Oficial del Obispado de Barbastro. Nel 1875 fu pubblicato il libretto sulla dottrina cattolica per i fedeli che si dedicano alla vita pubblica. Nel 1889 pubblicò un nuovo libro sui doveri dei religiosi. Nel 1957 scrisse gli Estatutos de la Cofradía de Nuestra Señora del Pilar y del Apóstol Santiago de Barbastro.

Nel 1882, adottò il piccolo di Nicasio Francesco Oliván y Palacín, anche questa esperienza lo segnò profondamente.

Nel 1903 Padre Francesco fu eletto Vescovo ausiliare di Valencia.

La sua salute negli anni peggiorò notevolmente: il 12 dicembre 1891 si ammalò gravemente, ma il Signore gli ridonò la salute fisica; il 12 marzo del 1905, dopo una breve sofferenza, ritornò alla casa del Padre.

Per i funerali si mosse il capitolo generale e si registrò una certa partecipazione anche del popolo, sono svariati i necrologi a lui indirizzati. Tutti riconobbero la sua santità di vita.

Nel 1912 i resti mortali furono traslati a Valencia, dove riposano nella casa madre delle «Hermanitas de los Ancianos Desamparados».

Nel maggio del 1978 si procedette ad effettuare l’esumazione del corpo. Tra i motivi principali vi fu la necessità di verificare in che condizioni si trovasse il corpo dopo l’alluvione del 1975. Con grande stupore, il corpo, nonostante l’umidità e l’alluvione, fu trovato in buone condizioni, al punto che i dottori poterono verificare come, in vita, il Venerabile Servo di Dio avesse avuto non poche sofferenze fisiche.

 

Iter della Causa

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Valencia (Spagna), dal 7 novembre 1998 al 2 aprile 2000, con l’escussione di trentotto testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 23 novembre 2001.

 

Seduta dei Consultori Storici

Si svolse il 21 giugno 2011, presieduta dal Relatore Generale, con la presenza dei Consultori prescritti.

A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne l’11 giugno 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio fu un sacerdote di profonda e autentica fede in Dio. Il suo desiderio fu quello di essere santo, pur con la consapevolezza dei suoi limiti. Nel ministero sacerdotale fu esemplare per lo zelo apostolico e venne riconosciuto da quanti lo conobbero come “un grande lavoratore”, in particolare per sovvenire alle necessità dei più bisognosi.

Alimentò la fede nutrendo un particolare amore al Sacro Cuore e una filiale devozione alla Vergine Maria.

Austero con se stesso, non perse la pace nemmeno nei momenti più tribolati della vita. Tra le virtù in lui spiccò quella della povertà: infatti egli non si accontentò di fare la carità, ma volle vivere come i poveri.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 17 giugno 2014. L’Em.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa, si soffermò sulla figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineando che egli visse con equilibrio, costanza, serenità e gioia la sua obbedienza alla Chiesa. Si distinse per il suo amore a Dio e ai Sacri Cuori di Gesù e Maria. Seguì un tipo di preghiera di taglio ignaziano, che lo portava ad una carità fervente e operosa. Come testimoniato nella vita e negli scritti, consacrò tutte le sue forze al desiderio di divenire santo, nonostante i limiti e peccati. L’imitazione di Cristo costituì il suo costante ideale, cercando di compiere sempre la Sua volontà per vivere in profondità la vita sacerdotale, espressa nell’amore al Signore e al prossimo, coltivando uno spirito di vita orante e contemplativa, che lo spingeva a trabajar con celo pro la santificaciòn de las almas.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa