Causa in corso
Teodora Campostrini
- Venerabile Serva di Dio -

Teodora Campostrini

(1788 - 1860)

Venerabilità:

- 03 marzo 2016

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Suore Minime della Carità di Maria Addolorata; si caratterizzò per la fortezza, la pazienza e l’equilibrio. Nella Comunità religiosa da lei fondata seppe armonizzare vita contemplativa e vita attiva. Infatti, le suore vivevano in clausura ma si occupavano dell’annessa scuola dove formavano gratuitamente le ragazze

  • Biografia
Sensibile ai bisogni della società del suo tempo, tanto da integrare il desiderio di una vita claustrale con la formazione gratuita delle giovani generazioni

 

La Venerabile Serva di Dio Teodora Campostrini nacque a Verona (Italia) il 26 ottobre 1788, in una famiglia benestante e di sani principi religiosi. Nel 1797, entrò nel collegio-chiostro delle Benedettine di Verona, passando, nel 1801, in quello di S. Maria delle Vergini, tenuto dalle Clarisse in Campo Marzio. Qui incontrò don Luigi Trevisani, che divenne la sua saggia guida spirituale. Nel 1806, per motivi di salute, la Venerabile Serva di Dio ritornò in famiglia. Nel 1815, dopo la morte dei genitori e il matrimonio della sorella entrò nel Monastero delle Visitandine di Salò, dove rimase solo un anno perché dovette tornare a Verona per sistemare le necessarie pratiche giuridiche legate alla divisione dell’imponente eredità paterna. Durante il soggiorno nella città natale chiese ospitalità, per due anni circa, al “Ritiro dei Santi Giuseppe e Fidenzio”, dove Santa Maddalena di Canossa, aveva dato inizio all’istituzione delle Figlie della Carità. In tale periodo, insieme al suo padre spirituale Luigi Trevisani, coltivò l’idea di fondare a Verona un Monastero delle Visitandine, senza però riuscirvi. Consigliata dai medici, dopo due anni si trasferì a San Massimo, un sobborgo di Verona, dove il 6 luglio 1818 diede inizio, insieme a due amiche, alla Congregazione delle Sorelle Minime della Carità di Maria Addolorata, finalizzata all’istruzione e all’educazione delle fanciulle. Secondo la sua volontà, al Monastero di clausura fu annessa una Scuola di Carità. Tre anni più tardi, vista la ristrettezza dell’edificio e l’espandersi dell’attività, si trasferì con la sua piccola comunità nel palazzo Pozzo a Verona, che diventò la Casa Madre dell’Istituto. Nel 1822 terminò la stesura delle prime Costituzioni che furono approvate dal Vescovo di Verona nel 1831 e definitivamente da Pio IX nel 1848.

Eletta Superiora nel 1837, svolse questo incarico per dodici anni. Nonostante la sua salute cagionevole, guidò l’Istituto con grande prudenza, instancabile zelo e tenero amore, istituendo anche un corso di moderna metodica per l’insegnamento nelle scuole elementari. Inoltre, per la formazione dei laici, nel 1824, fondò la “Compagnia della Madonna Addolorata” e, nel 1850, la “Compagnia del Sacro Cuore”.

Nel 1854 fu colpita da emiplegia alla parte sinistra del corpo.

Morì a Verona (Italia) il 22 maggio 1860.

 

ITER DELLA CAUSA

Il Processo Ordinario fu istruito nella Diocesi di Verona (Italia), dal 16 dicembre 1963 al 3 giugno 1964, in trentuno Sessioni, durante le quali vennero escussi quindici testi, di cui due ex officio.

Il Processo super non cultu si svolse dal 16 dicembre 1963 al 3 giugno 1964, in sedici Sessioni ed il Processo super perquisitione scriptorum, in cinque Sessioni, fu celebrato dal 16 dicembre 1963 al 3 giugno 1964.

Sempre presso la medesima Curia fu istruita un’Inchiesta Diocesana, in quattordici Sessioni, dal 29 giugno al 9 ottobre 2010, durante le quali venne raccolta la documentazione e furono escussi dodici testi, di cui quattro ex officio.

La validità giuridica dei Processi e dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 15 giugno 2011.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 17 giugno 2014. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu unanimemente affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 19 novembre 2015. I Consultori sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio si caratterizzò per la fortezza, la pazienza e l’equilibrio. Nella Comunità religiosa da lei fondata seppe armonizzare vita contemplativa e vita attiva. Infatti, le suore vivevano in clausura ma si occupavano dell’annessa scuola dove formavano gratuitamente le ragazze. Attenta al volere divino e abbandonata alla Provvidenza, riuscì ad attuare questo progetto, al quale destinò i beni di famiglia. La radicalità di questa scelta la portò a condurre una vita austera, imperniata di preghiera e meditazione della Sacra Scrittura, in una totale donazione di sé. Al contempo, rimase saldamente ancorata alla realtà, nella quale trasfondeva l’Amore di Dio, fonte di ogni bene. La sua spiritualità era ispirata alla “scuola di povertà” di Cristo, secondo gli insegnamenti di San Francesco di Sales. La sua fede era radicata nell’amore e nell’abbandono fiduciale in Cristo; la speranza era basata sulla capacità di affidarsi alla volontà di Dio, secondo l’esempio di Sant’Agostino, dal quale prese la Regola.

Nell’ultimo periodo della sua vita, quando la malattia che l’aveva accompagnata sin da giovane la costrinse a letto, dimostrò fortezza eroica e accettazione paziente delle sofferenze, in unione con Gesù Crocifisso per il bene dei fratelli.

Al termine del dibattito, i Consultori all’unanimità si espressero con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 9 febbraio 2016. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, mise in rilievo la sua profonda fede, appresa nella famiglia e sviluppata nei monasteri benedettini e conventi francescani dove venne educata. Fu una donna di delicata carità verso le persone a lei vicine, ma fu anche sensibile ai bisogni della società del suo tempo, tanto da integrare il desiderio di una vita claustrale con la formazione gratuita delle giovani generazioni.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.