
Teresa Tambelli (al sacolo: Maria Olga)
(1884 - 1964)
Religiosa professa delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli; si impegnò con costanza nell’educare e formare cristianamente anche i bambini e i ragazzi più disagiati. Visse con fedeltà la sua vocazione religiosa, esprimendola con gioia nei luoghi dove i Superiori la inviarono a prestare la sua opera
La Venerabile Serva di Dio Maria Olga Tambelli nacque il 17 gennaio 1884 a Revere, in provincia di Mantova, penultima dei sette figli. Dopo la prematura morte di entrambi i genitori, a tredici anni venne affidata a un tutore che le fece completare gli studi dapprima a Milano e poi a Parma dove conseguì il diploma magistrale. Tornata nel paese natale svolse attività di assistenza agli ammalati ottenendo anche il diploma di infermiera. All’ospedale di Ostiglia conobbe le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli e, dopo aver maturato la vocazione religiosa, contro il parere del suo tutore, nel 1904 vestì l’abito vincenziano ricevendo come religiosa il nome di Teresa.
Venne destinata all’asilo di Casale Monferrato, dove restò fino al 1907. In quell’anno fu inviata all’Asilo della Marina di Cagliari dove ebbe modo di collaborare intensamente con la consorella, ora Beata, Giuseppina Nicoli. Insieme a lei costituirà la Scuola di religione, l’Associazione delle Dorotee (gruppo misto di ragazze studentesse e lavoratrici), i Circoli Santa Teresa (riservati a giovani donne) e l’Associazione delle Zitine (organizzazione riservata alle domestiche). Nel 1925, dopo la morte della Nicoli, divenne superiora dell’Asilo.
Nel 1933, durante il periodo della dittatura fascista lottò per difendere quella istituzione dalle ingerenze del Presidente dell’amministrazione civile, insediato a Cagliari dal regime, che fungeva anche da Commissario dell’Asilo. Questi ottenne la rimozione della Venerabile Serva di Dio che, per un anno, fu trasferita dapprima a Olbia e poi a Milano, facendo poi ritorno a Cagliari e ricoprendo il suo ruolo. Nel 1941 si adoperò per aprire una scuola media e un istituto magistrale e, presso l’Asilo della Marina, diede ospitalità e sostegno a molti di coloro che furono sfollati a seguito dei bombardamenti. Nel dopoguerra si dedicò al recupero dei ragazzi di strada, i cosiddetti Marianelli, riunendoli per la colazione all’Asilo e contribuendo a fornire loro una formazione religiosa. Quando il 23 febbraio 1964 morì improvvisamente a Cagliari, una numerosa folla di poveri si radunò spontaneamente all’Asilo per l’ultimo saluto a colei che tanto si era prodigata per alleviare la loro miseria.
La vita della Venerabile Serva di Dio fu interamente animata da opere buone compiute nei confronti di chi si trovava in situazioni di bisogno. La sua fede era alimentata dalla preghiera assidua, costantemente sostenuta dall’adorazione eucaristica e dalla devozione nutrita in particolare per la Vergine Maria. Mantenne sempre un atteggiamento caritatevole e cordiale anche con le consorelle che trovarono in lei una persona vicina, affettuosa e comprensiva, sempre pronta a confortare chi era in difficoltà.
Rispondendo al carisma di San Vincenzo de’ Paoli, si impegnò con costanza nell’educare e formare cristianamente anche i bambini e i ragazzi più disagiati. Visse con fedeltà la sua vocazione religiosa, esprimendola con gioia nei luoghi dove i Superiori la inviarono a prestare la sua opera. Tale atteggiamento di benevola carità era rivolto anche a tutti coloro con i quali condivideva la quotidianità nella vita comunitaria, riuscendo a rispondere alle esigenze particolari di ogni persona. Ebbe rispetto e venerazione per tutti i sacerdoti, ai quali prestò volentieri la sua collaborazione. Per la sua prudenza e la capacità di discernimento fu molto ascoltata anche dall’allora Arcivescovo di Cagliari, mons. Piovella.
Ha goduto in vita di una speciale venerazione tra i poveri, specialmente tra i suoi “marianelli”. La fama di santità diffusasi dopo la sua morte, è tuttora persistente nella sua Congregazione religiosa e nell’Arcidiocesi di Cagliari.