Causa in corso
Uberto Mori
- Venerabile Servo di Dio -

Uberto Mori

(1926 - 1989)

Venerabilità:

- 12 giugno 2014

- Papa  Francesco

Laico e Padre di famiglia; uomo di preghiera, da essa traeva forza per esercitare la carità verso il prossimo. La sua spiritualità, di impronta francescana, fu caratterizzata da una tenera devozione alla Madonna. Dotato di notevoli capacità imprenditoriali, seppe mettere queste doti al servizio del prossimo più bisognoso

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Si spese, senza riserve e con impegno generoso, per l’evangelizzazione

 

Il Venerabile Servo di Dio Uberto Mori nacque a Modena il 28 gennaio 1926. A partire dal 1937, insieme alla famiglia, seguì il padre, Ufficiale di Artiglieria, in diverse città italiane quali Firenze, Trieste, Casale Monferrato, Gorizia e Verona. Nel 1943, al padre, divenuto nel frattempo Generale, fu diagnosticato un cancro allo stomaco. Nonostante ciò venne ugualmente richiamato in servizio nell’esercito della Repubblica Sociale. Il Venerabile Servo di Dio si offrì al suo posto e venne assegnato a Nonantola e, poi, a Pavia. Tornato a casa nel 1944, a seguito del decesso del padre, decise di non riprendere il servizio militare. Ricercato dai partigiani, sfuggì ad un agguato, nascondendosi a Modena. Finita la Guerra, si iscrisse all’Università di Bologna, in Ingegneria Industriale ma, nel 1948, dovette interrompere gli studi per motivi familiari e trovò lavoro presso le Fornaci Leonardi di Formigine (Modena). Il 14 aprile 1952 si sposò con Gilda Cavedoni, da cui ebbe tre figli, dei quali l’ultima morì in tenera età. Dopo aver ripreso gli studi, nel 1959, si laureò in Ingegneria Industriale. Nel 1962 cominciò ad insegnare a Bologna e Faenza, pur mantenendo l’antico impiego.

Nel 1967, insieme alla moglie, entrò nel Terz’Ordine Francescano e, l’anno successivo, iniziò a collaborare con le attività del Santuario della Madonna della Salute, presso Puianello di Levizzano Rangone (Modena). In questo periodo strinse legami spirituali con l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, tramite p. Raffaele Spallanzani da Mestre, che divenne la sua guida spirituale. A Puianello, seguì corsi biblici e mariologici. Nel 1969, insieme alla moglie e ai figli, si consacrò “a Gesù per Maria”, secondo la formula proposta da san Luigi Grignon de Monfort. Contemporaneamente, in collaborazione con i Frati Cappuccini, diede vita a molteplici iniziative per costruire il Villaggio della Ghilardina, nella missione dei Frati in Centrafrica. Nel 1970 venne eretta la Congregazione del Terz’Orine Francescano presso il Santuario di Puianello ed egli ne fu nominato Ministro, incarico che mantenne per nove anni. Successivamente, diede vita a varie iniziative pastorali quali l’Ora di Guardia, che venne eretta in “Associazione di fedeli per opere di pietà e per una più perfetta vita cristiana”, le “Marce penitenziali”, la “Peregrinatio Mariae”, la devozione dei primi sabati del mese, la pubblicazione del “Corriere mariano”, mensile del Terz’Ordine Francescano, il pensionato “Nostra Signora della Salute” per terziari, sacerdoti, genitori di religiosi e persone bisognose.

Nel 1978 ottenne il Diploma in Teologia e, nel 1980, fondò il “Gruppo Mori”, che comprendeva le Società da lui precedentemente costituite, quali la “Mori Spa”, la “Mori Iberica” in Spagna, la “Ing. Mori spa” e l’emittente televisiva “Antenna Uno”, dove iniziò una serie di rubriche religiose, da lui curate personalmente.

Nel 1976 entrò in contatto con il Movimento “Rinnovamento nello Spirito”, fondandone un gruppo a Modena. Nel 1985 entrò a far parte dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) e, nel 1986, dell’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO).

Nel 1987, durante una trasmissione televisiva su “Antenna Uno”, fu colpito da un infarto. Trasportato immediatamente all’Ospedale di Modena chiese che gli fosse amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Rientrato in casa, continuò a mantenere contatti con le realtà a lui legate. In questo periodo, accentuò la sua vita di preghiera e quasi ogni giorno si faceva accompagnare in chiesa per ricevere l’Eucaristia.

In seguito ad un delicato intervento cardiologico, morì nell’Ospedale di Pavia il 6 settembre 1989.

 

Inchiesta diocesana

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Modena-Nonantola (Italia), dal 7 dicembre 1997 al 29 giugno 2000, in cinquantacinque Sessioni, con l’escussione di sessantacinque testi, di cui quattordici ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto dell’11 gennaio 2002.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 24 settembre 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali delineando il ritratto biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono che i punti di riferimento della sua vita familiare e lavorativa furono la fede e l’abbandono filiale in Dio. Uomo di preghiera, da essa traeva forza per esercitare la carità verso il prossimo. La sua spiritualità, di impronta francescana, fu caratterizzata da una tenera devozione alla Madonna. Dotato di notevoli capacità imprenditoriali, seppe mettere queste doti al servizio del prossimo più bisognoso. Intraprese molteplici iniziative, in particolare contribuendo alla costruzione di un villaggio in Africa e fondando l’emittente televisiva “Antenna 1”, per la diffusione del Vangelo. Fu un imprenditore della carità, mantenendo uno speciale rapporto con i suoi dipendenti, che considerava dei colleghi e non dei lavoratori subordinati, verso i quali manifestava correttezza, giustizia e onestà.

Seppe affrontare con fortezza e fiducia nell’amore divino anche i momenti difficili della vita, quali le iniziali difficoltà economiche, le successive responsabilità manageriali, la malattia e la morte dell’ultima figlia e i suoi problemi di salute.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 3 giugno 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sul suo esercizio delle virtù teologali e cardinali, maturato durante un cammino di profonda e straordinaria evoluzione spirituale. Si spese, senza riserve e con impegno generoso, per l’evangelizzazione. Come Terziario Francescano manifestò il distacco dalle ricchezze con la modestia della vita e la generosità verso i più bisognosi. Visse in piena aderenza agli insegnamenti evangelici e alla dottrina della Chiesa con semplicità e con una dedizione in continua crescita. Seppe coniugare quotidianamente, nella gioia e nella serenità, la responsabilità verso la propria famiglia con l’impegno apostolico. La sua fu una “santità feriale”, nella normalità della vita familiare, lavorativa, ecclesiale e sociale.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa

MUTINENSIS-NONANTULANA

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

HUBERTI MORI

Christifidelis Laicis et Patrisfamilias

(1926-1989)

 

Decretum Super Virtutibus

 

«Bonum mihi lex oris tui super milia auri et argenti» (Ps 118, 72).

Antiqui verba psalmistae Israelis propositum vitae Servi Dei Huberti Mori summopere effingunt, christifidelis laici, mancipis prosperrimi, sponsi et patrisfamilias eximii. Novorum enim praepollentiumque instrumentorum ad industriam pertinentium sollers excogitator, cuivis humano commercio legem divinam, necnon suipsius christianae vocationi fidelitatem et operum caritatis usum semper anteposuit.

Servus Dei die 28 mensis Ianuarii anno 1926 Mutinae e coniugibus Mario et Aedmea Scabazzi ortus est. Infantia eius continuis atque innumeris migrationibus signata est patris, qui e ductoribus erat ex artillariorum exercitu et, anno 1940, secundo totius mundi bello grassante, militum praefectus generalis nominatus est atque ad frontem belli missus. Anno 1943, universa familia, quae tum Veronae commorabatur, ad vicum vulgo dictum Monticello di Levizzano Rangone prope Mutinam demum rediit, ubi Servus Dei studia classica in Lycaeo perrexit.

Mense Augusti eiusdem anni, pater, brevis ab officiis vacuitatis tempore, apud Valetudinarium Castrense receptus est, ubi diagnosis ei dicta est tumoris cuiusdam iam provecti, sed praefectura Reipublicae Socialis eum nihilominus in servitium revocavit, quapropter Servus Dei, attenta gravissima patris valetudine, pro eodem sese obtulit succedaneum, licet modo decem et septem annos natus esset. Hac commutatione autem accepta, Hubertus primum Nonantulam destinatus est, dein Papiam ad breve, at numquam vero impetibus vel subitis interfuit belli, sed plurimum muneribus secretarii ac telephonis addicti functus est. Paulo post indutias diei 8 mensis Septembris anno 1943, dum Nonantulae apud castra se habebat, colloquio per telephonum habito fortuito audito, severo cum discrimine vitae providum peremptoriumque suum per intercessum centum et septem puerorum vitas servavit iudaeorum, qui e deportatione ac morte certa ita ante adventum militum elabi valuerunt.

Post obitum patris die 13 mensis Augusti anno 1944, Hubertus a quovis pristino militari officio sese animadvertit solutum et domi substitit, cum aetate ad evocationem adhuc egeret. Anno 1944, Facultati Ingeniariae Mechanicae in Universitate Studiorum Bononiensi se adscripsit et, ipso eodem tempore, ceramicarum apud fabricam etiam exercuit laborem. Die 23 mensis Iulii anno 1959, lauream in Ingeniaria Industriali summa cum laude adeptus est ac postea apud cathedram Alchimiae et Technologiae Manufactorum Ceramicorum in eadem Universitate Studiorum factus est magister.

Die 14 mensis Aprilis anno 1952, Mutinae Gildam Cavedoni duxit uxorem. Primus filius, Marius, anno 1953 natus est, secunda, cui nomen Maria Teresia, anno 1955; tertius, autem, quem coniuges anno 1958 cum gaudio exspectabant, in lucem non est susceptus et, anno 1961, Maria Emmanuela prodiit, quae autem gravi cordis deformatione correpta consecuto anno mortua est. Familia vero semper praecipui loci potita est in corde Huberti, qui iam inde ab anno 1953 sese atque propinquos Beatae Mariae Virgini consecraverat. Sponsus enim fuit et pater pius, specimen institutoris, in legem divinam assidue intentus. Anno 1960, Servus Dei opus suum susceptoris instituta fabrica iniit, quae subsecutis incrementis eum magna illustravit peritia quoad ceramicas procudendas. Anno 1971, fornacum etiam studuit formam ad ceramicarum conflationem necnon earundem curare incepit exsecutionem, quae tantae huic industriae sive in Italia sive peregre non modo renovationem, sed magnum etiam incrementum attulerunt.

Quae susceptoris fruges nihil supremum Servi Dei christianae perfectionis praepedierunt certamen, sed iuge immo eiusdem fuerunt calcar. Anno 1958, exemplum sectans Sancti Pii de Pietrelcina, devotionem suam erga Mariam Sanctissimam admodum corroboravit, quam adeo ipse publice professus est, ut «Ingeniarius Mariae» vulgo cognominaretur, eumque duxit, ut spiritualitatem Sancti Francisci Assisiensis, penitus intellegeret concurrente muliere, quae virum suum omnibus in animi praelationibus assectata est. Die 19 mensis Februarii anno 1967, Tertium Ordinem Sancti Francisci Mutinae plane ingressus est et inde ab anno 1968 Servus Dei in tutela Patris Raphaëlis de Mestraco, ex Ordine Fratrum Minorum Capuccinorum, moderatoris spiritualis constitit atque exinde pro Sanctuarii Dominae Nostrae a Salute in vico Puianello, prope Mutinam, renovatione summopere enisus est, quod mox orationis spiritualitatisque multorumque caritatis et opitulationis operum nava sedes factum est.

Hoc in Sanctuario Beatae Mariae Virgini dicato plura Servus Dei Hubertus apostolica provexit incepta: anno 1969, missionalia proposita commentus est ac sustinuit sive vicum vulgo dictum Villaggio Ghirlandina in Republica Africae Mediae perficiens sive cum missionariis sollicite cooperans; anno 1970, Horam Vigiliae iniit et Vias Paenitentiae decima tertia quaque die a mense Maii usque ad mensem Octobris explendas iuxta Beatae Mariae Virginis Fatimae apparitiones; exeunte anno 1973, fraternitate Tertii Ordinis Sancti Francisci Mutinensis adiuvante, Domum Dominae Nostrae a Salute pro senibus fovit; anno 1974, Festum de Pueris Dominae Nostrae curae commissis instituit, quod ad sanctuarium copiam matrum devocavit diuturnitate excrescens; anno 1980, popularem televisionem, cui nomen Antenna Uno, confecit, quae inceptum fuit perdifficile ac pretiosum, spiritus eius autem missionarii fructus, auxilium factum efficax ad Evangelium Christi nuntiandum ac vocem Ecclesiae loci pervulgandam, apud quam ipse meditationes habuit et orationes ad Mariam Sanctissimam pronuntiavit; anno 1986, Mutinae Consociationem Voluntariorum Hospitalarium suscitavit et, anno 1988, institutores sustinuit Consociationis Beatae Mariae Virginis Angelorum in vico Castro Francorum Aemiliae pro iuvenibus membrorum intellectuumque defectibus imminutis.

Servus Dei navitatem mancipis suam mandatis Christi semper innisus est. Evangelii praeceptorum sectator, enim, acta caritatis tacitus quoque et ignotus per manus sacerdotum gessit. Summa observantia temporum operarios salario rependit atque vectigalia oneraque industriis eius coniuncta absolvit omnia. De competitorum angustiis insuper numquam praedatus est, sed ad eorum debita immo remittenda et credita concedenda accessit, ut quamvis eorum devitaret cladem. Sancti Francisci assecla fidelis, muneribus suis, nihilo boni umquam familiae adempto, in parcissima semper vixit simplicitate, reditus pecuniae operum suarum in operas destinans caritatis, quarum permultae, anonyme ab eodem susceptae, tantum Deus comperit.

Die 7 mensis Aprilis anno 1987, Servus Dei cordis infarto correptus, protinus petiit, ut Unctio Infirmorum ei ministraretur. Ex incommodo illo refectus, omnes veteres navitates ei fuerunt reducendae, sed novo cordis vulnere percussus die 6 mensis Septembris anno 1989 apud Valetudinarium Pavense gravem post chirurgicam cordis sectionem in Domino occubuit. Exsequiis eius magna interfuit turba summae existimationis et affectus testimonium praebens, quem ipse in vita sibi comparaverat. Exuviae in coemeterio municipali conditae, deinde in ecclesiam monasterii Visitationis in vico Baggiovara translatae sunt, quas devote plurimi adierunt hodieque adeunt peregrini.

Ob eius sanctitatis famam Causa Beatificationis et Canonizationis apud Curiam Episcopalem Mutinensem - Nonantulanam inita est per celebrationem Inquisitionis Dioecesanae a die 6 mensis Decembris anno 1997 ad diem 29 mensis Iunii anno 2000, cuius auctoritas et vis iuridica ab hac Congregatione de Causis Sanctorum primum die 30 mensis Ianuarii anno 2001 probatae sunt.

Positione confecta, die 24 mensis Septembris anno 2013 in Congressu Peculiari Consultorum Theologorum prospero cum exitu disceptatum est, iuxta consuetudinem, an Servus Dei more heroum virtutes christianas exercuisset.

Patres Cardinales et Episcopi in Sessione Ordinaria diei 3 mensis Iunii anno 2014, cui egomet ipse Angelus Cardinalis Amato praefui, professi sunt Servum Dei virtutes theologales, cardinales iisque adnexas in modum heroum exercuisse.

Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per infrascriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Huberti Mori, Christifidelis Laici et Patrisfamilias, in casu et ad effectum de quo agitur.

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

Datum Romae, die 12 mensis Iunii anno Domini 2014.

 

Angelus Amato, S.D.B.

Praefectus

 

                                        + Marcellus Bartolucci

                                    Archiepiscopus tit. Mevaniensis

                                    a Secretis

 

__________

 

 

     “La tua legge per me vale più di mille pezzi d’oro e d’argento” (Sal 118, 72).

 

     Le parole del salmista di Israele definiscono il programma di vita del Servo di Dio Uberto Mori, laico, imprenditore di successo, sposo e padre. Ingegnoso progettista di nuove ed efficaci tecniche industriali, egli antepose sempre ad ogni valore umano la legge di Dio, la fedeltà alla sua vocazione cristiana e la pratica delle opere di carità.

     Il Servo di Dio nacque a Modena il 28 gennaio 1926 da Mario ed Edmea Scabazzi. La prima fase della sua vita fu condizionata dai frequenti spostamenti del padre, ufficiale di artiglieria, che nel 1940, durante la seconda guerra mondiale, fu nominato generale e inviato al fronte. Nel 1943 la famiglia Mori, che abitava a Verona, rientrò nel modenese, a Monticello di Levizzano Rangone; il Servo di Dio continuò gli studi presso il Liceo classico.

     Nell’agosto del medesimo anno, il padre, durante una breve licenza, venne ricoverato all’ospedale militare dove gli fu diagnosticato un tumore in stadio avanzato, ma il comando della Repubblica Sociale lo richiamò egualmente in servizio; il Servo di Dio, date le condizioni gravissime del padre, si offrì di sostituirlo, pur avendo appena 17 anni; lo scambio venne accettato e Uberto fu destinato prima a Nonantola poi, solo per brevissimo tempo, a Pavia. Non prese mai parte ad azioni belliche, ma svolse solo mansioni di segreteria e di telefonista. Poco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, mentre era nella caserma di Nonantola, in seguito all’ascolto fortuito di una telefonata, mettendo a rischio la sua vita, con un intervento tempestivo e determinante, salvò la vita a 107 ragazzi ebrei, che poterono così mettersi in salvo prima dell’arrivo dei soldati che li avrebbero deportati.

     Dopo la morte del padre, avvenuta il 13 agosto 1944, Uberto si sentì svincolato dall’impegno militare precedentemente assunto e rimase a casa, non avendo ancora l’età per la leva. Nel 1944 si iscrisse alla facoltà di Ingegneria Meccanica presso l’Università di Bologna, svolgendo nel contempo un lavoro presso una ditta di ceramiche. Il 23 luglio 1959 si laureò in Ingegneria Industriale, a pieni voti. Divenne docente presso la cattedra di Chimica e Tecnologia dei prodotti ceramici all’Università di Bologna.

     Il 14 aprile 1952, a Modena, sposò Gilda Cavedoni. Il figlio primogenito, Mario, nacque nel 1953 e la secondogenita, Maria Teresa, nel 1955. Un terzo figlio, che i coniugi aspettavano con gioia nel 1958, non vide la luce. Nel 1961 nacque Maria Manuela che, affetta da una grave malformazione cardiaca, morì l’anno seguente. La famiglia, ebbe sempre un posto particolarissimo nel cuore di Uberto, che già dal 1953 aveva consacrato alla Madonna se stesso e i famigliari. Fu sposo e padre affettuoso, educatore esemplare e sempre attento alla legge di Dio. Nel 1960 il Servo di Dio iniziò la sua attività imprenditoriale aprendo una ditta che, attraverso successivi incrementi, gli permise di acquisire una grande esperienza nel campo della lavorazione delle ceramiche. Nel 1971 iniziò la progettazione e la produzione di forni particolari per la cottura della ceramica, che trasformarono e incrementarono questo settore produttivo in Italia e all’estero.

     Questo importante successo imprenditoriale non ostacolò il grande impegno del Servo di Dio per la perfezione cristiana, ma anzi lo stimolò. Nel 1958 l’incontro con san Pio da Pietrelcina, rafforzò sua la devozione a Maria Santissima, che professò pubblicamente tanto da essere soprannominato “l’Ingegnere di Maria”, e lo portò ad assimilare sempre più la spiritualità francescana, seguito, in ogni sua scelta, dalla moglie. Il 19 febbraio 1967 entrò formalmente nel Terzo Ordine Francescano a Modena. Dal 1968 si pose sotto la direzione spirituale del Servo di Dio Padre Raffaele da Mestre, cappuccino, dedicandosi alla rinascita materiale e spirituale del Santuario di Nostra Signora della Salute di Puianello, presso Modena, che divenne presto un frequentato centro di preghiera, di spiritualità, di molteplici attività caritative e assistenziali.

     Numerose furono le iniziative apostoliche promosse da Uberto Mori presso questo Santuario mariano. Nel 1969 progettò e sostenne una iniziativa missionaria, realizzando il “Villaggio Ghirlandina” nel Centro Africa, e collaborando con i missionari. Nel 1970 diede vita all’Ora di Guardia e alle Marce penitenziali da tenersi il tredici di ogni mese, da maggio a ottobre secondo il ritmo delle apparizioni di Fatima. Tra la fine del 1973 e l’inizio del 1974, sostenuto dalla fraternità del TOF di Modena, promosse il Pensionato Casa di Nostra Signora della Salute. Nel 1974 istituì la Festa dell’affidamento dei bambini alla Madonna, richiamando al santuario un numero sempre crescente di mamme. Nel 1980 realizzò Antenna 1, la televisione per tutti, un’impresa difficile e costosa, frutto del suo spirito missionario, che divenne un mezzo efficace per annunciare il vangelo e dare voce alla Chiesa locale e dove egli stesso teneva meditazioni e recitava preghiere mariane. Nel 1986 diede vita all’Associazione Volontari Ospedalieri modenese. Nel 1988 sostenne i fondatori dell’Associazione Madonna egli Angeli a Castelfranco Emilia per giovani disabili.

     Il Servo di Dio improntò sempre la sua attività di imprenditore sull’etica cristiana. Seguendo il precetto evangelico, compì i suoi atti di carità nell’anonimato e per mano di sacerdoti. Fu sempre scrupoloso nel retribuire gli operai, nel pagare le imposte e nell’assolvere ad ogni onere legato alla sua attività. Non approfittò mai delle difficoltà delle ditte concorrenti, arrivando persino a condonare i debiti e a concedere prestiti per evitare il loro fallimento. Fedele al suo impegno francescano, pur non facendo mancare nulla alla famiglia, visse sempre nella più sobria semplicità e devolveva gli utili del suo lavoro in opere caritative, molte delle quali, attuate in forma anonima, restano note a Dio solo.

     Il 7 aprile 1987 il Servo di Dio venne colpito da infarto cardiaco; chiese subito che gli venisse impartita l’Unzione degli infermi. Si riprese, ma dovette ridimensionare le sue attività; colpito nuovamente da infarto, il 6 settembre 1989, morì presso il Policlinico di Pavia, dopo aver subito una difficile operazione al cuore. Alle sue esequie partecipò una grande folla a testimonianza della stima e dell’affetto che si era procurato. La sua salma, sepolta presso il cimitero comunale, fu poi traslata nella chiesa del monastero della Visitazione a Baggiovara, dove divenne meta di devoti pellegrinaggi.

     In virtù della fama di santità, dal 6 dicembre 1997 al 29 giugno 2000 presso la Curia ecclesiastica di Modena-Nonantola fu celebrata l’Inchiesta Diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 30 gennaio 2001. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 24 settembre 2013 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 3 giugno 2014, presieduta da me, Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.