Causa in corso
Vincenza Cusmano
- Venerabile Serva di Dio -

Vincenza Cusmano

(1826 - 1894)

Venerabilità:

- 04 maggio 2017

- Papa  Francesco

Prima Superiora Generale della Congregazione delle Serve Povere; la sua è una figura semplice; nutrita di preghiera, tradusse l’orazione in opere a favore del prossimo. Prudente nell’analizzare ogni situazione, nella Sicilia dell’800 fu un esempio di donna determinata e di rilevante spessore interiore.

  • Biografia
Ebbe un profondissimo amore per Gesù Eucaristia, vittima d’amore, un amore che estendeva naturalmente ai poveri

 

La Venerabile Serva di Dio Vincenza Cusmano nacque a Palermo (Italia) il 6 gennaio 1826, in una famiglia della borghesia palermitana, di intensa vita di pietà e generosità verso il prossimo. I figli furono educati nell’attenzione verso i poveri, anche intervenendo con la privazione di qualcosa di proprio in loro favore.

Rimasta orfana di madre, a soli undici anni, la Venerabile Serva di Dio dovette prendersi cura della sorella e dei tre fratelli. Ancora giovane, si mise sotto la direzione di Mons. Domenico Turano, dotto biblista e futuro Vescovo di Girgenti. Anelava consacrarsi al Signore nella vita di clausura nel Monastero delle Carmelitane di Palermo, ma le responsabilità familiari le impedirono di corrispondere alla chiamata.

Accompagnò nella vocazione sacerdotale il fratello, il Beato Giacomo, che, dopo aver conseguito la laurea in medicina, nel 1855, entrò in Seminario e, al termine del percorso formativo, fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1860.

Nel 1857, per ovviare allo stato di abbandono in cui si trovava allora la catechesi, insieme al fratello Giacomo, la Serva di Dio diede vita a San Giuseppe Jato a due scuole di catechismo per i bambini del paese.

Nel 1864, la Venerabile Serva di Dio, il fratello Giuseppe e una zia andarono ad abitare nella casa canonica della chiesa dei Santi Quaranta Martiri, di cui il Beato Giacomo era Rettore. La Venerabile Serva di Dio, pur avendo rinunciato di entrare in Monastero, fu lieta di non lasciare solo il fratello sacerdote e di avere contemporaneamente la possibilità di dedicarsi all’adorazione eucaristica e all’apostolato.

Nel 1867, il Beato Giacomo diede inizio all’associazione del “Boccone del Povero”, con la benedizione di Mons. Giovanni Battista Naselli, Arcivescovo di Palermo. La Venerabile Serva di Dio fu tra le più zelanti collaboratrici e, nonostante sentisse sempre urgente la chiamata alla vita claustrale, divenne una grande animatrice del gruppo. In questo periodo, visse una spiritualità sofferta, combattuta tra la sua vocazione claustrale e quella  del “Boccone del Povero”. La guida del Turano riuscì a far convivere armonicamente i suoi ideali contemplativi con l’attività apostolica a favore dei poveri.

La Venerabile Serva di Dio ed il Beato Giacomo condividevano lo stesso ideale ed erano legati da profondi legami spirituali: l’amore a Gesù Eucaristia, che faceva da perno a tutte le loro aspirazioni.

Il 23 febbraio 1872, il Turano, nominato Vescovo di Girgenti, chiese al Beato Giacomo di accompagnarlo, costringendolo così ad allontanarsi dall’associazione del “Boccone del Povero”. La Serva di Dio rimase sola, con la responsabilità di guidare l’Opera, fino al 1878, quando il Cusmano, in seguito ad un sogno rivelatore, in cui la Vergine confermò che l’Opera era gradita al Signore, decise di dare inizio alla fondazione, da tempo ideata, dell’Istituto Religioso delle «Serve dei Poveri», tutto dedito al servizio dei più poveri, con lo scopo preciso di esercitare il «ministero di carità» verso coloro che «sono di nessuno», servendoli «dalla culla alla tomba», con generosa abnegazione e nella fede ardente che in loro è lo stesso Gesù Cristo.

Il 23 maggio 1880, festa della SS. Trinità, la Venerabile Serva di Dio e cinque compagne vestirono l’abito religioso e abbracciarono la «Regola» dettata dal Fondatore, il Beato Giacomo Cusmano. L’Istituto ebbe una rapida diffusione. La Serva di Dio fu quasi sempre la Superiora, garantendo così l’unità di ordinamento e di conduzione delle comunità e delle opere apostoliche; si preoccupò della formazione delle suore allo spirito cusmaniano. Visse così l’esperienza mistica dello spogliamento totale in favore di Gesù presente nel povero, privandosi di tutto, cibo, letto, vestito, per «rivestirne il Povero di Gesù Cristo» e gustando «la dolcezza della vera povertà», secondo la pregnante spiritualità cusmaniana.

Alla morte del fratello, il 14 marzo 1888, la Venerabile Serva di Dio proseguì nell’opera iniziata. Si ritirò nella Casa di Monreale, povera e umida, visitando spesso le comunità e tenendo un rapporto epistolare con tutte le suore.

Dopo un periodo di sofferenza fisica e debolezza, morì nella Comunità di Terrerosse, a Palermo (Italia) il 2 febbraio 1894.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Palermo (Italia), dal 27 gennaio 1997 al 12 dicembre 2001, in trentadue Sessioni, durante le quali fu raccolta la documentazione e vennero escussi ventiquattro testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 15 maggio 2003.

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 15 marzo 2005. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 3 dicembre 2015. I Consultori sottolinearono che il filo conduttore della vita della Venerabile Serva di Dio fu l’obbedienza; attorno ad essa ruotarono tutte le altre virtù, tra le quali spiccò la carità. Fu fortemente attratta dalla spiritualità carmelitana ed eucaristica, forgiata dal travaglio interiore della “notte oscura” e temprata dalla fortezza di Santa Teresa d’Avila. Lavorò molto per correggere il suo carattere che, immerso nelle cose divine, divenne docile. Fu sempre osservante della Regola, nonostante le numerose prove. La sua è una figura semplice; nutrita di preghiera, tradusse l’orazione in opere a favore del prossimo. Prudente nell’analizzare ogni situazione, nella Sicilia dell’800 fu un esempio di donna determinata e di rilevante spessore interiore.

I Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 4 aprile 2017. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in rilievo l’intensa vita spirituale. Ebbe un profondissimo amore per Gesù Eucaristia, vittima d’amore, un amore che estendeva naturalmente ai poveri. Quanto alla carità verso il prossimo, sin da ragazza, sentì il dovere di prendersi cura dei fratelli più piccoli, mettendo da parte sogni e progetti personali. Con la nascita dell’Opera del “Boccone del povero”, seppe rinunciare definitivamente alla vita contemplativa per affiancare il fratello nell’assistenza dei poveri e nella guida delle Religiose.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.