Causa in corso
Vitarosa Zorza
- Venerabile Serva di Dio -

Vitarosa Zorza

(1943 - 1995)

Venerabilità:

- 17 marzo 2021

- Papa  Francesco

Religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, nutrita di speranza, riusciva a vivere distaccata dai beni terreni e orientata alle realtà celesti. Fu proprio la speranza eroica, vissuta come affidamento a Dio, che la spinse ad offrirsi per portare soccorso alle Sorelle già contagiate dal virus Ebola e a vivere con fiducia anche i giorni dell’isolamento e della solitudine, fino alla morte

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Fin da bambina, dinanzi alle difficoltà e alle grandi sofferenze che dovette affrontare, si educò a confidare nel Signore e ad affidarsi a Lui con tutta se stessa

 

    La Venerabile Serva di Dio Vitarosa Zorza (al secolo: Maria Rosa) nacque a Palosco (Bergamo, Italia) il 9 ottobre 1943. All’età di due anni, perse la madre e, nel 1949, il padre si risposò ed ebbe altri due figli. A causa della cagionevole salute della matrigna, la Serva di Dio si prese cura dei fratellastri. Dopo aver frequentato le scuole elementari, andò a lavorare a Telgate (Bergamo) presso una ditta di produzione di manici di ombrelli. Al contempo partecipava alla vita della parrocchia, nella quale faceva catechismo per i bambini.

    Dopo un’esperienza lavorativa nell’Ospedale Psichiatrico di Varese, dove conobbe le Suore delle Poverelle, nel 1966, decise di entrare nella stessa Congregazione. Il 14 marzo 1967 iniziò il Noviziato e, il 25 marzo 1969, emise la professione temporanea dei voti religiosi. Fu inviata quindi a Milano, presso la “Scuola Convitto Professionale per Infermiere” della propria Congregazione religiosa dove, nel 1971, si diplomò “Infermiera Professionale”.

    Nel 1972 svolse servizio a Torre Boldone (Bergamo) presso una Casa di riposo. Nel contempo ottenne i certificati di “Abilitazione a funzioni direttive nell’assistenza infermieristica” e di “Specializzazione in Assistenza Geriatrica”. Il 6 settembre 1975 a Bergamo emise la professione perpetua e fu inviata presso l’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Varese.

    Nel 1982, le Superiore accolsero il suo desiderio di andare in missione a servizio dei più poveri e la destinarono a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo). Nel 1991 svolse servizio pastorale nella missione di Kingasani, popoloso e popolare quartiere periferico di Kinshasa. Il 2 maggio 1995, a causa dell’epidemia di Ebola scoppiata a Kikwit, vi si recò per aiutare le consorelle.

    Contagiata lei stessa dal virus, morì il 28 maggio 1995 a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo).

    La Venerabile Serva di Dio fu una donna di fede robusta, alimentata dalla preghiera intensa, sia personale che comunitaria. Portava la preghiera anche nel suo ambiente di servizio, invitando i collaboratori a pregare e a partecipare all’Eucaristia nell’Ospedale. Aveva una grande devozione per la Vergine Maria, che guardava come modello di preghiera e di fede.

    Fin da bambina, dinanzi alle difficoltà e alle grandi sofferenze che dovette affrontare, si educò a confidare nel Signore e ad affidarsi a Lui con tutta se stessa. Credeva fermamente nella Provvidenza e insegnava anche ai malati a fare altrettanto. Nutrita di speranza, riusciva a vivere distaccata dai beni terreni e orientata alle realtà celesti. Fu proprio la speranza eroica, vissuta come affidamento a Dio, che la spinse ad offrirsi per portare soccorso alle Sorelle già contagiate dal virus Ebola e a vivere con fiducia anche i giorni dell’isolamento e della solitudine, fino alla morte.

La generosità con cui visse la Serva di Dio appare come il segno evidente dell’amore verso Dio che lei nutriva. Fu inviata in Congo dopo ben tre richieste formulate da parte sua. Questo desiderio di partire per la missione è anzitutto segno della generosità e del desiderio autentico di mettere la sua vita a servizio dei più poveri. Era convinta che il servizio andasse fatto bene nel rispetto della dignità dei poveri e, pertanto, si preoccupava di mettere i malati a proprio agio, accogliendoli cordialmente e ascoltandoli. Appariva a tutti come una religiosa sempre solare, gioiosa, con la quale si stava bene. Generosa verso tutti, era sempre disponibile per ogni necessità, tanto da essere soprannominata affettuosamente “suor Valigetta”, perché sempre pronta ad andare dove c’era bisogno. È stata questa stessa disponibilità che la portò ad offrirsi per accudire le consorelle già contagiate dal virus Ebola.

 

KIKWIT

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Serva di Dio

VITAROSA ZORZA

(al secolo: Maria Rosa)

della Congregazione

“Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo”

(1944-1995)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21).

    La Serva di Dio Vitarosa Zorza (al secolo: Maria Rosa) riconosceva di essere tanto piccola e povera, quanto amata da Dio. Poveri e bisognosi scoprirono per mezzo suo l’amore di Dio. Con la stessa umiltà e dedizione pervenne all’atto supremo della carità, cioè diede la vita assistendo le consorelle – come disse il Beato Luigi Maria Palazzolo – “anche in tempo di malattie contagiose”.

    La Serva di Dio nacque a Palosco, non lontano da Bergamo, il 9 ottobre 1943. A due anni rimase orfana della giovane madre e, insieme ai sei fratelli, fu accudita dalla nonna paterna. Dopo che suo padre si risposò ed ebbe altri due figli, si prese cura dei due fratelli più piccoli, poiché spesso la loro madre era inferma. Dopo le scuole elementari, iniziò a lavorare. Per portare a compimento il proprio discernimento vocazionale, trascorse un certo tempo lavorando nell’ospedale psichiatrico di Varese, nel quale alcune religiose “Suore delle Poverelle” assistevano i malati. La Serva di Dio entrò nella loro Congregazione ed emise la professione religiosa il 25 marzo 1969. Lavorò a Milano, a Torre Boldone e Varese, e nello stesso tempo diventò infermiera caposala e si specializzò in geriatria. Sopportò le difficoltà degli studi con la speranza di andare in Africa come missionaria a curare i bambini malati. Per tre volte chiese di poter partire, cosa che le fu concessa nel 1982. In Zaire curò i malati e i bambini denutriti per quasi 10 anni a Kikwit e Kingasani. Nonostante tutti la dissuadessero a causa dei rischi gravissimi che avrebbe corso, dalla periferia di Kinshasa partì per Kikwit, dove si prese cura delle consorelle contagiate dal virus Ebola.

    I giorni della Serva di Dio erano tutti di grande lavoro e fatica. Ogni sera tuttavia sostava a lungo in preghiera davanti al Crocifisso. Amava l’Eucaristia e la Vergine Maria. Dalla fede traeva così forza per l’apostolato di carità che svolgeva. Rafforzata dalle rinunce e dai sacrifici, era disponibile giorno e notte per i più sofferenti, sempre lieta e premurosa nel loro servizio. La speranza così provata dei fratelli africani venne sostenuta dall’esempio virtuoso della Serva di Dio, che si spese fino in fondo per il bene degli altri. La stessa carità la spinse a non abbandonare le consorelle contagiate dal virus Ebola a Kikwit.

    Mentre si trovava con loro, fu lei stessa colpita dal contagio. Morì a causa di questo il 28 maggio 1995. Già in vita era tenuta in grande considerazione per quanto faceva, dopo la morte fu circondata da una vera e propria fama di santità.

    Poiché questa è andata via via accrescendosi, si decise di introdurre la Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio. Fra il 2013 e il 2015 si sono celebrate le Inchieste diocesane presso la Curia ecclesiastica di Kikwit e le Inchieste rogatoriali presso la Curia ecclesiastica di Bergamo, delle quali questa Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la validità giuridica con decreto del 12 giugno 2015. È stata quindi redatta la Positio e poi si è discusso, alla maniera consueta, se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. I Consultori Teologici hanno dato parere favorevole il 25 giugno 2020. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti il 16 marzo 2021 in Sessione Ordinaria, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei  Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali  Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Vitarosa Zorza (al secolo: Maria Rosa), della Congregazione “Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo”, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 17 marzo nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                                + Fabio Fabene

                                                                                Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                                Segretario

 

 

 

 

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KIKUITENSIS

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servae Dei

VITAROSAE ZORZA

(in seculo: Mariae Rosae)

Congregationis

v.d. “Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo”

(1944-1995)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Confiteor tibi, Pater, Domine caeli et terrae, quod abscondisti haec a sapientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis; etiam, Pater, quia sic placuit ante te” (Lc 10,21).

    Serva Dei Vitarosa Zorza (in saeculo: Maria Rosa) agnoscebat se tam pusillam et pauperculam, quam a Deo dilectam. Egeni atque indigentes caritatem Dei per eam sunt experti. Eadem humilitate et navitatem ad supremum caritatis actum pervenit, videlicet vitam posuit Sororibus adsidens – sicut Beatus Aloisius Maria Palazzolo scripsit – “in tempore morbi contagione vulgati quoque”.

    Serva Dei die 9 mensis Octobris anno 1943 Palosci, non longe a Bergomo, ortum duxit. Iuveni matre, tertium annum agens, orbata est atque, una cum sex fratribus suis, ab avia paterna curata. Cum pater matrimonium alterum inivisset et duos alios liberos habuisset, minimorum fratrum, matre eorum saepe infirma, curam egit. Post litterarum ludum peractum, opus incepit. Ad vocationis suum discrimen complendum, nonnullo spatio apud Varisiense valetudinarum ad mente captos sanados opus praebuit, ubi aliquot religiosae Congregationis v.d. “Suore delle Poverelle” aegrotis adsidebant. Quarum Congregationem Serva Dei ingressa est atque die 25 mensis Martii anno 1969 professionem religiosam emisit. Mediolani, Turri Boldonum ac Baretii est operata, atque eodem tempore facta est nosocoma uniusque valetudinarii partis praeses et seniorum curam percalluit. Studiorum arduis laboravit, Africam uti missionaria ad pueros aegrotos curandos eundi spe sustenta. Ter se proficisci posse postulavit, quod anno 1982 ei est permissum. Decem per annos in Zaire aegrotantes homines puerosque haud satis alitos curavit in oppido v.d. Kikwit et in vico v.d. Kingasani. Tametsi omnes gravissima ob pericula, in quibus erat versatura, dehortarentur, a suburbio Kinshasae profecta est et oppidum v.d. Kikwit petivit, ubi Sorores Ebolaviro confectas curam praestavit.

    Cuncta Servae Dei dies erat magni studii atque laboris. Omni vespere coram Crucifixo orans diu morabatur. Eucharistiam cupiebat et Virginem Mariam diligebat. Ita fide vim trahebat ad caritatis apostolatum quod perficiebat. Incommodis ac iacturis roborata, diu noctuque se egenis promptam ostendebat, quibus in ministrando continenter laeta sedulaque erat. Fratrum Africanarum spes tam fatigata fulta est Servae Dei virtutis exemplo, quae se usque ad finem pro aliorum bono impendit. Eadem caritas impellit eam ne Sorores Ebolaviro adfectas in oppido v.d. Kikwit solas relinqueret.

    Cum quibus conviventi et ei contagio ingruit. Hanc ob rem die 28 mensis Maii anno 1995 obiit. Quae propter opera sua iam in vita magni existimata erat, post mortem vera sanctitatis fama est circumdata.

    Hac fama usque increbrescente, Servae Dei Causam Beatificationis et Canonizationis statutum est instrui. Ab anno 2013 ad annum 2015 apud Curiam ecclesiasticam Kikuitensem Inquisitiones dioecesanae necnon apud Curiam ecclesiasticam Bergomensem Inquisitiones rogatoriales sunt celebratae, quarum iuridicam validitatem haec Congregatio de Causis Sanctorum per decretum diei 12 mensis Iunii anno 2015 agnovit. Positio inde edita est, dein consueto more est disceptatum an Serva Dei christianas virtutes heroico in gradu excoluisset. Theologi Consultores die 25 mensis Iunii anno 2020 positive sunt locuti. Patres Cardinales et Episcopi, die 16 mensis Martii anno 2021 Ordinaria in Sessione congregati, Servam Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroicum in modum exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Vitarosae Zorza (in saeculo: Mariae Rosae), Congregationis v.d. “Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo”, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 17 mensis Martii a. D. 2021.