Causa in corso
Wilhelm Janauschek
- Venerabile Servo di Dio -

Wilhelm Janauschek

(1859 - 1926)

Venerabilità:

- 15 aprile 2014

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore; la sua fu una spiritualità semplice, nascosta nelle piccole cose della vita quotidiana, centrata sulla figura di Maria, profondamente cristocentrica. Non fece opere eclatanti, né si sottopose a particolari penitenze ma, secondo gli insegnamenti di Cristo, mirò al costante rinnovamento interiore attraverso l’orazione e la carità fraterna

  • Biografia
“Il Sacro Cuore mi ha fatto la grazia di una fiducia illimitata in Lui: mi concede di osare molto con Lui. Io comprendo che i successi vengono da Lui e, credo, io cerco di rimandare a Lui l’onore”

 

Il Venerabile Servo di Dio Wilhelm Janauschek nacque a Vienna il 19 ottobre 1859, ottavo figlio dei coniugi Francesco e Maria Puzica e, particolare curioso rivelatoci da un teste, venne battezzato il 23 ottobre, festa del SS.mo Redentore. In completa sintonia con lo spirito profondamente religioso dei genitori, la domestica fece in modo che la religione mettesse solide radici nelle anime dei bambini, tanto che due fratelli di Wilhelm divennero sacerdoti e due sorelle religiose.

Wilhelm fin da ragazzo fu educato alla pietà e tutte le domeniche frequentava con la famiglia la chiesa di Maria am Gestade, dove conobbe i Redentoristi e si affezionò a loro. Dopo essersi preparato con vero spirito di fede e grande diligenza, il Wilhelm Servo di Dio fece la prima confessione il 14 maggio 1867 e, sempre nel Duomo di Santo Stefano di Vienna, ricevette la prima comunione il 23 maggio 1868 e la cresima il 21 maggio 1872. Durante l’adolescenza Wilhelm manifestava un carattere vivace e uno spirito sereno e gioioso, accompagnato da una seria autodisciplina che traspare dall’impegno che egli pose nello studio. Terminate le medie, nell’ottobre 1869, Wilhelm entra come alunno della prima classe dello Schottengymnasium di Vienna, dal quale uscirà nel 1876 senza aver raggiunto il diploma a motivo del suo ingresso nella Congregazione dei Redentoristi.

Infatti, il 14 settembre 1876, accompagnato dalla sua mamma, partì per Eggenburg e si recò al collegio dei Redentoristi e domandò di essere accettato nel noviziato della Congregazione del Santissimo Redentore e, nonostante la giovane età, venne accettato al noviziato e il 3 dicembre 1876 venne ammesso alla vestizione. Assimilò in breve e perfettamente i principi basilari della vita religiosa e li praticò, diventando esempio edificante per i connovizi. Così, il 27 ottobre 1877, al termine del noviziato, fu inviato nella casa di studi della Congregazione dei Redentoristi a Mantern, nella Steiermark e il 28 aprile 1878 emise i voti perpetui. Nello studentato di Mantern, dopo aver completato gli studi ginnasiali, si dedicò agli studi del biennio filosofico e del quadriennio teologico fino al 1882. Allo studio unì sempre l’aspirazione al perfezionamento interiore, rivelandosi anima candida e decisamente orientato verso l’esercizio delle virtù. Per l’impegno che poneva negli studi e per le belle doti umane che manifestava, era circondato da tanta stima e affetto.

Ricevette la tonsura l’8 agosto 1879 insieme con i quattro ordini minori, mentre il 24 agosto 1882 venne ordinato suddiacono, il 27 diacono e il 29 sacerdote. A tutte le cariche e agli impegni affidatigli dedicò tutte le sue forze. Specialmente la sua attività quale socio del Prefetto degli studenti fu così eminente che egli si accattivò in grande misura l’affetto e l’ammirazione degli studenti. Dal 1885 al 1887 tenne la direzione dello Juvenat di Leoben e, come direttore, seppe congiungere una bontà e una dolcezza veramente paterna con una serietà e una prudente severità così felicemente che non solo gli Juvenisti erano contenti di avere un tale direttore, ma anche i loro risultati negli esami pubblici erano soddisfacenti. Il 24 maggio 1890 venne nominato maestro dei novizi a Eggenburg, incarico che gli venne rinnovato per ben tre volte. Nel 1901, il 26 aprile, venne nominato superiore provinciale della provincia austriaca della Congregazione del SS.mo Redentore, una carica che tenne per due trienni consecutivi fino al 1907. Tra gli altri suoi grandi meriti vi sono stati da un lato quello di aver risolto l’annosa diatriba tra case tedesche e case cecoslovacche; dall’altro quello di aver protetto e difeso le case succursali danesi favorendone lo sviluppo. Dopo i sei anni di provincialato, il 26 aprile 1907, fu nominato rettore della casa di Hernals. Durante questo periodo, particolarmente rilevante risulta la missione che compì in Russia dal 10 settembre al 7 novembre 1907. Dopo fu trasferito, il 7 ottobre 1909, come rettore nel convento di Maria Stiegen, rimanendo in questa località e in questa carica fino al 1918, con nomine successive il 21 luglio 1912 e il 25 agosto 1915. Terminato il terzo mandato di rettore, nel 1918 venne trasferito a Vienna Hernals, dove gli venne affidata la carica di ministro, della durata di triennio. Il 19 giugno 1921 venne di nuovo nominato rettore, ma questa volta doveva trasferirsi a Leoben. Dopo essere rimasto a Vienna e dintorni per circa 20 anni lasciava la capitale austriaca con la stessa calma, la stessa serenità con cui aveva prima accettato ogni altro trasferimento. Neppure con una parola P. Wilhelm fece intendere che la separazione dall’attività viennese, alla quale si era abituato, gli riuscisse difficile e dolorosa. Come tutti i precedenti incarichi di P. Janauschek nella funzione di superiore, il triennio trascorso a Leoben fu un periodo di lavoro tranquillo e silenzioso. Più avanzava in età, più cercava di ritirarsi da tutte le distrazioni per vivere meglio il suo dialogo con Dio. Sbrigava con tutta la dovuta fedeltà e precisione quelle mansioni personali che non poteva delegare ad altri. Nel 1924, terminato il mandato a Leoben, fu richiamato a Maria Stiegen e nominato consultore del Provinciale. Gli fu affidata anche la carica di ministro che tenne fino alla morte, avvenuta il 30 giugno 1926, dopo una lunga e dolorosa malattia, affrontata con pazienza grande e confidenza nella volontà di Dio. La notizia della morte si sparse per Vienna in un baleno e im­mediatamente una grande folla, composta di gente di ogni estrazione sociale, accorse per tributare l’estremo e devoto omaggio ad un religioso straordinario. Venne sepolto nel cimitero centrale di Vienna fino al 13 aprile 1934, quando venne riesumata la salma. Il 15 aprile dello stesso anno, dopo che la salma venne posta in una cassa di metallo, fu trasportata nella chiesa di Maria am Gestade, con manifestazioni da parte del popolo che ritornano a testimonianza della fama di santità del Venerabile Servo di Dio.

 

Iter della Causa

Il Processo Informativo si svolse presso la Cura ecclesiastica di Vienna (Austria), dal 14 novembre 1934 al 12 novembre 1937, con l’escussione di cinquantaquattro testi, dei quali due ex officio.

Il Processo Cognizionale si svolse presso la medesima Curia dal 15 dicembre 1978 al 6 aprile 1979, con l’escussione di diciotto testi, dei quali quattro ex officio.

Dal 29 novembre 1983 al 26 gennaio 1984 si svolse un Processo Cognizionale suppletivo, sempre presso la medesima Curia, per l’escussione di due testi ex officio.

La validità giuridica dei Processi fu riconosciuta con il Decreto del 17 novembre 1995.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 24 aprile 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali si soffermarono sul profilo biografico e morale del Venerabile Servo di Dio. La sua fu una spiritualità semplice, nascosta nelle piccole cose della vita quotidiana, centrata sulla figura di Maria, profondamente cristocentrica. Non fece opere eclatanti, né si sottopose a particolari penitenze ma, secondo gli insegnamenti di Cristo, mirò al costante rinnovamento interiore attraverso l’orazione e la carità fraterna.

Tutti i Teologi sottolinearono la sua carità delicata, intrisa di tenerezza e pietà, nonché la particolare attenzione agli altri, manifestata soprattutto nell’intensa attività di Direttore Spirituale e di Confessore. Anche nell’incarico che svolse come formatore e educatore, fu ricordato per lo zelo, l’amabilità e la profonda umanità, unite alla fermezza e alla fedeltà alla Regola della sua Congregazione.

Anche durante la malattia diede prova di grande fortezza, abbandonandosi totalmente alla volontà divina.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si tenne il 18 marzo 2014. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali. Egli manifestò un amore eroico verso Dio, e soprattutto verso il Cuore di Gesù del quale diceva: “Il Sacro Cuore mi ha fatto la grazia di una fiducia illimitata in Lui: mi concede di osare molto con Lui. Io comprendo che i successi vengono da Lui e, credo, io cerco di rimandare a Lui l’onore”.

La tematica del Paradiso fu sempre presente nella sua predicazione e desiderava assistere i moribondi per instillare in essi la speranza nella vita eterna. Trattava con affetto le persone che incontrava; si mostrava sempre premuroso verso tutti, in particolare i poveri, i malati e gli afflitti.

Manifestò l’umiltà, la carità e l’obbedienza soprattutto nei confronti di coloro che gli causarono sofferenze e umiliazioni.

Sempre si comportò da religioso responsabile dinanzi a Dio e alla Chiesa.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa