Alfonso Maria de' Liguori

Alfonso Maria de' Liguori

(1696-1787)

Beatificazione:

- 15 settembre 1816

- Papa  Pio VII

Canonizzazione:

- 26 maggio 1839

- Papa  Gregorio XVI

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 1 agosto

Vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l’evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà

  • Biografia
  • UDIENZA GENERALE 2011
  • UDIENZA GENERALE 2012
“I pulcini delle rondini non fanno altro che gridare, cercando con ciò l’aiuto e l’alimento alle loro madri. Così dobbiamo sempre gridare, chiedendo a Dio soccorso per evitare la morte del peccato, e per avanzarci nel suo santo amore”

 

Nasce a Napoli il 27 settembre 1696 da genitori appartenenti alla nobiltà cittadina.

Quando si nasce in una famiglia nobile come i de’ Liguori, in una grande città come Napoli in un secolo importante come quello dei Lumi e si è il primo di otto figli, si è senz’altro destinati a fare qualcosa di importante. Così, come buon augurio, i genitori battezzano il loro primogenito Alfonso, che significa, appunto, valoroso e nobile. E nessuno più di lui sarà all’altezza del suo nome.

Affidato ai migliori precettori che ci fossero in circolazione, Alfonso dà immediatamente prova delle sue qualità straordinarie: a 12 anni sostiene in maniera eccellente l’esame di ammissione all’università, facoltà di legge, davanti al filosofo Giambattista Vico, e a 16 anni esercita già da avvocato.

Diventa in breve tempo il migliore della città, con la meritata fama di non perdere neppure una causa. Ma il Signore avrà altri piani per lui, che è nato in una famiglia particolarmente toccata dalla grazia: tra gli otto figli, infatti, oltre lui, due saranno monache, uno benedettino e un altro ancora sacerdote secolare. Non è il contesto nobiliare da cui proviene, infatti, quello in cui Lui lo chiama a vivere.

Già durante il lavoro da avvocato Alfonso fa quello che oggi chiamiamo “volontariato”, in particolare presso l’ospedale di Napoli dove visita i malati. Pian piano questa vita lo attrae sempre di più, così decide di lasciare la legge e dedicarsi al Signore. Nel 1726 diventa sacerdote e dedica tutto il suo ministero ai più poveri, che nella Napoli settecentesca sono davvero tanti. Intensa è la sua attività di predicatore e di confessore, e coltiva anche il sogno di partire in missione per l’Oriente.

Nel 1730, durante un riposo forzato sulle montagne sopra Amalfi, Alfonso si trova a discorrere con alcuni pastori e si rende conto di quanto grave sia il loro abbandono umano, culturale e religioso. Questa scoperta lo turba a tal punto che decide di lasciare Napoli per ritirarsi presso l’eremo benedettino di Villa degli Schiavi, vicino Caserta, dove fonda la Congregazione del Santissimo Salvatore, che verrà approvata da Benedetto XIV nel 1749 e prenderà poi il nome attuale di Congregazione del Santissimo Redentore.

La loro missione consisterà nella predicazione improntata alla semplicità apostolica e nell’educazione degli umili. Alfonso prende spunto dalle Cappelle serotine, cioè gruppi guidati da collaboratori del Santo, sia laici che seminaristi, dediti all’evangelizzazione dei ragazzi di strada: un’esperienza che a Napoli aveva avuto immediato successo tanto da raggiungere la quota di 30mila iscritti da educare. In seguito, ai sacerdoti Redentoristi si aggiungeranno anche le monache Redentoriste: il ramo femminile della Congregazione sarà fondato proprio ad Amalfi.

Alfonso ama insegnare e predicare e utilizza anche metodi innovativi come la musica che aveva studiato da ragazzo: sua, ad esempio, è la composizione della celebre “Tu scendi dalle stelle”, immancabile in ogni celebrazione del Santo Natale.

È, inoltre, molto impegnato nelle questioni di morale: tra le molte opere che scrive la più importante è certamente la “Teologia morale” in diversi volumi – ancora oggi studiata – in cui si affrontano questioni come la verginità di Maria e l’infallibilità del Papa molto prima che la Chiesa li fissi come dogmi. Nel 1762, alla venerabile età di 66 anni, Alfonso viene anche nominato vescovo di Sant’Agata dei Goti, nel Beneventano, incarico che lascerà 15 anni dopo per i problemi di salute che lo porteranno alla morte nel 1787.

Canonizzato nel 1839, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori viene proclamato Dottore della Chiesa da Pio IX nel 1871, mentre nel 1950 Pio XII gli conferisce il titolo di “celeste Patrono di tutti i confessori e i moralisti”.

BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 30 marzo 2011

 

Sant'Alfonso Maria de' Liguori

Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei presentarvi la figura di un santo Dottore della Chiesa a cui siamo molto debitori, perché è stato un insigne teologo moralista e un maestro di vita spirituale per tutti, soprattutto per la gente semplice. E’ l’autore delle parole e della musica di uno dei canti natalizi più popolari in Italia e non solo: Tu scendi dalle stelle.

Appartenente a una nobile e ricca famiglia napoletana, Alfonso Maria de’ Liguori nacque nel 1696. Dotato di spiccate qualità intellettuali, a soli 16 anni conseguì la laurea in diritto civile e canonico. Era l’avvocato più brillante del foro di Napoli: per otto anni vinse tutte le cause che difese. Tuttavia, nella sua anima assetata di Dio e desiderosa di perfezione, il Signore lo conduceva a comprendere che un’altra era la vocazione a cui lo chiamava. Infatti, nel 1723, indignato per la corruzione e l’ingiustizia che viziavano l’ambiente forense, abbandonò la sua professione - e con essa la ricchezza e il successo - e decise di diventare sacerdote, nonostante l’opposizione del padre. Ebbe degli ottimi maestri, che lo introdussero allo studio della Sacra Scrittura, della Storia della Chiesa e della mistica. Acquisì una vasta cultura teologica, che mise a frutto quando, dopo qualche anno, intraprese la sua opera di scrittore. Fu ordinato sacerdote nel 1726 e si legò, per l’esercizio del ministero, alla Congregazione diocesana delle Missioni Apostoliche. Alfonso iniziò un’azione di evangelizzazione e di catechesi tra gli strati più umili della società napoletana, a cui amava predicare, e che istruiva sulle verità basilari della fede. Non poche di queste persone, povere e modeste, a cui egli si rivolgeva, molto spesso erano dedite ai vizi e compivano azioni criminali. Con pazienza insegnava loro a pregare, incoraggiandole a migliorare il loro modo di vivere. Alfonso ottenne ottimi risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli. Quando, per desiderio dell’arcivescovo di Napoli, queste riunioni vennero tenute nelle cappelle della città, presero il nome di “cappelle serotine”. Esse furono una vera e propria fonte di educazione morale, di risanamento sociale, di aiuto reciproco tra i poveri: furti, duelli, prostituzione finirono quasi per scomparire.

Anche se il contesto sociale e religioso dell’epoca di sant’Alfonso era ben diverso dal nostro, le “cappelle serotine” appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci anche oggi per una “nuova evangelizzazione”, particolarmente dei più poveri, e per costruire una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale. Ai sacerdoti è affidato un compito di ministero spirituale, mentre laici ben formati possono essere efficaci animatori cristiani, autentico lievito evangelico in seno alla società.

Dopo aver pensato di partire per evangelizzare i popoli pagani, Alfonso, all’età di 35 anni, entrò in contatto con i contadini e i pastori delle regioni interne del Regno di Napoli e, colpito dalla loro ignoranza religiosa e dallo stato di abbandono in cui versavano, decise di lasciare la capitale e di dedicarsi a queste persone, che erano povere spiritualmente e materialmente. Nel 1732 fondò la Congregazione religiosa del Santissimo Redentore, che pose sotto la tutela del vescovo Tommaso Falcoia, e di cui successivamente egli stesso divenne il superiore. Questi religiosi, guidati da Alfonso, furono degli autentici missionari itineranti, che raggiungevano anche i villaggi più remoti esortando alla conversione e alla perseveranza nella vita cristiana soprattutto per mezzo della preghiera. Ancor oggi i Redentoristi, sparsi in tanti Paesi del mondo, con nuove forme di apostolato, continuano questa missione di evangelizzazione. A loro penso con riconoscenza, esortandoli ad essere sempre fedeli all’esempio del loro santo Fondatore.

Stimato per la sua bontà e per il suo zelo pastorale, nel 1762 Alfonso fu nominato Vescovo di Sant’Agata dei Goti, ministero che, in seguito alle malattie da cui era afflitto, lasciò nel 1775, per concessione del Papa Pio VI. Lo stesso Pontefice, nel 1787, apprendendo la notizia della sua morte, avvenuta dopo molte sofferenze, esclamò: “Era un santo!”. E non si sbagliava: Alfonso fu canonizzato nel 1839, e nel 1871 venne dichiarato Dottore della Chiesa. Questo titolo gli si addice per molteplici ragioni. Anzitutto, perché ha proposto un ricco insegnamento di teologia morale, che esprime adeguatamente la dottrina cattolica, al punto che fu proclamato dal Papa Pio XII “Patrono di tutti i confessori e i moralisti”. Ai suoi tempi, si era diffusa un’interpretazione molto rigorista della vita morale anche a motivo della mentalità giansenista che, anziché alimentare la fiducia e la speranza nella misericordia di Dio, fomentava la paura e presentava un volto di Dio arcigno e severo, ben lontano da quello rivelatoci da Gesù. Sant’Alfonso, soprattutto nella sua opera principale intitolata Teologia Morale, propone una sintesi equilibrata e convincente tra le esigenze della legge di Dio, scolpita nei nostri cuori, rivelata pienamente da Cristo e interpretata autorevolmente dalla Chiesa, e i dinamismi della coscienza e della libertà dell’uomo, che proprio nell’adesione alla verità e al bene permettono la maturazione e la realizzazione della persona. Ai pastori d’anime e ai confessori Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana. Sant’Alfonso non si stancava mai di ripetere che i sacerdoti sono un segno visibile dell’infinita misericordia di Dio, che perdona e illumina la mente e il cuore del peccatore affinché si converta e cambi vita. Nella nostra epoca, in cui vi sono chiari segni di smarrimento della coscienza morale e – occorre riconoscerlo – di una certa mancanza di stima verso il Sacramento della Confessione, l’insegnamento di sant’Alfonso è ancora di grande attualità.

Insieme alle opere di teologia, sant’Alfonso compose moltissimi altri scritti, destinati alla formazione religiosa del popolo. Lo stile è semplice e piacevole. Lette e tradotte in numerose lingue, le opere di sant’Alfonso hanno contribuito a plasmare la spiritualità popolare degli ultimi due secoli. Alcune di esse sono testi da leggere con grande profitto ancor oggi, come Le Massime eterneLe glorie di MariaLa pratica d’amare Gesù Cristo, opera – quest’ultima – che rappresenta la sintesi del suo pensiero e il suo capolavoro. Egli insiste molto sulla necessità della preghiera, che consente di aprirsi alla Grazia divina per compiere quotidianamente la volontà di Dio e conseguire la propria santificazione. Riguardo alla preghiera egli scrive: “Dio non nega ad alcuno la grazia della preghiera, con la quale si ottiene l’aiuto a vincere ogni concupiscenza e ogni tentazione. E dico, e replico e replicherò sempre, sino a che avrò vita, che tutta la nostra salvezza sta nel pregare”. Di qui il suo famoso assioma: “Chi prega si salva” (Del gran mezzo della preghiera e opuscoli affini. Opere ascetiche II, Roma 1962, p. 171). Mi torna in mente, a questo proposito, l’esortazione del mio predecessore, il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II: “Le nostre comunità cristiane devono diventare «scuole di preghiera»... Occorre allora che l’educazione alla preghiera diventi un punto qualificante di ogni programmazione pastorale” (Lett. ap. Novo Millennio ineunte, 33,34).

Tra le forme di preghiera consigliate fervidamente da sant’Alfonso spicca la visita al Santissimo Sacramento o, come diremmo oggi, l’adorazione, breve o prolungata, personale o comunitaria, dinanzi all’Eucaristia. “Certamente – scrive Alfonso – fra tutte le devozioni questa di adorare Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi... Oh, che bella delizia starsene avanti ad un altare con fede... e presentargli i propri bisogni, come fa un amico a un altro amico con cui si abbia tutta la confidenza!” (Visite al SS. Sacramento ed a Maria SS. per ciascun giorno del mese. Introduzione). La spiritualità alfonsiana è infatti eminentemente cristologica, centrata su Cristo e il Suo Vangelo. La meditazione del mistero dell’Incarnazione e della Passione del Signore sono frequentemente oggetto della sua predicazione. In questi eventi, infatti, la Redenzione viene offerta a tutti gli uomini “copiosamente”. E proprio perché cristologica, la pietà alfonsiana è anche squisitamente mariana. Devotissimo di Maria, egli ne illustra il ruolo nella storia della salvezza: socia della Redenzione e Mediatrice di grazia, Madre, Avvocata e Regina. Inoltre, sant’Alfonso afferma che la devozione a Maria ci sarà di grande conforto nel momento della nostra morte. Egli era convinto che la meditazione sul nostro destino eterno, sulla nostra chiamata a partecipare per sempre alla beatitudine di Dio, come pure sulla tragica possibilità della dannazione, contribuisce a vivere con serenità ed impegno, e ad affrontare la realtà della morte conservando sempre piena fiducia nella bontà di Dio.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è un esempio di pastore zelante, che ha conquistato le anime predicando il Vangelo e amministrando i Sacramenti, unito ad un modo di agire improntato a una soave e mite bontà, che nasceva dall’intenso rapporto con Dio, che è la Bontà infinita. Ha avuto una visione realisticamente ottimista delle risorse di bene che il Signore dona ad ogni uomo e ha dato importanza agli affetti e ai sentimenti del cuore, oltre che alla mente, per poter amare Dio e il prossimo.

In conclusione, vorrei ricordare che il nostro Santo, analogamente a san Francesco di Sales – di cui ho parlato qualche settimana fa – insiste nel dire che la santità è accessibile ad ogni cristiano: “Il religioso da religioso, il secolare da secolare, il sacerdote da sacerdote, il maritato da maritato, il mercante da mercante, il soldato da soldato, e così parlando d’ogni altro stato” (Pratica di amare Gesù Cristo. Opere ascetiche I, Roma 1933, p. 79). Ringraziamo il Signore che, con la sua Provvidenza, suscita santi e dottori in luoghi e tempi diversi, che parlano lo stesso linguaggio per invitarci a crescere nella fede e a vivere con amore e con gioia il nostro essere cristiani nelle semplici azioni di ogni giorno, per camminare sulla strada della santità, sulla strada strada verso Dio e verso la vera gioia. Grazie.

APPELLO

Depuis longtemps, ma pensée va souvent aux populations de la Côte d’Ivoire, traumatisées par de douloureuses luttes internes et de graves tensions sociales et politiques.

Alors que j’exprime ma proximité à tous ceux qui ont perdu un être cher et souffrent de la violence, je lance un appel pressant afin que soit engagé le plus vite possible un processus de dialogue constructif pour le bien commun. L’opposition dramatique rend plus urgent le rétablissement du respect et de la cohabitation pacifique. Aucun effort ne doit être épargné dans ce sens.

Avec ces sentiments, j’ai décidé d’envoyer dans ce noble Pays, le Cardinal Peter Kodwo Turkson, Président du Conseil pontifical “Justice et Paix”, afin qu’il manifeste ma solidarité et celle de l’Église universelle aux victimes du conflit, et encourage à la réconciliation et à la paix.

* * *

Saluti:

Je salue avec joie les pèlerins francophones venus de Grèce, France et Suisse! Durant ce temps de carême, et toujours, tout chrétien est appelé à la sainteté. Par la prière, par l’amour pour Jésus présent dans l’Eucharistie et par la pratique du sacrement de la réconciliation, vous vous sanctifierez et vous changerez le visage de l’humanité! Avec ma bénédiction!

I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, especially those from England, Norway, Japan, the Philippines and the United States. To the choirs I express my gratitude for their praise of God in song. Upon all of you I cordially invoke the Lord’s blessings of joy and peace.

Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger, heute besonders das Präsidium des Österreichischen Gemeindebundes. Danken wir dem Herrn, der in seiner Vorsehung zu allen Zeiten Heilige wie Alfons Maria von Liguori erweckt, die uns einladen, im Glauben zu wachsen und mit Liebe und Freude unsere christliche Berufung zu leben. Sie zeigen uns durch ihr Leben, daß die Bindung an die Wahrheit und an das Gute zur Reife und zur wahren Selbstverwirklichung führt. Der Herr schenke uns allen dazu seine Gnade.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los alumnos del Seminario menor de Getafe, así como a los grupos provenientes de España, Chile, México y otros países latinoamericanos. Que a ejemplo de san Alfonso María de Ligorio recorramos con alegría nuestro camino de conversión y santidad, y pidamos al Señor que suscite en nuestro tiempo santos y doctores que sepan proponer a todos de una manera sencilla e incisiva el mensaje de Cristo y la belleza de su vida. Muchas gracias.

Amados peregrinos de língua portuguesa, queridos fiéis da paróquia de Santa Maria do Barreiro, na diocese de Setúbal: a minha saudação amiga para todos vós, com votos de um frutuoso empenho na caminhada quaresmal que estais fazendo. Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade de Deus, e testemunhar a todos a sua bondade e misericórdia! Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção Apostólica.

Saluto in lingua polacca:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów, a szczególnie członków Polskiego Związku Niewidomych, który obchodzi sześćdziesięciolecie swego powstania, jak również dziennikarzy, którzy przygotowują się do relacjonowania wydarzeń związanych z beatyfikacją Jana Pawła II. Wszystkim tu obecnym życzę owocnego przeżywania Wielkiego Postu. Niech Bóg wam błogosławi.

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi, in particolare i membri dell’Associazione Polacca dei Ciechi, che festeggia il 60° anniversario di fondazione, nonché i giornalisti che si preparano a divulgare gli eventi legati alla beatificazione di Giovanni Paolo II. A tutti auguro di vivere la Quaresima fruttuosamente. Dio vi benedica!

Saluto in lingua slovacca:

Srdečne pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne z Kňažej ako aj študentov a pedagógov Právnickej fakulty Univerzity Mateja Bela z Banskej Bystrice.
Bratia a sestry, v tejto pôstnej dobe je každý z nás pozvaný k vnútornej obnove, k zmiereniu s Bohom i s ľuďmi.
Prajem vám, aby aj táto púť do Ríma vám pomohla k nastúpeniu tejto cesty obnovy.
Ochotne žehnám vás i vaše rodiny vo vlasti.
Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente quelli da Kňažia come pure gli studenti e i docenti della Facoltà di Diritto dell’Università Matej Bel di Banská Bystrica.
Fratelli e sorelle, in questo tempo di Quaresima ognuno di noi è chiamato al rinnovamento interiore, alla riconciliazione con Dio e con gli uomini. Vi auguro che il pellegrinaggio a Roma vi aiuti a percorrere questo cammino di rinnovamento.
Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria.
Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua ucraina:

З великою радістю вітаю сьогодні Блаженнішого Святослава Шевчука, нового Верховного Архиєпископа Києво-Галицького, разом з єпископами та вірними, які його супроводжують. Запевняю мою постійну молитву, щоб Пресвята Тройця уділяла повноту дарів, зберігаючи в мирі та злагоді любий український народ.

[Ho la gioia di salutare oggi Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, nuovo Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halych, i Vescovi e i fedeli della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, che l’accompagnano. Assicuro la mia costante preghiera, perché la Santissima Trinità conceda abbondanza di beni, confermando nella pace e nella concordia l’amata nazione ucraina.]

Beatitudine, il Signore L’ha chiamata al servizio e alla guida di questa nobile Chiesa, parte di quel popolo che oltre mille anni fa ha ricevuto il Battesimo a Kyiv. Sono certo che, illuminato dall’azione dello Spirito Santo, presiederà la sua Chiesa, guidandola nella fede in Cristo Gesù secondo la propria tradizione e spiritualità, in comunione con la Sede di Pietro, che è vincolo visibile di quella unità per la quale tanti figli non hanno esitato ad offrire persino la propria vita.

In questo momento il mio grato ricordo va anche al Venerato fratello Sua Beatitudine il Card. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore emerito.

Per intercessione della Vergine Maria, Madre di Dio, invoco la benedizione del Signore su di Lei, sui Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e su tutti i fedeli.

Слава Ісусу Христу!

[Sia lodato Gesù Cristo!]

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Acqui, accompagnati dal loro Pastore Mons. Giorgio Micchiardi e dal Vescovo emerito Mons. Livio Maritano, e qui convenuti nel ricordo della loro conterranea, la beata Chiara Badano. Cari amici, vi invito, sull'esempio della vostra Beata, a proseguire nell'impegno di adesione a Cristo e al Vangelo. Saluto i diaconi dell’Arcidiocesi di Milano, che saranno ordinati sacerdoti nel prossimo mese di giugno, ed auguro loro di essere pienamente conformati a Cristo Buon Pastore. Saluto i fedeli della parrocchia Santissimo Nome di Maria in Caserta, nel 25° anniversario di fondazione della loro comunità, incoraggiandoli a proseguire con gioia nell’impegno di evangelizzazione. Saluto i rappresentanti della Lega Italiana Calcio Professionistico e auspico che l’attività sportiva favorisca sempre i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il tempo quaresimale, con i suoi ripetuti inviti alla conversione, vi conduca, cari giovani, a un amore sempre più consapevole verso Cristo e la sua Chiesa; aumenti in voi, cari malati, la certezza che il Signore crocifisso ci sostiene nella prova; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra vita coniugale un cammino di costante crescita nell’amore fedele e generoso.

BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Piazza della Libertà - Castel Gandolfo
Mercoledì, 1° agosto 2012

 

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e la preghiera

Cari fratelli e sorelle!

Ricorre oggi la memoria liturgica di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, Redentoristi, patrono degli studiosi di teologia morale e dei confessori. sant’Alfonso è uno dei santi più popolari del XVIII secolo, per il suo stile semplice e immediato e per la sua dottrina sul sacramento della Penitenza: in un periodo di grande rigorismo, frutto dell’influsso giansenista, egli raccomandava ai confessori di amministrare questo Sacramento manifestando l’abbraccio gioioso di Dio Padre, che nella sua misericordia infinita non si stanca di accogliere il figlio pentito. L’odierna ricorrenza ci offre l’occasione di soffermarci sugli insegnamenti di sant’Alfonso riguardo alla preghiera, quanto mai preziosi e pieni di afflato spirituale. Risale all'anno 1759 il suo trattato Del gran mezzo della Preghiera, che egli considerava il più utile tra tutti i suoi scritti. Infatti, descrive la preghiera come «il mezzo necessario e sicuro per ottenere la salvezza e tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per conseguirla» (Introduzione). In questa frase è sintetizzato il modo alfonsiano di intendere la preghiera.

Innanzitutto, dicendo che è un mezzo, ci richiama al fine da raggiungere: Dio ha creato per amore, per poterci donare la vita in pienezza; ma questa meta, questa vita in pienezza, a causa del peccato si è, per così dire, allontanata - lo sappiamo tutti - e solo la grazia di Dio la può rendere accessibile. Per spiegare questa verità basilare e far capire con immediatezza come sia reale per l’uomo il rischio di «perdersi», sant’Alfonso aveva coniato una famosa massima, molto elementare, che dice: «Chi prega si salva, chi non prega si danna!». A commento di tale frase lapidaria, aggiungeva: «Il salvarsi insomma senza pregare è difficilissimo, anzi impossibile … ma pregando il salvarsi è cosa sicura e facilissima» (II, Conclusione). E ancora egli dice: «Se non preghiamo, per noi non v’è scusa, perché la grazia di pregare è data ad ognuno … se non ci salveremo, tutta la colpa sarà nostra, perché non avremo pregato» (ibid.). Dicendo quindi che la preghiera è un mezzo necessario, sant’Alfonso voleva far comprendere che in ogni situazione della vita non si può fare a meno di pregare, specie nel momento della prova e nelle difficoltà. Sempre dobbiamo bussare con fiducia alla porta del Signore, sapendo che in tutto Egli si prende cura dei suoi figli, di noi. Per questo, siamo invitati a non temere di ricorrere a Lui e di presentargli con fiducia le nostre richieste, nella certezza di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.

Cari amici, questa è la questione centrale: che cosa è davvero necessario nella mia vita? Rispondo con sant’Alfonso: «La salute e tutte le grazie che per quella ci bisognano» (ibid.); naturalmente, egli intende non solo la salute del corpo, ma anzitutto anche quella dell’anima, che Gesù ci dona. Più che di ogni altra cosa abbiamo bisogno della sua presenza liberatrice che rende davvero pienamente umano, e perciò ricolmo di gioia, il nostro esistere. E solo attraverso la preghiera possiamo accogliere Lui, la sua Grazia, che, illuminandoci in ogni situazione, ci fa discernere il vero bene e, fortificandoci, rende efficace anche la nostra volontà, cioè la rende capace di attuare il bene conosciuto. Spesso riconosciamo il bene, ma non siamo capaci di farlo. Con la preghiera arriviamo a compierlo. Il discepolo del Signore sa di essere sempre esposto alla tentazione e non manca di chiedere aiuto a Dio nella preghiera, per vincerla.

Sant’Alfonso riporta l’esempio di san Filippo Neri - molto interessante –, il quale «dal primo momento in cui si svegliava la mattina, diceva a Dio: “Signore, tenete oggi le mani sopra Filippo, perché se no, Filippo vi tradisce”» (III, 3) Grande realista! Egli chiede a Dio di tenere la sua mano su di lui. Anche noi, consapevoli della nostra debolezza, dobbiamo chiedere l’aiuto di Dio con umiltà, confidando sulla ricchezza della sua misericordia. In un altro passo, dice sant’Alfonso che: «Noi siamo poveri di tutto, ma se domandiamo non siamo più poveri. Se noi siamo poveri, Dio è ricco» (II, 4). E, sulla scia di sant’Agostino, invita ogni cristiano a non aver timore di procurarsi da Dio, con le preghiere, quella forza che non ha, e che gli è necessaria per fare il bene, nella certezza che il Signore non nega il suo aiuto a chi lo prega con umiltà (cfr III, 3). Cari amici, sant’Alfonso ci ricorda che il rapporto con Dio è essenziale nella nostra vita. Senza il rapporto con Dio manca la relazione fondamentale e la relazione con Dio si realizza nel parlare con Dio, nella preghiera personale quotidiana e con la partecipazione ai Sacramenti, e così questa relazione può crescere in noi, può crescere in noi la presenza divina che indirizza il nostro cammino, lo illumina e lo rende sicuro e sereno, anche in mezzo a difficoltà e pericoli. Grazie.

Saluti:

Chers pèlerins de langue française, je suis heureux de vous accueillir ce matin! En cette période de congés pour beaucoup d’entre vous, je vous invite à prendre le temps de prier personnellement chaque jour, car la relation avec Dieu est essentielle dans notre vie. N’ayez pas peur de demander au Seigneur la force qui vous manque et qui est nécessaire pour faire le bien, dans la certitude qu’il ne refuse jamais son aide à celui qui le prie avec humilité. Que saint Alphonse de Liguori, dont nous célébrons la fête aujourd’hui, vous aide à marcher avec confiance sur ce chemin! Bon pèlerinage et bon temps de repos à tous!

I greet all the English-speaking pilgrims, especially those from England and the United States. Today the Church celebrates the feast of Saint Alphonsus de’ Liguori, the founder of the Redemptorists, a great moral theologian and a master of prayer. Saint Alphonsus teaches us the beauty of daily prayer, in which we open our minds and hearts to the Lord’s presence and receive the grace to live wisely and well. By his example and intercession, may you and your families come to know God’s saving love and experience his abundant blessings!

Ganz herzlich heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Wir feiern heute den Gedenktag des heiligen Alfons von Liguori. Er ist der Gründer der Redemptoristen und der Patron der Beichtväter. In seinen Schriften erinnert uns der Heilige daran, vor allem eine lebendige Beziehung zu Gott zu verwirklichen. Er hat ein kleines, schönes Buch über das Gebet geschrieben, in dem er uns sagt: Der Mensch braucht die Beziehung zu Gott. Und wie soll er sie haben, wenn nicht anders als dadurch, daß er mit ihm spricht. Das tägliche Gebet und die Teilnahme an den Sakramenten lassen dann die Nähe und Gegenwart Gottes in uns wachsen, die uns hilft, den wahren Lebensweg zu finden. Es gibt ein Wort des heiligen Alfons, das sehr elementar ist: »Wer betet, wird sicher gerettet, wer nicht betet, geht sicher verloren«. Der Heilige Geist helfe uns, daß wir Lust am Beten finden, gerade in den Ferien, und so die innere Beziehung zu Gott herstellen und unser Leben weiter, reicher und größer wird.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Invito a todos, en este tiempo veraniego, a no abandonar nunca la oración, como nos enseña san Alfonso María de Ligorio, pues de nuestra relación con el Señor en la plegaría y los sacramentos depende nuestra salvación. Dios os bendiga.

Com sentimentos de gratidão e estima, saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente o grupo de escuteiros de Alcobaça, invocando sobre os vossos passos a graça do encontro com Deus: Jesus Cristo é a Tenda divina no meio de nós; ide até Ele, vivei na sua graça e tereis a vida eterna. Desça sobre vós e vossas famílias a minha Bênção.

Saluto in lingua polacca:

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków. Witam Siostry Elżbietanki, uczestniczące w seminarium odnowy duchowej w Rzymie. Życzę wam, abyście w modlitewnym duchu przeżywali ważne wydarzenia obchodzone w Polsce w sierpniu: rocznicę Powstania warszawskiego i Cudu nad Wisłą, uroczystości Matki Bożej i wasze pielgrzymki. Modlitwa jest bowiem źródłem odnowy serc. Uczmy się jej wszyscy od świętego Alfonsa Marii Liguoriego, którego dzisiaj wspominamy. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi qui presenti. Do il mio benvenuto alle Suore di Santa Elisabetta che partecipano al seminario di rinnovamento spirituale a Roma. Vi esorto tutti a vivere con intensità spirituale gli importanti anniversari ed eventi che si celebrano nel mese d’agosto in Polonia: l’insurrezione di Varsavia, il „Miracolo sul fiume di Vistola”, le feste della Madonna, i pellegrinaggi. La preghiera, infatti, è la fonte del rinnovamento dei cuori. Impariamo questo da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che oggi ricordiamo. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua slovacca:

Zosrdcavítamslovenskýchpútnikov, osobitne z Bratislavy, Nitry a Košíc. Bratia a sestry, prajem vám, aby váš pobyt v Ríme bol vhodnou príležitosťou na rast viery a povzbudením napredovať veľkodušne v kresťanskom svedectve. Rád udeľujem vám i vašim drahým Apoštolské požehnanie. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Di cuore do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, specialmente a quelli provenienti da Bratislava, Nitra e Košice. Fratelli e sorelle, auguro che il vostro soggiorno a Roma sia una significativa occasione di crescita nella fede ed incoraggiamento a proseguire con generosità nella testimonianza cristiana. Volentieri imparto a voi ed a vostri cari la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!

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Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le Figlie di Maria Immacolata, le Serve di Maria Santissima Addolorata e le Suore Catechiste del Sacro Cuore, che prendono parte alle assemblee capitolari dei rispettivi Istituti religiosi. Saluto poi i ragazzi dell’Oratorio di Gandino e di Bonate Sotto, come pure quelli provenienti dalle zone dell’Emilia Romagna e della Lombardia colpite dal recente terremoto. Saluto infine i giovani i malati e egli sposi novelli. Tutti esorto a rendere ovunque una gioiosa testimonianza evangelica.