Bronisław Markiewicz

Bronisław Markiewicz

(1842-1912)

Beatificazione:

- 19 giugno 2005

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 30 gennaio

Sacerdote polacco, fondatore dei padri e delle suore di San Michele Arcangelo

  • Biografia
  • angelus
"Vorrei raccogliere milioni di ragazzi abbandonati, di tutti i popoli, nutrirli gratuitamente e vestire il loro corpo e il loro spirito"

 

Bronisław Markiewicz nacque il 13 luglio 1842 a Pruchnik in Polonia, nell’odierna arcidiocesi di Przemyśl dei Latini, sesto di undici figli di Giovanni Markiewicz, borgomastro della città, e Marianna Gryziecka. Ricevette, in seno alla famiglia, una solida formazione religiosa. Tuttavia, più tardi, nel periodo dei suoi studi ginnasiali a Przemyśl, sperimentò un certo vacillamento nella fede causato, in gran parte, dall'ambiente fortemente antireligioso che regnava nella scuola. Riuscì, però, a superarlo abbastanza presto riacquistando serenità e pace interiore.

Conseguito il diploma di maturità, il giovane Bronislao, nel 1863, entrò nel Seminario Maggiore di Przemyśl sentendosi chiamato da Dio al sacerdozio. Completato il regolare iter degli studi il 15 settembre 1867 venne ordinato sacerdote. Dopo sei anni di lavoro pastorale, in qualità di vicario, nella parrocchia di Harta e nel Duomo di Przemyśl, volendo prepararsi ancora di più per lavorare con la gioventù, studiò per due anni pedagogia, filosofia e storia nelle Università di Leopoli e di Cracovia. Nel 1875 venne nominato parroco a Gać e nel 1877 a Blażowa. Nel 1882 gli fu affidato l'insegnamento di teologia pastorale nel Seminario Maggiore di Przemyśl.

Sentendosi chiamato anche alla vita religiosa, nel mese di novembre del 1885, partì per l'Italia ed entrò tra i Salesiani avendo la gioia di incontrare San Giovanni Bosco nelle cui mani, il 25 marzo 1887, emise i voti religiosi.

Da salesiano svolse diversi incarichi affidatigli dai superiori e cercò di adempierli con dedizione e zelo. A causa dell'austerità di vita e della diversità di clima, nel 1889 P. Bronislao si ammalò gravemente di tisi, così da essere considerato prossimo alla morte. Ripresosi dalla malattia, fece la convalescenza, sempre in Italia, fino a quando, il 23 marzo 1892, con il permesso dei Superiori, rientrò in Polonia dove assunse l'incarico di parroco a Miejsce Piastowe, nella sua diocesi di origine Przemyśl.

Oltre all'attività parrocchiale ordinaria, Bronislao Markiewicz si dedicò, nello spirito di San Giovanni Bosco, alla formazione della gioventù povera e orfana. Per essa aprì a Miejsce Piastowe un Istituto, nel quale offriva ai suoi educandi sia il sostegno materiale che quello spirituale, preparandoli alla vita con la formazione professionale nelle scuole aperte presso l'Istituto stesso. Nel 1897 decise di fondare, a questo scopo, due nuove Congregazioni religiose basate sulla spiritualità di S. Giovanni Bosco adattando le sue regole alla specificità del proprio carisma. Accolto nuovamente tra il clero della diocesi di Przemyśl P. Markiewicz continuò l'attività di parroco e di direttore dell'Istituto (Società) cui diede il nome di Temperanza e Lavoro (1898), cercando di ottenere la sua approvazione come Congregazione religiosa, sotto la protezione di San Michele Arcangelo, con un ramo maschile e uno femminile. L’ approvazione venne concessa solo qualche anno dopo la sua morte: nel 1921 al ramo maschile e nel 1928 a quello femminile.

P. Bronislao continuò, sempre con l’approvazione e la benedizione del Vescovo, san Giuseppe Sebastiano Pelczar, la sua attività di formatore dei giovani e dei ragazzi orfani ed abbandonatiavvalendosi dell'aiuto di collaboratori alla cui preparazione e formazione contribuì sempre egli stesso. Già a Miejsce Piastowe egli aveva offerto la casa e la formazione a centinaia di ragazzi consumandosi per loro interamente. Desideroso di fare sempre di più in loro favore, nel mese di agosto del 1903, P. Markiewicz aprì una nuova casa a Pawlikowice, vicino a Cracovia, dove trovarono casa e possibilità di formazione spirituale e professionale più di 400 orfani.

La dedizione totale ai ragazzi, l’abnegazione eroica di se stesso, un lavoro immane da compiere, fecero esaurire ben presto le forze di P. Markiewicz minando la sua salute, già molto compromessa per i disturbi avuti in Italia. Tutto ciò lo condusse abbastanza rapidamente al termine del suo pellegrinaggio terreno, avvenuto il 29 gennaio 1912.

Sia prima sia dopo la morte, egli è stato considerato un uomo fuori del comune. Aumentando sempre più la fama di santità di P. Bronislao, i Superiori dei due Istituti religiosi di San Michele Arcangelo, da lui fondati, chiesero al Vescovo di Przemyśl di istruire il processo di beatificazione del loro Fondatore che ebbe inizio nel 1958. Completato l’intero iter della Causa, il 2 luglio 1994, alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, fu promulgato il decreto sull'eroicità delle virtù di P. Bronislao Markiewicz e dieci anni dopo, precisamente il 20 dicembre 2004, il decreto sul miracolo operato da Dio per l’intercessione di P. Bronislao. Era così aperta la strada per la sua beatificazione.

Sul filo delle numerose testimonianze e dei ricordi personali, ci piace sottolineare il grande amore che il Beato Markiewicz aveva per il Signore e per il prossimo, specialmente quello più povero, trascurato, abbandonato ed orfano a cui dedicò tutto se stesso. Era profondamente desideroso di accogliere un numero sempre maggiore di ragazzi e di offrire loro quel calore umano che ad essi tanto mancava. Questo profondo desiderio è espresso nelle sue parole: “Vorrei raccogliere milioni di ragazzi abbandonati, di tutti i popoli, nutrirli gratuitamente e vestire il loro corpo e il loro spirito”.

A questo imperativo dell’amore unito alla sua coraggiosa – considerati i tempi di allora – opzione per i poveri, rimase fedele fino alla morte accettando eroicamente tutte le conseguenze che scaturirono da tali scelte.

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 19 giugno 2005

 

Cari Fratelli e Sorelle!

Si celebra domani, 20 giugno, la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite per tenere viva l’attenzione sui problemi di coloro che debbono abbandonare forzatamente la Patria. Il tema di quest’anno - "Il coraggio di essere rifugiato" – pone l’accento sulla forza d’animo richiesta a chi deve lasciare tutto, a volte perfino la famiglia, per scampare a gravi difficoltà e pericoli. La Comunità cristiana si sente vicina a quanti vivono questa dolorosa condizione; si sforza di sostenerli e in diversi modi manifesta loro il suo interessamento e il suo amore che si traduce in concreti gesti di solidarietà, perché chiunque si trova lontano dal proprio Paese senta la Chiesa come una patria dove nessuno è straniero.

L’attenzione amorevole dei cristiani verso chi è in difficoltà e il loro impegno per una società più solidale si alimentano continuamente con la partecipazione attiva e consapevole all’Eucaristia. Chi si nutre con fede di Cristo alla mensa eucaristica assimila il suo stesso stile di vita, che è lo stile del servizio attento specialmente alle persone più deboli e svantaggiate. La carità operosa, infatti, è un criterio che comprova l’autenticità delle nostre celebrazioni liturgiche (cfr Lett. ap. Mane nobiscum Domine, 28). L’Anno dell’Eucaristia, che stiamo vivendo, aiuti le comunità diocesane e parrocchiali a ravvivare questa capacità di andare incontro alle tante povertà del nostro mondo.

Quest’oggi vogliamo affidare, in particolare, gli uomini, le donne e i bambini che vivono la condizione di rifugiati alla materna protezione di Maria Santissima, che, insieme allo sposo san Giuseppe e al piccolo Gesù, conobbe l’amarezza dell’esilio, quando l’assurda persecuzione del re Erode costrinse la santa Famiglia a fuggire in Egitto (Mt 2,13-23). Preghiamo la Vergine Santissima perché questi nostri fratelli e sorelle incontrino sulla loro strada accoglienza e comprensione. 

Dopo l'Angelus:

Si conclude oggi, a Varsavia, il Congresso Eucaristico della Polonia. Durante la solenne concelebrazione sono stati iscritti nell'albo dei Beati tre figli di quella nobile Nazione: Ladislao Findysz, Bronislao Markiewicz e Ignazio Kłopotowski. Auspico che questo significativo evento ecclesiale contribuisca a rafforzare lo spirito di riconciliazione fraterna, fondamento necessario per l'edificazione della comunione di quanti partecipano all'unica mensa di Cristo. Così il Redentore rimarrà sempre nelle nostre famiglie, come è detto nel tema del Congresso: "Rimani, Signore, nelle nostre famiglie - Pozostań Panie w naszych rodzinach".

Niech Bóg wam błogosławi! [Dio vi benedica].

Je salue les pèlerins de langue française, présents ce matin à l’Angélus, notamment les membres de la communauté des paroisses de Schleithal-Trimbach, invitant tous les fidèles, à la suite de la Vierge Marie, à être des témoins de l’Évangile.

Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi parrocchiali provenienti da Trieste, Modena, Pogliano Milanese, Montopoli in Val d’Arno, Civitanova Marche Alta, Andria, Ceglie Messapica, Guagnano, Battipaglia, Marsico Vetere, Serrastretta, Cuturella di Cropani, Spezzano Piccolo. Saluto inoltre il gruppo dell’OFTAL di Brescia, il Centro Volontari della Sofferenza dalle diocesi di Napoli e di Firenze e l’associazione "Easy-Rider".

Auguro a tutti voi una buona domenica, una buona settimana e un buon tempo di vacanze.

Grazie per tutto! Arrivederci!