Gerardo Maiella

Gerardo Maiella

(1726-1755)

Beatificazione:

- 29 gennaio 1893

- Papa  Leone XIII

Canonizzazione:

- 11 dicembre 1904

- Papa  Pio X

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 16 ottobre

Religioso della Congregazione del Santissimo Redentore, che, rapito da un intenso amore per Dio, abbracciò ovunque si trovasse un austero tenore di vita e, consumato dal suo fervore per Dio e per le anime, si addormentò piamente ancora in giovane età

  • Biografia
  • discorso Pio X
"Vado a farmi Santo"

 

Gerardo Maiella nacque a Muro Lucano (Potenza) il 6 aprile 1726 da una famiglia molto povera.

Svolse la professione di sarto, ma con scarso successo, poiché la sua vocazione era un’altra: tentò di diventare Cappuccino, come uno zio materno, ma fu rifiutato, riuscendo infine a farsi accettare dai Redentoristi sotto la guida di Paolo Cafaro ed emise i voti come fratello coadiutore, svolgendo poi nel convento le mansioni più umili.

In convento svolse le mansioni più umili. Calunniato da una donna, sopportò tutto con esemplare mitezza e pazienza.

Trasferito nella vallata del Sele, svolse in paesini isolati una grande opera di apostolato, comunicando a coloro che l'avvicinavano la sua ricchezza spirituale.

Morì nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 1755 a soli 29 anni, dei quali appena tre passati in convento.

DISCORSO DEL SANTO PADRE PIO X

ALLOCUZIONE AI VESCOVI

 

Venerabili fratelli,

Io avrei voluto ricevervi ad uno ad uno, in udienza particolare, e parlare a ciascuno di voi os ad os. Ma in mezzo ad una tale affluenza — voi medesimi lo riconoscerete — il mio desiderio, per quanto fosse ardente, non poteva essere soddisfatto. Del resto la maggior parte di voi desidera rientrare nelle proprie diocesi, ed in ciò merita tutta la mia approvazione ; poiché nulla è più dolce ad un Padre, che di trovarsi in mezzo ai suoi figli, specialmente alla vigilia della santa solennità del Natale. Ricevete adunque adesso i miei ringraziamenti, per aver risposto al mio invito e, colla vostra presenza, resi più solenni sia la festa di Maria Immacolata, sia la canonizzazione dei nuovi santi, Alessandro Sauli e Gerardo Maiella.

Ricevete nello stesso tempo il saluto affettuoso di Colui che si sente per voi padre e fratello. Congedandovi, io vi lascio come addio le parole dell'Apostolo: Gaudium meum et corona mea! Sì, voi siete la mia gioia! perchè chiamati a dividere con me le fatiche apostoliche, nel governo della Chiesa di Gesù Cristo, io aspetto da voi, a giusto titolo, la più generosa e più efficace collaborazione. Voi siete la mia corona! perchè le virtù che brillano in voi aumentano lo splendore della dignità della quale il Signore ha voluto rivestirmi, nonostante la pochezza del mio merito.

I tempi si fanno difficili e dolorosi per la Chiesa cattolica: non turbiamoci. Sulla terra la Chiesa è militante: a noi l' essere i capitani che conducono le milizie al combattimento. Non abbiamo noi, come potente incoraggiamento, la certezza della vittoria? Davanti ai nostri occhi sono sempre queste divine parole: Non veni pacem mittere sed gladium. Si me persequuti sunt, et vos persequentur. Sed confidite, ego vici mundum.

Se noi sappiamo essere, per la dottrina, la luce del mondo; per i nostri esempi, il sole della terra; se in una parola noi facciamo valere come un tesoro, ciò che San Paolo raccomandava ai suoi discepoli, Tito e Timoteo, cioè primo la santità e la perfezione della vita, secondo il vigore della dottrina, terzo lo spirito di abnegazione e di sacrificio, quarto lo zelo attivo ed illuminato, quinto la carità forte e dolce ad un tempo, noi ci concilieremo l'amore e la venerazione dei buoni, la stima e il rispetto dei nostri stessi nemici.

In quest' opera difficile sia nostro sostegno l'amorosa Provvidenza di Colui che inviando i proprii apostoli per il mondo come agnelli in mezzo ai lupi, li rassicurò e li esortò a non temere di nulla, persuasi che egli si terrebbe sempre allato a loro: Ecce ego vobiscum sum usque ad consummationem saeculi.

D' altra parte la difficoltà dell' opera, posta a confronto delle nostre povere forze, ci porterà a considerarci sempre come strumenti inutili nelle mani del Signore, ed a ricorrere a Lui nelle nostre più grandi necessità. Egli ci esaudirà e così ci farà ripetere: Omnia possum in eo qui me confortai. Io non vi faccio, venerabili fratelli, che una sola raccomandazione: vegliate sui seminarii e sugli aspiranti al sacerdozio: voi lo sapete: troppo spira sul mondo un soffio d' indipendenza mortifero per le anime, e questa indipendenza si è introdotta anche nel santuario; indipendenza non solo riguardo all' autorità, ma altresì riguardo alla dottrina. Ne deriva che alcuni dei nostri giovani chierici, animati da questo spirito di critica senza freni che domina oggidì, giungono a perdere ogni rispetto per la scienza derivata dai nostri grandi maestri, dai padri e dottori della Chiesa, interpreti della dottrina rivelata. Se mai aveste nei seminarii uno di questi sapienti di nuovo conio, liberatevene prestamente, e a nessun costo imponetegli le mani. Voi ve ne ripentirete sempre di averlo ordinato, non fosse che uno solo; non mai di averlo escluso.

Rientrando nelle vostre diocesi voi direte ai vostri fedeli che il Santo Padre li benedice tutti di cuore e si raccomanda alle loro preghiere. Ognuno di voi, il giorno festivo che crederà opportuno potrà dare solennemente al popolo la benedizione papale coll' indulgenza plenaria per coloro che si saranno confessati e comunicati. Ch'essa vi accompagni durante il vostro viaggio, questa benedizione che io dò a tutti voi con uno speciale affetto, nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo.

 

PIUS PP. X