Giovanni Schiavo

Giovanni Schiavo

(1903 - 1967)

Venerabilità:

- 14 dicembre 2015

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 28 ottobre 2017

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 27 gennaio

Sacerdote professo della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo); fu inviato giovane prete in Brasile, dove ha lavorato con zelo al servizio del popolo di Dio e della formazione dei religiosi e delle religiose

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
“Padre, io sempre ho voluto fare la tua volontà”

 

Giovanni Schiavo nacque a Sant’Urbano, frazione di Montecchio Maggiore (Italia) l’8 luglio 1903, in una famiglia di profonda formazione umana e cristiana. Dopo aver frequentato la Scuola Apostolica dei Giuseppini del Murialdo, nel 1918 entrò nella Congregazione di San Giuseppe e fu accolto dal Ven. Servo di Dio Eugenio Reffo, Superiore Generale e successore del Fondatore San Leonardo Murialdo. Il 13 agosto 1925, compiuto il cammino formativo, emise la professione perpetua e il 10 settembre 1927 fu ordinato sacerdote. Dal 1927 svolse il suo apostolato a Montecchio Maggiore. Nel 1931 fu inviato dai Superiori in Brasile, nella diocesi di Caxias do Sul, nel Rio Grande do Sul, dove i Giuseppini del Murialdo erano presenti da circa venti anni. Ad Ana Rech, fu Maestro dei novizi e Formatore sino al 1936, quando ricevette l’incarico di direttore della scuola e parroco a Galópolis. La sua opera feconda rese scomoda la presenza dei Giuseppini del Murialdo nella suddetta località, perché denunciavano le ingiustizie verso gli operai. Di fatto, nel gennaio del 1937 i religiosi furono costretti ad abbandonare la località di Galópolis. Rientrato ad Ana Rech, mantenne l’incarico di Direttore e Vice-provinciale del Brasile dal 1937 al 1940, rappresentando il Superiore Provinciale, allora residente a Buenos Aires (Argentina).

Dal 1941 al 1945, fu Maestro dei novizi nella Fazenda Souza, da lui costruita per essere sede di noviziato e seminario minore. Nel 1946, a seguito della costituzione della provincia autonoma del Brasile, divenne primo Superiore Provinciale.

In tale servizio si dedicò alla costruzione del centro educativo Abrigo de Menores São José, e di altre scuole, collegi, parrocchie ed opere missionarie per l’apostolato a beneficio dei bambini e degli adolescenti, soprattutto poveri.

Nel 1954 seguì l’inserimento in terra brasiliana della Congregazione delle Suore Murialdine di San Giuseppe, di cui fu Direttore, Animatore e Padre Spirituale.

Cessato l’incarico di Superiore Provinciale, nel 1955, fu nominato Consigliere Provinciale nel 1962 e nel 1964. Dal 1966 le sue precarie condizioni di salute declinarono rapidamente.

A causa di un tumore al fegato, morì il 27 gennaio del 1967 a Caxias do Sul (Brasile).

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Caxias do Sul (Brasile), dal 25 ottobre 2001 al 18 ottobre 2003, in cinquantuno Sessioni, con l’escussione di trentotto testi, di cui cinque ex officio.

Inoltre fu istruita un’Inchiesta Rogatoriale nella Diocesi di Roma, dal 6 marzo al 19 luglio 2002, con l’escussione di tre testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 19 novembre 2004.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 12 febbraio 2015. I Consultori, dopo aver ripercorso il profilo biografico del Beato, sottolinearono la sua figura di sacerdote umile e discreto. Ebbe uno stile di vita semplice, dedito esclusivamente alla sequela Christi. Riteneva che il raccoglimento e la preghiera costante erano gli unici strumenti utili per “curare” la propria umanità e viverla secondo il Vangelo. Particolare delicatezza dimostrò nel prodigarsi affinché le Suore Murialdine fossero riconosciute come Consorelle dei Padri Giuseppini. Si distinse per l’obbedienza verso i Superiori, per la sobrietà, l’affidamento alla Misericordia di Dio e la carità ai poveri. Spiccò in lui il carisma dell’educazione della gioventù, proprio dei Giuseppini del Murialdo. La formazione, unita all’evangelizzazione in terra di missione, erano per lui strumenti di promozione umana.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Beato.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 27 ottobre 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Beato, si soffermò sul suo amore per il popolo del Signore, in particolare per i poveri, nei quali vedeva la presenza di Dio. Accoglieva tutti con semplicità e delicatezza. Visse lontano da clamori ed eventi straordinari, manifestando la concretezza della spiritualità del Vangelo nel nascondimento e nella discrezione. L’equilibrio e la moderazione accompagnarono la sua azione missionaria e di governo e resero possibile l’esercizio prudente e coscienzioso degli incarichi di responsabilità che gli furono affidati. Si dedicò con generosità alla missione, privilegiando sempre le situazioni di maggiore disagio, soprattutto dei più giovani.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza unanimemente affermativa.

 

PER LA BEATIFICAZIONE

In vista della sua Beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto al giudizio di questa Congregazione delle Cause dei Santi la guarigione prodigiosa di un uomo. L’evento ebbe luogo a Caxias do Sul (Brasile) nel 1997. Nonostante avesse sempre goduto di buona salute, l’uomo il 12 settembre di quell’anno fu sottoposto a intervento urgente a causa di una trombosi acuta della vena mesenterica superiore, che gli aveva provocato gravi danni all’intestino. Il chirurgo ipotizzò un intervento di ampia resezione; ma, trovandosi nell’impossibilità di eseguirlo per la gravità e l’estensione della lesione intestinale né di praticare alcuna altra terapia, formulò una prognosi infausta in breve e fece trasferire il paziente nel reparto di terapia intensiva. Davanti a questa terribile situazione la moglie dell’infermo e tutta la famiglia cominciarono a pregare intensamente Giovanni Schiavo, molto famoso per le sue virtù e popolarmente venerato come taumaturgo, la cui tomba non è lontana dalla loro abitazione. Sotto il guanciale dell’infermo posero una piccola immagine del Beato. Le preghiere continuarono e si intensificarono nell’arco di una settimana, alla fine della quale il paziente fu dimesso e fece ritorno a casa in buona salute e senza alcun esito a distanza.

Sulla guarigione, ritenuta miracolosa, presso la Curia ecclesiastica di Caxias do Sul dal 19 marzo al 12 settembre 2009 fu istruita l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 4 giugno 2010. La Consulta Medica del Dicastero, nella seduta del 18 febbraio 2016, ha riconosciuto che la guarigione fu rapida, completa e duratura, inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche. Il 16 giugno 2016 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. Il 18 ottobre 2016 ha avuto luogo la Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi, presieduta da me.

E in entrambi gli incontri collegiali, sia dei Consultori che dei Cardinali e Vescovi, è stata posta la questione se si tratti di miracolo operato da Dio, è stata data risposta affermativa.

Il 1° dicembre 2016 il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del Decreto sul Miracolo.

Beato João Schiavo (1903-1967)

Homília (*1)

Angelo Card. Amato, SDB

1. A pouco mais de cinquenta anos da morte, a Igreja eleva hoje às honras dos altares o Beato João Schiavo, missionário italiano da Congregação de São José(*2) , fundada por São Leonardo Murialdo.
Ele se santificou aqui, nesta terra brasileira, pátria de santos e de mártires. Depois da canonização de Frei Galvão, que ocorreu em São Paulo em 2007, há duas semanas atrás, na Praça de São Pedro, em Roma, o Papa Francisco canonizou os protomártires brasileiros: Santo André de Soveral, Santo Ambrósio Francisco Ferro, sacerdotes diocesanos, São Mateus Moreira, laico, e 27 companheiros, mortos em ódio à fé em Cunhaú e Uruaçu em 1645. Foram vítimas inocentes e inermes dos inimigos da Igreja.
O seu sacrifício, no entanto, não foi inútil. As raízes da florescente igreja brasileira são de facto saldas e vigorosas, porque banhadas pelo sangue dos mártires.
Penso que, no elenco dos santos brasileiros, possa pertencer com razão, o Beato João Schiavo. Ele se sentia intimamente brasileiro. Tinha passado toda a sua vida sacerdotal e apostólica no Brasil, encontrando aqui o terreno fértil para viver e praticar em modo heróico o Evangelho de Jesus Cristo.

2. A sua luminosa figura é caracterizada pela tensão à santidade e pelo dinamismo apostólico, manifestado no cuidado e no paterno acompanhamento vocacional dos jovens.
Desde jovem manifestou cedo propósitos de santidade. Em 1930, por exemplo, escreveu: «Só uma coisa espero e desejo até ao desespero, fazer-me santo». E alguns anos mais tarde: «Quero fazer-me santo. Santo ou ir para o inferno. Farei bem todas as coisas. A cada coisa feita mal, farei penitência. Meu Deus, quero ser santo»(*3).
Disse uma testemunha: «O povo considerava santo o P. João pela sua maneira de ser, pelo modo de celebrar e acolher as pessoas. Entre os confrades, a grande maioria é da mesma opinião do povo, dizendo que, na realidade, era um homem santo»(*4).
Suor Moroso da Cunha afirma: «Muitos consideravam Padre João um santo. Esta fama de santidade tinha o seu fundamento na sua bondade, na humildade, na coerência de conduta, no bom exemplo e na sua vida evangélica»(*5).
Suor Regina Manica acrescenta: «Eu era ainda aspirante quando já se falava da santidade do Padre João. Isto tinha como fundamento a sua maneira de rezar, de tratar as pessoas, de pregar e o testemunho de vida. Nos pedia que nós nos fizéssemos santas»(*6).
Amavelmente os seus confrades diziam que Padre João tinha um defeito, o de estar muito tempo na capela. Acrescentavam também que tinha o defeito da bondade(*7).

Aprofundemos este aspeto característico do nosso Beato, a sua bondade, a sua caridade, a sua amorosidade, a sua gentileza. Esta vinha da fonte da caridade divina. A celebração a celebração quotidiana da Santa Missa era a cátedra da qual provinham as inspirações para praticar o bem. Uma Irmã testemunha: «A vida interior do Padre João se baseava no amor de Deus e no abandono à Divina Providência. […] Padre João vivia sempre na presença de Deus e era contemplativo(*8)».
A sua jaculatória preferida era: «Jesus, manso e humilde de coração, fazei o nosso coração semelhante ao vosso». Padre Aleixo Susin atesta: «Padre João amava imensamente Deus e, como consequência deste amor amou todos nós(*9)».
Por isso ele era capaz de derramar sobre os outros o amor que tinha por Deus, acolhendo cordialmente pequenos e grandes, mulheres e homens, sempre com o mesmo sorriso e simplicidade, fazendo assim transparecer o amor misericordioso de Deus.
Acolhia todos indistintamente com cordialidade e gentileza. Procurava levar sobre a reta via aqueles que erravam, dialogando amorosamente e rezando. Perdoava os pecadores e esquecia as indelicadezas e as ofensas. Tinha uma ternura especial pelos pobres e pelas famílias em dificuldade, que visitava, ajudava, confortava.
Um dia lhe roubaram o sobretudo. O Beato reagiu calmo e sereno: «Aquele que o roubou tinha mais frio do que eu»(*10).
Enfim, a santidade do Padre João não era desencarnada, mas operativa, vivida em modo concreto, fazendo-se tudo a todos, sobretudo mediante a caridade. Tinha um coração bom e uma paciência infinita. Era serviçal, grande trabalhador e amava o
Os testemunhos recolhidos no processo para a beatificação são concordes no afirmar que o Padre Schiavo manteve estes seus propósitos, vivendo de um modo eminentemente virtuoso. Seja em vida que depois da sua morte, era muito difundida a fama da sua santidade não só entre os seus confrades e as Irmãs Murialdinas, mas também entre o povo.

sacrifício: «Abriu instituições a favor de rapazes pobres e necessitados. Não deixou nunca de acolher pessoas pobres e necessitadas, mesmo se eram importunas»(*11).
Era no entanto prudente. Numa ocasião no almoço disse aos confrades que tinha ganho metade do dinheiro. «Em que sentido?». E ele respondeu: «Veio um italiano a pedir-me em empréstimo uma certa soma de dinheiro. Eu lhe dei só a metade daquilo que me pedia, de contrário teria perdido tudo»(*12).

4. Padre João era um apóstolo dinâmico e criativo. A ele se deve o desenvolvimento das Obras Josefinas no Brasil, o início de um verdadeiro aspirantado, a formação religiosa dos primeiros Confrades brasileiros, o reconhecimento oficial das escolas. Acompanhou com zelo infatigável as Irmãs Murialdinas brasileiras, que atingiram em breve tempo, um notável crescimento no campo escolar, religioso e assistencial.
Era enfim um missionário pio, trabalhador e inteiramente abandonado à Divina Providência.
O que é que nos diz hoje o nosso Beato? No prefácio dos santos, a Igreja nos faz rezar assim: «Na vida dos santos o Senhor nos oferece um exemplo, na sua intercessão um auxílio, na comunhão de graça um vínculo de amor fraterno».
O Beato João Schiavo hoje convida a todos nós, e sobretudo os Confrades e as Irmãs Murialdinas, a tender para a santidade. É de fato, a santidade que promove as virtudes das pessoas, mas também os talentos da sociedade inculcando nela a fraternidade, o respeito, a cooperação, a compreensão, que são a expressão concreta da caridade.
O nosso Beato nos faz abrir os olhos para ver e fazer o bem. Semeando no nosso coração, nas nossas comunidades, nas nossas famílias, na sociedade o bem se poderão recolher os frutos do bem, que são amor, perdão, alegria, amizade, partilha.
Assim foi a existência do Padre Schiavo. Comtemplemo-lo, imitemo-lo e imploremos a sua intercessão.

Beato João Schiavo, ora por nós!

*1-Proferida em Caxias do Sul (Brasil), a 28 de Outubro de 2017.
*2-Nasce a Montecchio Maggiore na província de Vicenza a 8 de Julho de 1903. Entrou nos Josefinos de Murialdo, foi ordenado sacerdote a 10 de Julho de 1927. Chegou ao Brasil em Setembro de 1931. Em 1941 fundou o Seminário Menor em Fazenda de Souza. Foi superior provincial e coordenador da nascente Congregação das Murialdinas no Brasil. Morreu a 27 de Janeiro de 1967.
*3-Positio, Informatio super virtutibus, p.15-16.
*4-Ib. p. 65
*5-Ib. p. 95.
*6-Ib. p. 96.
*7-Ib. p. 96.
*8-Ib. p. 34.
*9-Ib .p. 34.
*10-Ib. p. 41.
*11-Ib .p. 42.
*12-Ib. p. 88.