Maria Carola Cecchin

Maria Carola Cecchin

(1877 - 1925)

Venerabilità:

- 23 novembre 2020

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 05 novembre 2022

- Papa  Francesco

Religiosa professa della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, rivelò piena e incondizionata adesione a Dio, fonte di verità, e il suo totale abbandono in Lui dall’inizio sino alla fine della sua vita

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
La sua esistenza fu un continuo atto di fede. Paziente e benigna, ha dato a tutti senza aspettarsi nulla

 

    Maria Carola Cecchin (al secolo: Fiorina) nacque il 3 aprile 1877 a Cittadella (Padova, Italia). A 18 anni chiese di entrare nella Congregazione delle Suore Dorotee di Vicenza, che però non l’accettò a causa della fragilità della sua salute. Tuttavia, grazie alla mediazione del suo parroco e direttore spirituale, venne accolta nella Casa Cottolengo di Bigolino (Treviso). Il 27 agosto 1896 iniziò il postulandato nella Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino e, il 2 ottobre 1897, il noviziato. Il 6 gennaio 1899, emise la professione religiosa, ricevendo l’incarico di cuoca nelle comunità di Giaveno e, poi, di Torino.

    Nel 1905 fu inviata in Kenya, insieme a quattro suore Cottolenghine e a due Missionari della Consolata. Alle suore veniva richiesta la gestione delle stazioni missionarie, la conoscenza di qualche nozione di catechismo e di medicina, la disponibilità ad insegnare a leggere e scrivere e ad educare i giovani.

    Iniziò così un periodo complesso e fecondo: le difficoltà del clima, del tenore di vita, della cultura e della lingua, della collaborazione con un altro Istituto Religioso, Missionari della Consolata, venivano affrontate con spirito di dedizione generosa, di bontà verso le popolazioni africane e con il desiderio di annunciare il Vangelo. Fu madre e sorella per tutti, catechista instancabile nei villaggi.

    Nominata superiora, venne destinata a varie comunità, ultima delle quali fu quella di Tigania, dove si ammalò gravemente. Intanto, con il passare degli anni, la collaborazione con i Missionari della Consolata era divenuta sempre più difficoltosa. Si trattava non solo di divergenze sullo stile di evangelizzazione, ma anche di problemi che avevano ripercussioni concrete sulle condizioni di vita delle suore. Dopo molti tentativi andati a vuoto da parte dei superiori della Piccola Casa della Divina Provvidenza, papa Benedetto XV ordinò formalmente di consentire il rimpatrio delle suore Cottolenghine che si trovavano in Kenya. Ultima delle 44 religiose a rientrare in Italia, già gravemente ammalata, morì sul piroscafo Porto Alessandretta il 13 novembre 1925, a 48 anni. Secondo le normative igieniche, il corpo fu consegnato alle acque del Mar Rosso.

    Ella rivelò piena e incondizionata adesione a Dio, fonte di verità, e il suo totale abbandono in Lui dall’inizio sino alla fine della sua vita. La sua esistenza fu un continuo atto di fede. La sua vita spirituale fu nutrita dalla Parola di Dio, da altre solide letture spirituali e sostenuta da intensa preghiera e adorazione. Con Gesù s’intratteneva a lungo, attingendo quella linfa vitale necessaria per essere sempre disponibile verso il prossimo facendosi tutta a tutti. Offriva tutte le sue fatiche al Signore per le anime. Ebbe un grande amore alla Croce di Gesù. La Croce è considerata da lei non solo via, ma il più grande dono da accogliere e vivere come un privilegio. Visse eroicamente la virtù della speranza come attesa fiduciosa, certezza della realizzazione di ciò in cui si crede e si ama, perseveranza nel cammino, anche se irto di difficoltà. Il cuore della Venerabile Serva di Dio era sempre rivolto al Signore e al Paradiso dove poter godere, in eterno, quell’unione con Dio già a lungo sperimentata in questa vita. Tutta la sua vita fu intessuta di carità eroica. Era paziente e benigna, dava a tutti senza aspettare nulla da nessuno; tutto sopportava.

    Per la beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato l’asserita miracolosa ripresa vitale, attribuita alla sua intercessione, di un bambino che nel momento della nascita mostrava “assenza prolungata delle attività vitali (cardiaca, respiratoria, neurologica)”. L’evento accadde nel 2013 tra Gatunga e Matiri, nel Tharaka (Meru, Kenya). Il 12 aprile 2013 la madre, si presentò al Catholic Health Center di Gatunga per sospetto travaglio in fase iniziale. Rimasta in osservazione tutta la notte, il giorno successivo venne dimessa dopo essere stata visitata in assenza di indagini strumentali e di laboratorio. La sera del 13 la Signora si recò nuovamente in ospedale, dove decisero di trasferirla all’ospedale Sant’Orsola di Matiri, distante circa due ore di auto, per effettuare un taglio cesareo in urgenza. Alle 3.55 partirono su una Land Rover, con il kit per il parto, l’autista, l’infermiere ostetrico, una suora e la partoriente.

    Dopo circa un’ora di viaggio il gruppo si fermò perché la Signora stava partorendo e, alle 4.55 del 14 aprile, nacque il bambino. Il neonato si presentava cianotico, con assenza di riflessi, senza tono muscolare, non piangeva e non respirava. A distanza di un minuto, l’infermiere lo definì “nato morto”. Vani risultarono i tentativi di stimolazione e di rianimazione; a dieci minuti dalla nascita, il neonato non mostrava alcuna comparsa dei parametri vitali. Nel frattempo la madre era peggiorata e presentava una grave emorragia, per cui l’attenzione dei presenti veniva rivolta a lei, che chiedeva continuamente se il bambino fosse vivo. Fu allora che la suora invocò Maria Carola Cecchin. A 30 minuti dalla nascita, il neonato cominciò a presentare movimenti al torace e agli arti e comparvero l’attività cardiaca, il tono muscolare ed i riflessi; il colorito diventò sempre più roseo e il neonato cominciò a piangere.

    Le preghiere a Maria Carola Cecchin furono rivolte anche dalle consorelle della comunità di Gatunga. Sussiste il nesso causale tra l’invocazione e l’improvvisa ripresa dei segni vitali del neonato. I genitori del bambino, di religione metodista, pur non conoscendo la Beata, ritennero sin da subito che il figlio fosse vivo per un miracolo, tanto che i nonni aggiunsero al suo nome quello di “Kiama”, che significa “Miracolato”.

 

TORINO

 

Beatificazione e Canonizzazione della

Serva di Dio

MARIA CAROLA CECCHIN

(al secolo: FIORINA)

della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo

(1877-1925)

_________________

DECRETO SULLE VIRTÙ

 

    “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).

    Animata dalle parole Caritas Christi urget nos (2Cor 5,14) che il Santo Fondatore aveva scelto ad ispirare la sua opera, la Serva di Dio Maria Carola Cecchin (al secolo: Fiorina) fu tra le prime Suore della Congregazione ad andare in Africa per annunciare il Vangelo. La sua sincera fede e la luminosa speranza, per cui pregustava sulla terra la gioia dell’incontro con Cristo, resero la sua vita esempio di virtù e fecondità apostolica.

    La Serva di Dio nacque a Cittadella, nel territorio della diocesi di Padova, il 3 aprile 1877. Dai propri genitori imparò ad amare Dio e a pregare ogni giorno. Nel silenzio dell’animo e nella purezza del cuore percepì i segni della vocazione religiosa e fu accolta dalle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo prima in Veneto, nel paese di Bigolino, dove si occupò per un po’ di tempo delle orfanelle, poi a Torino. Indossò l’abito e prese il nome di Suor Maria Carola. Emise la professione religiosa il 6 gennaio 1899 e nelle case di Giaveno e di Torino venne impiegata in cucina. Era obbediente, umile, dedita alla preghiera.

    Nel 1905 partì per il Kenya, dove per 20 anni fu madre e sorella dei poveri e dove vide ogni tipo di miseria e sofferenza. Alle ragazze delle città di Limuru e di Tuthu insegnava il catechismo. Con grande zelo visitava gli ammalati nei villaggi. Fu superiora della case nelle località di Iciagaki, Mogoiri, Wambogo e Tigania. La gente la chiamava “madre buona” e la sua presenza alle suore e ai missionari procurava pace.

    La sua operosità nasceva da un profondo amore per Dio, per il quale seppe fare della propria vita un dono a lui per il bene degli altri. Mai trascurò la preghiera, nella quale trovave una profonda comunione con il Signore. Con fedeltà e fortezza affrontava le difficoltà dell’apostolato e gli incomodi della vita d’ogni giorno nelle foreste, nelle steppe, nella savana e nelle brughiere presso Meru. Con serenità seppe accogliere anche i sintomi della malattia che l’avrebbe portata alla morte.

    Quando i superiori della Piccola Casa della Divina Provvidenza avevano decisero la fine della missione in Africa e stabilirono che le Suore rientrassero a Torino, la Serva di Dio volle essere l’ultima a partire. Si addormentò nel Signore il 13 novembre 1925, sul piroscafo che la portava in Italia. Alla Suora che era con lei aveva detto: “Preghiamo che il regno di Cristo venga in noi, nelle anime che abbiamo lasciato, e che la fede si propaghi”. Il suo corpo fu dato alle onde del Mar Rosso. La sua testimonianza di carità per Dio e per il prossimo è rimasta viva, specialmente nei luoghi della missione, e negli anni alla sua fama di santità si è aggiunta una certa fama di segni.

    In virtù di questa fama di santità e di segni, è stata istruita la Causa di Beatificazione e Canonizzazione. Il 24 aprile 2014 presso la Curia ecclesiastica di Torino è stata aperta l’Inchiesta diocesana, che l’Arcivescovo Metropolita ha chiuso il 7 ottobre dello stesso anno. Il 29 maggio 2015 questa Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il decreto sulla validità giuridica di tale inchiesta. È stata quindi confezionata la Positio e sottoposta al giudizio dei Consultori Storici il 10 ottobre 2017. Si è quindi discusso alla maniera consueta se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Con esito favorevole si è tenuto il 4 febbraio 2020 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria il 10 dicembre 2020, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Fatta quindi di tutte queste cose un’accurata relazione al Sommo Pontefice Francesco mediante il sottoscritto Prefetto, Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti di questa Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna ha dichiarato: Constano le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le virtù cardinali di Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza e Fortezza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Maria Carola Cecchin (al secolo: Fiorina) della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha dato incarico di pubblicare il presente decreto e di metterlo agli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 23 novembre 2020.

 

+ Marcello Semeraro

Prefetto

 

                                                                        + Marcello Bartolucci

                                                                        Arciv. tit. di Bevagna

                                                                        Segretario

 

 

 

 

 

________________________

 

 

 

 

 

TAURINENSIS

 

Beatificationis et Canonizationis

Servae Dei

MARIAE CAROLAE CECCHIN

(in saeculo: FLORINAE)

e Congregatione Sororum Sancti Iosephi Benedicti Cottolengo

(1877-1925)

______________

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

    “Amen, amen dico vobis: Nisi granum frumenti cadens in terram mortuum fuerit, ipsum solum manet; si autem mortuum fuerit, multum fructum affert” (Io 12,24).

    Verbis “Caritas Christi urget nos” (2Cor 5,14) quae Sanctus Fundator elexerat ad operam suam inflandam excitata, Serva Dei Maria Carola Cecchin (in saeculo: Florina) inter primas Congregationis Sorores fuit quae Evangelii nuntii causa Africam petiverunt. Vera fides et illustris spes, qua Christi gaudialem occursum in terris praegustabat, virtutum et apostolicae fecunditatis exemplum vitam eius reddiderunt.

    Serva Dei Civitatulae, intra fines dioecesis Patavinae, die 3 mensis Aprilis anno 1877 nata est. A parentibus Deum diligere et cotidie orare didicit. In silentio animi et cordis puritate vocationis religiosae signa percepit, ergo a Sororibus Sancti Iosephi Benedicti Cottolengo primum Venetiae, in vico v.d. Bigolino, ubi nonnullo tempore pupillas curavit, deinde Augustae Taurinorum recepta est. Habitum induit et Sororis Mariae Carolae nomen assumpsit. Professionem religiosam die 6 mensis Ianuarii anno 1899 emisit et in domibus Iaveni et Augustae Taurinorum ad coquinam adhibita est. Oboediens, humilis, precationi intenta erat.

    Anno 1905 ad Keniam profecta est, ubi viginti fere per annos pauperum mater sororque fuit, necnon cuiuslibet generis miserias ac dolores vidit. Urbium v.d. Limuru et Tuthu puellas ad catechismum instituebat. Ingenti zelo aegrotantes in pagis visitabat. In locis v.d. Iciagaki, Mogoiri, Wambogo et Tigania domum rexit. “Mater bona” a populo nuncupabatur et praesentia eius in sororibus missionariisque pacem suscitabat.

    Industria eius ab alta caritate in Deum gignebatur, propter quam vitam suam oblationem ei pro bono proximi facere valuit. Unquam orationem neglexit, in qua summam communionem cum Domino inveniebat. Fidelitate et fortitudine apostolatus laboribus et omnium dierum vitae incommodis in silvis, in desertis vastisque, in herbidi campis vel in tescis apud urbem v.d. Meru occurrebat. Ad mortem eam laturi morbi signa etiam placide accepit.

    Cum Parvae Domus Divinae Providentiae superiores missionis Africanae finem decrevissent et ut Sorores Augustam Taurinorum redirent statuerent, Serva Dei ultima proficisci voluit. Die 13 mensis Novembris anno 1925, super pyroschapham eam in Italiam ferentem, in Domino obdormivit. Sorori quae aderat dixerat: “Oremus ut Regnum Christi in nobis, in animis quas dereliquimus adveniat et ut Fides propagetur”. Corpus eius in Maris Rubri undas collatum est. Eius caritatis in Deum et in proximum testimonium perdurat, maxime in eius missionis regionibus, et in annis ad eius sanctitatis famam quaedam signorum quoque fama accessit.

    Hac sanctitatis et signorum fama Causa Beatificationis et Canonizationis instructa est. Die 24 mensis Aprilis iuxta Curiam ecclesiasticam Taurinensem Inquisitio dioecesana aperta est, quam Archiepiscopus Metropolitanus die 7 mensis Octobris eodem anno clausit. Haec Congregatio de Causis Sanctorum de illius inquisitionis iuridica validitate decretum die 29 mensis Maii anno 2015 edidit. Positio exarata est, quae Consultorum Historicorum iudicio die 10 mensis Octobris anno 2017 est subiecta. Inde more solito an Serva Dei christianas virtutes heroico in gradu exercuisset disceptatum est. Fausto cum exitu, die 4 mensis Februarii anno 2020 Consultorum Theologorum Peculiaris Congressus habitus est. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria in Sessione die 10 mensis Decembris anno 2020 congregati, Servam Dei heroicum in modum theologales, cardinales iisque adnexas virtutes excoluisse agnoverunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota huius Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Mariae Carolae Cecchin (in saeculo: Florinae) e Congregatione Sororum Sancti Iosephi Benedictio Cottolengo, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum opublici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 11 mensis Decembris a. D. 2020.