María de Jesús Sacramentado Venegas de la Torre

María de Jesús Sacramentado Venegas de la Torre

(1868-1959)

Beatificazione:

- 22 novembre 1992

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 21 maggio 2000

- Papa  Giovanni Paolo II

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 30 luglio

Vergine, religiosa che per cinquantaquattro anni si dedicò alla cura degli infermi in un piccolo ospedale per i poveri, nel quale fondò la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù; Si distinse per la sua umiltà e semplicità, per i modi affabili con le sorelle, gli ammalati e le persone in genere; aveva un particolare modo di comportarsi con i vescovi e i sacerdoti

 

  • Biografia
  • Omelia
  • il miracolo
  • omelia di beatificazione
"I vecchi sono viaggiatori che se ne vanno e bisogna accompagnarli con la maggior tenerezza possibile"

 

In un piccolo villaggio del municipio di Zapotlanejo, Jal., Messico, l'8 settembre 1868 nasce Maria Navidad Venegas de la Torre. La sua vita si sviluppa in un clima di semplicità, senza eventi straordinari. Nella sua infanzia rimane orfana di madre e all'età di 19 anni muore suo padre e lei viene affidata alle cure di una zia paterna. Maria Navidad sentiva una forte attrazione per la vita religiosa; l'8 dicembre 1898 entra a far parte dell'Associazione delle Figlie di Maria e rafforza con questa esperienza il suo spirito di preghiera e con questo la sua vita interiore mentre cresce in lei l'amore per Gesù Eucaristia. 

Era l'anno 1905 e Maria Navidad desiderava ardentemente consacrare la sua vita al servizio dell'Amato, perciò, su invito del suo direttore spirituale partecipa ad alcuni Esercizi Spirituali nella città di Guadalajara, e come frutto di questi decide di entrare a far parte di una piccola comunità di signorine dedite alla cura degli infermi nell'Ospedale del Sacro Cuore fondato dal Vescovo Atenogene Silva y Alvarez Tostado. 

Esercitò come infermiera con abnegazione, era servizievole e squisitamente caritatevole; si distinse per la sua umiltà, semplicità per modi affabili con le sorelle, gli ammalati e le persone in genere; aveva un particolare modo di comportarsi con i vescovi e i sacerdoti in cui vedeva il prolungamento di Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote. Il 25 gennaio 1921 fu nominata Superiora Generale; poco tempo dopo scrive le Costituzioni delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, che vengono approvate nel 1930 e con questo avvenimento l'Istituto è riconosciuto dalla Chiesa Diocesana; in questa data emette la sua Professione Perpetua prendendo il nome di Maria di Gesù Sacramentato

Il 30 luglio 1959 spirò affidando la sua anima al Creatore, piena di pace, dopo aver ricevuto i sacramenti. 

OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

CANONIZZAZIONE DI 27 NUOVI SANTI

Domenica, 21 maggio 2000

 

1. "Non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità" (1 Gv 3, 18). Questa esortazione, presa dall'Apostolo Giovanni nel testo della seconda lettura di questa celebrazione, ci invita a imitare Cristo, vivendo al contempo in stretta unione con Lui. Gesù stesso ce lo ha detto nel Vangelo appena proclamato:  "Come il tralcio non può fare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me" (Gv 15, 4).

Attraverso l'unione profonda con Cristo, iniziata nel Battesimo e alimentata dalla preghiera, dai sacramenti e dalla pratica delle virtù evangeliche, uomini e donne di tutti i tempi, quali figli della Chiesa, hanno raggiunto la meta della santità. Sono santi perché hanno posto Dio al centro della loro vita e hanno fatto della ricerca e della diffusione del suo Regno la ragione della loro esistenza; santi perché le loro opere continuano a parlare del loro amore totale per il Signore e i fratelli, recando copiosi frutti, grazie alla loro fede viva in Gesù Cristo e al loro impegno ad amare, anche i nemici, come Lui ci ha amato.

2. All'interno del pellegrinaggio giubilare dei messicani, la Chiesa è lieta di proclamare santi questi figli del Messico:  Cristóbal Magallanes e 24 compagni martiri, sacerdoti e laici; José María de Yermo y Parres, sacerdote fondatore delle Religiose Serve del Sacro Cuore di Gesù, e María de Jesús Sacramentado Venegas, fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù.

Per partecipare a questa solenne celebrazione, onorando così la memoria di questi illustri figli della Chiesa e della vostra Patria, voi pellegrini messicani siete venuti in gran numero, accompagnati da un nutrito gruppo di Vescovi. Vi saluto tutti con grande affetto. La Chiesa in Messico si rallegra di poter contare su questi intercessori nel cielo, modelli di carità suprema, avendo seguito le orme di Gesù Cristo. Tutti donarono la propria vita a Dio e ai fratelli, attraverso il martirio o il cammino dell'offerta generosa al servizio dei bisognosi. La fermezza della loro fede e la speranza li sostennero nelle diverse prove alle quali furono sottoposti. Sono una preziosa eredità, frutto della fede radicata nelle terre messicane, la quale, agli albori del terzo millennio del cristianesimo, deve essere conservata e rivitalizzata affinché continuiate ad essere fedeli a Cristo e alla sua Chiesa come avete fatto nel passato. Messico sempre fedele!

3. Nella prima lettura abbiamo ascoltato come Paolo si muoveva a Gerusalemme:  "parlando apertamente nel nome del Signore e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo" (At 9, 28-29). Con la missione di Paolo si prepara l'opera di propagazione della Chiesa, portando il messaggio evangelico in ogni luogo. In questa opera non sono mai mancate le persecuzioni e le violenze contro gli annunciatori della Buona Novella. Tuttavia, al di sopra delle avversità umane, la Chiesa può contare sulla promessa dell'assistenza divina. Perciò abbiamo udito che "la Chiesa era dunque in pace... essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo" (At 9, 31).

Possiamo applicare questo passo degli Atti degli Apostoli alla situazione che dovettero vivere Cristóbal Magallanes e i suoi 24 compagni, martiri nel primo trentennio del XX secolo. La maggior parte apparteneva al clero secolare e tre di essi erano laici seriamente impegnati ad aiutare i sacerdoti. Non abbandonarono il coraggioso esercizio del loro ministero quando la persecuzione religiosa aumentò nell'amata terra messicana, scatenando un odio per la religione cattolica. Tutti accettarono liberamente e serenamente il martirio come testimonianza della propria fede, perdonando in modo esplicito i loro persecutori. Fedeli a Dio e alla fede cattolica tanto radicata nelle comunità ecclesiali che servivano, promuovendo anche il loro benessere materiale, sono oggi un esempio per tutta la Chiesa e per la società messicana in particolare.

Dopo le dure prove che la Chiesa sostenne in Messico in quegli anni convulsi, oggi i cristiani messicani, incoraggiati dalla testimonianza di questi testimoni della fede, possono vivere in pace e in armonia, apportando alla società la ricchezza dei valori evangelici. La Chiesa cresce e progredisce, essendo il crogiolo dove nascono abbondanti vocazioni sacerdotali e religiose, dove si formano famiglie secondo il piano di Dio e dove i giovani, parte considerevole del popolo messicano, possono crescere con la speranza in un futuro migliore. Che il luminoso esempio di Cristóbal Magallanes e dei suoi compagni martiri vi spinga a un rinnovato impegno di fedeltà a Dio, capace di continuare a trasformare la società messicana affinché in essa regnino la giustizia, la fraternità e l'armonia fra tutti!

4. "Questo è il mio comandamento:  che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato" (1 Gv 3, 23). Il mandato per eccellenza che Gesù ha dato ai suoi è di amarsi fraternamente come egli ci ha amato (cfr Gv 15, 12). Nella seconda lettura che abbiamo ascoltato, il comandamento ha un duplice aspetto:  credere nella persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio, professandolo in ogni momento, e amarci gli uni gli altri perché Cristo stesso ce lo ha prescritto. Questo comandamento è così importante per la vita del credente da trasformarsi nel presupposto necessario affinché abbia luogo la inabitazione divina. La fede, la speranza e l'amore portano ad accogliere esistenzialmente Dio come cammino sicuro verso la santità.

Si può dire che fu questo il cammino intrapreso da José María de Yermo y Parres, che visse il suo dono sacerdotale a Cristo aderendo a Lui con tutte le sue forze, e al contempo distinguendosi per il suo atteggiamento fondamentalmente orante e contemplativo. Nel Cuore di Cristo trovò la guida per la sua spiritualità, e considerando il suo amore infinito per gli uomini, volle imitarlo facendo della carità la regola della sua vita.

Il nuovo Santo fondò le religiose Serve del Sacro Cuore di Gesù e dei Poveri, denominazione che riunisce i suoi due grandi amori, che esprimono nella Chiesa lo spirito e il carisma del nuovo santo.

Care Figlie di San José María de Yermo y Parres:  vivete con generosità la ricca eredità del vostro fondatore, cominciando dalla comunione fraterna in comunità e prolungandola nell'amore misericordioso per il fratello, con umiltà, semplicità ed efficacia, e, al di sopra di tutto, in perfetta unione con Dio.

5. "Rimanete in me e io in voi... Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla" (Gv 15, 4-5). Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù ci ha esortato a rimanere in Lui, per unire a sé tutti gli uomini. Questo invito esige di portare a termine il nostro impegno battesimale, di vivere nel suo amore, d'ispirarsi alla sua Parola, di alimentarsi con l'Eucaristia, di ricevere il suo perdono e, quand'è necessario, di portare con Lui la croce. La separazione da Dio è la tragedia più grande che l'uomo possa vivere. La linfa che giunge al tralcio lo fa crescere; la grazia che proviene da Cristo ci rende adulti e maturi affinché rechiamo frutti di vita eterna.

Santa María de Jesús Sacramentado Venegas, prima messicana canonizzata, seppe rimanere unita a Cristo nella sua lunga esistenza terrena e per questo recò frutti abbondanti di vita eterna. La sua spiritualità fu caratterizzata da una singolare pietà eucaristica, poiché è chiaro che cammino eccellente per l'unione con il Signore è cercarlo, adorarlo, amarlo nel santissimo mistero della sua presenza reale nel Sacramento dell'Altare.

Volle prolungare la sua opera con la fondazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, che proseguono oggi nella Chiesa il suo carisma della carità verso i poveri e i malati. Di fatto, l'amore di Dio è universale, intende giungere a tutti gli uomini; perciò la nuova Santa comprese che il suo dovere era di diffonderlo, prodigandosi in attenzioni verso tutti fino alla fine dei suoi giorni, anche quando l'energia fisica diminuì e le dure prove attraversate nel corso dell'esistenza ridussero le sue forze. Fedelissima nell'osservanza delle costituzioni, rispettosa verso i Vescovi e i sacerdoti, sollecita con i seminaristi, Santa María de Jesús Sacramentado è un'eloquente testimonianza di consacrazione assoluta al servizio di Dio e dell'umanità dolente.

6. Questa solenne celebrazione ci ricorda che la fede comporta una relazione profonda con il Signore. I nuovi santi ci insegnano che i veri seguaci e discepoli di Gesù sono coloro che compiono la volontà di Dio e che sono uniti a Lui mediante la fede e la grazia.

Ascoltare la parola di Dio, rendere armoniosa la propria esistenza, mettendo al primo posto Cristo, fa sì che la vita dell'essere umano si configuri a Lui. Il "rimanete in me e io in voi" continua ad essere l'invito di Gesù che deve risuonare continuamente in ognuno di noi e nel nostro ambiente. San Paolo, accogliendo questa stessa chiamata, poté esclamare:  "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20). Che la Parola di Dio proclamata in questa liturgia faccia sì che la nostra vita sia autentica rimanendo esistenzialmente uniti al Signore, amando non solo a parole ma con i fatti e nella verità (cfr 1 Gv 3, 18)! Così la nostra vita sarà realmente "per Cristo, con Cristo ed in Cristo".

Stiamo vivendo il Grande Giubileo dell'Anno 2000. Fra i suoi obiettivi vi è quello di "suscitare in ogni fedele un vero anelito alla santità" (Tertio Millennio adveniente, n. 42). Che l'esempio di questi nuovi Santi, dono della Chiesa in Messico alla Chiesa universale, spinga i fedeli, con tutti i mezzi a loro disposizione e soprattutto con l'aiuto della grazia di Dio, a ricercare con coraggio e decisione la santità!

Che la Vergine di Guadalupe, invocata dai martiri nel momento supremo del loro dono di sé, alla quale San José María de Yermo e Santa María de Jesús Sacramentado Venegas professarono una così tenera devozione, accompagni con la sua materna protezione i buoni propositi di quanto onorano oggi i nuovi Santi e aiuti coloro che seguono il loro esempio, guidi e protegga anche la Chiesa affinché, con la sua azione evangelizzatrice e la testimonianza cristiana di tutti i suoi figli, illumini il cammino dell'umanità nel terzo millennio cristiano! Amen.

Prima messicana canonizzata, la sua spiritualità fu caratterizzata da una singolare pietà eucaristica, poiché il cammino eccellente per l'unione con il Signore è cercarlo, adorarlo, amarlo nel santissimo mistero della sua presenza reale nel Sacramento dell'Altare.

Fu beatificata da Sua Santità Giovanni Paolo II il 22 novembre 1992, Festa di Cristo Re, nella Basilica di San Pietro a Roma.

Il miracolo riconosciuto per la sua Canonizzazione, riguarda il Sig. Anastasio Ledezma Mora, che fu portato all'Ospedale del Sacro Cuore, per essere sottoposto ad operazione chirurgica. Dopo l'anestesia, si manifestò una lentezza cardiaca, che aumentò gradatamente fino all'arresto totale del cuore e delle arterie. Al momento si tentarono terapie di rianimazione, ma invano, tanto che l'infermo cadde in coma profondo. I medici e gli infermieri presenti nella sala operatoria, così come sua moglie e le religiose Figlie del Sacro Cuore di Gesù, invocarono l'intercessione della Beata Maria de Jesùs Sacramentado. Dopo 10 o 12 minuti i battiti si ristabilirono e aldilà di quanto i medici potevano aspettarsi, l'infermo non patì alcun danno cerebrale e dopo pochi giorni fu sottoposto ad emicolectomia con colostomia definitiva, senza alcuna complicazione. Si considerò come sorprendente la ripresa del battito cardiaco gravemente interrotto.

BEATIFICAZIONE DI 22 SACERDOTI, 3 LAICI E
DI MADRE MARÍA DE JESÚS SACRAMENTADO VENEGAS

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 22 novembre 1992

 

1. “Con il sangue della sua croce” (Col 1, 20). Nell’odierna solennità la Chiesa proclama che Cristo Re è “generato prima di ogni creatura. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è . . . il principio. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose” (Col 1, 15. 17-20). E proprio per abbracciare questa pienezza, cioè l’universale dimensione del regno di Cristo, la Chiesa rivolge il suo sguardo alla croce. Il regno di Cristo, infatti, si è compiuto per mezzo della croce: “Con il sangue della sua croce” (Col 1, 20). Sulla croce di Gesù fu posta una scritta che doveva rendere noto il motivo della sua condanna a morte: “Questi è il re dei Giudei” (Lc 23, 38). Per alcuni essa fu oggetto di scherno, ma per il buon ladrone, che aveva subito la stessa condanna, diventò fonte di speranza: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23, 42).

2. Così, sul Calvario, la verità relativa al regno di Cristo fu annunciata a voce alta tra i supplizi della crocifissione. Nel nostro secolo, questa stessa verità è stata suggellata con la morte dei martiri messicani, che la Chiesa oggi eleva alla gloria degli altari: “Con il sangue della sua croce” anch’essi hanno testimoniato Cristo come Re e hanno proclamato il suo regno per l’intera loro patria, che in quel tempo era messa alla prova da una sanguinosa persecuzione. Ecco come l’odierna Parola di Dio descrive la regalità di Cristo: “Egli è anche il capo del corpo (cioè) della Chiesa”: Egli è “il primogenito di coloro che risuscitano dai morti”; Colui che ha “il primato su tutte le cose” (Col 1, 18). Nell’anno in cui si compiono cinque secoli dall’inizio dell’evangelizzazione dell’America, le Chiese di quel grande continente proclamano tutte insieme questa stessa verità: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8).

La Chiesa presente in terra messicana si unisce nell’annunziare questa medesima verità grazie alla testimonianza dei suoi martiri, che oggi abbiamo la gioia di vedere nella gloria dei beati.

3. Hoy la Iglesia contempla con inmensa alegría la singular grandeza de veintiséis de sus hijos, quienes en reconocimiento del Reinado de Cristo ofrecieron heroicamente sus vidas, expresando así que, si Dios lo es todo y todo lo hemos recibido de Él, es justo entregarse totalmente a Él, único Absoluto, fuente inagotable de vida y de paz.

Durante las duras pruebas que Dios permitió que experimentara su Iglesia en México, hace ya algunas décadas, estos mártires supieron permanecer fieles al Señor, a sus comunidades eclesiales y a la larga tradición católica del pueblo mexicano. Con fe inquebrantable reconocieron como único soberano a Jesucristo, porque con viva esperanza aguardaban un tiempo en el que volviera a la nación mexicana la unidad de sus hijos y de sus familias.

Para participar en la solemne beatificación de los nuevos mártires, estáis aquí tantos Hermanos Obispos y numerosos grupos de peregrinos mexicanos. A todos dirijo mi más afectuoso saludo y os aliento a seguir manteniendo encendida la antorcha de la fe en vuestras comunidades eclesiales, pues estos mártires son para vuestra nación una genuina expresión de ¡México, siempre fiel!

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

3. Oggi la Chiesa contempla con immensa gioia la singolare grandezza di ventisei dei suoi figli, che riconoscendo il Regno di Cristo hanno offerto eroicamente le loro vite, affermando in tal modo che, se Dio è tutto, e abbiamo ricevuto tutto da Lui, è giusto donarsi totalmente a Lui, unico assoluto, fonte inesauribile di vita e di pace. Durante le dure prove che Dio ha permesso che la sua Chiesa in Messico patisse, qualche decina di anni fa, questi martiri hanno saputo rimanere fedeli al Signore, alle loro comunità ecclesiali e alla grande tradizione cattolica del popolo messicano. Con una fede saldissima hanno riconosciuto quale unico sovrano Gesù Cristo, perché con viva speranza aspettavano il momento in cui avrebbe restituito alla nazione messicana l’unità dei suoi figli e delle sue famiglie. Per partecipare alla solenne beatificazione dei nuovi martiri, sono qui presenti tanti fratelli Vescovi e numerosi gruppi di pellegrini messicani. A tutti voi rivolgo il mio più affettuoso saluto e vi esorto a continuare a tenere accesa la fiaccola della fede nelle vostre comunità ecclesiali, poiché questi martiri sono per la vostra nazione una genuina espressione del Messico sempre fedele!

4. Veintidós de ellos eran sacerdotes diocesanos, los cuales desarrollaban una fecunda labor apostólica en sus Iglesias particulares: Guadalajara, Durango, Chilpancingo-Chilapa, Morelia y Colima. Todos, aún antes de sufrir la persecución, ya habían ofrecido a Dios y a su pueblo una vida ejemplarmente sacerdotal.

Es de notar su amor a la Eucaristía, fuente de vida interior y de toda acción pastoral, su devoción a Santa María de Guadalupe, su dedicación a la catequesis, su opción por los pobres, los alejados y los enfermos. Una entrega tan generosa y una constante inmolación diaria ya había hecho de estos sacerdotes auténticos testigos de Cristo, aún antes de recibir la gracia del martirio.

Su entrega al Señor y a la Iglesia era tan firme que, aun teniendo la posibilidad de ausentarse de sus comunidades durante el conflicto armado, decidieron, a ejemplo del Buen Pastor, permanecer entre los suyos para no privarlos de la Eucaristía, de la Palabra de Dios y del cuidado pastoral. Lejos de todos ellos encender o avivar sentimientos que enfrentaran a hermanos contra hermanos. Al contrario, en la medida de sus posibilidades procuraron ser agentes de perdón y reconciliación.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

4. Ventidue di essi erano sacerdoti diocesani che svolgevano una feconda opera apostolica nelle proprie Chiese particolari: Guadalajara, Durango, Chilpancingo-Chilapa, Morelia e Colima. Tutti, persino prima di sopportare la persecuzione, avevano già offerto a Dio e al suo popolo un’esemplare vita sacerdotale. Sono da sottolineare il loro amore per l’Eucaristia, fonte di vita interiore e di ogni azione pastorale, la loro devozione a Santa Maria di Guadalupe, la loro dedizione alla catechesi, la loro opzione per i poveri, gli emarginati e gli infermi. Un dono di sé tanto generoso e il sacrificio quotidiano e costante avevano già reso questi sacerdoti autentici testimoni di Cristo, anche prima di ricevere la grazia del martirio. La loro consacrazione al Signore e alla Chiesa era tanto salda che, anche avendo avuto la possibilità di allontanarsi dalle loro comunità durante il conflitto armato, decisero, sull’esempio del Buon Pastore, di rimanere fra i loro fratelli per non privarli dell’Eucaristia, della Parola di Dio e della cura pastorale. Lungi da tutti loro era il fomentare o ravvivare sentimenti che mettono i fratelli contro i fratelli. Al contrario, per quanto era nelle loro possibilità hanno cercato di essere artefici di perdono e riconciliazione.

5. Junto con estos sacerdotes mártires queremos honrar, de modo especial, a tres jóvenes laicos de la Acción Católica: Manuel, Salvador y David, los cuales, unidos a su párroco Luis Batis no dudaron en reconocer - como nos dice san Pablo - que “la vida es Cristo y la muerte, una ganancia”,  mostrando así la fiel entrega al Señor y a la Iglesia que ha caracterizado al noble pueblo mexicano.

Estos tres laicos, como otros muchos en la historia, - nos dirá el Concilio Vaticano II - fueron llamados a “dar este supremo testimonio de amor ante todos, especialmente ante los perseguidores”.  A este respecto, es bien expresivo el testimonio de Manuel, de veintiocho años, esposo fiel y padre de tres niños pequeños, el cual antes de ser fusilado exclamó: “Yo muero, pero Dios no muere, Él cuidará de mi esposa y de mis hijos”.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

5. Insieme a questi sacerdoti martiri vogliamo onorare, in modo particolare, tre giovani laici dell’Azione cattolica: Manuel, Salvador e David che, insieme al loro parroco Luis Batis, non esitarono a riconoscere - come ci dice San Paolo - che “il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1, 21), mostrando così la fedele consacrazione al Signore e alla Chiesa che ha caratterizzato il nobile popolo messicano.

Questi tre laici, come molti altri nella storia - ci dirà il Concilio Vaticano II -, sono stati chiamati a “rendere questa massima testimonianza d’amore davanti a tutti, e specialmente davanti ai persecutori” (Lumen gentium, 42). A tale proposito, è molto eloquente la testimonianza di Manuel, ventotto anni, marito fedele e padre di tre figli piccoli, che prima di essere fucilato esclamò: “Io muoio, ma Dio non muore, Egli avrà cura di mia moglie e dei miei figli”.

6. Especial mención merece también hoy la primera mujer mexicana declarada beata, la Madre María de Jesús Sacramentado Venegas. Ella fomentó en su Instituto, las Hijas del Sagrado Corazón de Jesús, una espiritualidad fuerte e intrépida, basada en la unión con Dios, en el amor y obediencia a la Iglesia. Con su ejemplo enseñó a sus hermanas religiosas - muchas de las cuales están aquí presentes para honrarla - que debían ver en los pobres, los enfermos y los ancianos, la imagen viva de Cristo. Cuando asistía a uno de ellos solía decirle: “Ten fe y todo irá bien”. De hecho, su vida es un modelo de consagración absoluta a Dios y a la humanidad doliente, que ella empezó a conocer en el Hospital del Sagrado Corazón de Jesús, de Guadalajara.

La Madre Venegas tenía también una veneración particular por los sacerdotes y seminaristas; al rezar por ellos decía: “Oh Jesús, sacerdote eterno, ten a tus siervos en tu corazón y conserva inmaculadas sus manos consagradas, bendice su trabajo”. La nueva Beata nos enseña una continua relación con Dios y una entrega abnegada hacia los hermanos a través de nuestro trabajo cotidiano en el propio ambiente.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

6. Una menzione particolare merita oggi anche la prima donna messicana ad essere stata dichiarata beata, Madre Maria di Gesù Sacramentato Venegas. Essa trasmise al suo Istituto, le Figlie del Sacro Cuore di Gesù, una spiritualità forte e coraggiosa, basata sull’unione con Dio, sull’amore e l’obbedienza alla Chiesa. Con il suo esempio ha insegnato alle sue sorelle religiose - molte delle quali sono qui presenti per onorarla - che dovevano vedere nei poveri, i malati e gli anziani, l’immagine viva di Cristo. Quando assisteva uno di essi soleva dire: “Abbi fede e tutto andrà bene”. Difatti, la sua vita è un esempio di consacrazione assoluta a Dio e all’umanità sofferente, che essa ha iniziato a conoscere nell’Ospedale del Sacro Cuore di Gesù, di Guadalajara. Madre Venegas nutriva anche una venerazione particolare per i sacerdoti e i seminaristi, quando pregava per loro diceva: “Oh Gesù, sacerdote eterno, porta i tuoi servi nel cuore, conserva immacolate le loro mani consacrate e benedici il loro lavoro”. La nuova Beata ci insegna un continuo rapporto con Dio e una dedizione assoluta ai fratelli attraverso la nostra opera quotidiana nel nostro ambiente.

7. La solemnidad de hoy, instituida por el Papa Pío XI precisamente cuando más arreciaba la persecución religiosa en México, penetró muy hondo en aquellas comunidades eclesiales y dio una fuerza particular a estos mártires, de manera que al morir muchos gritaban: ¡Viva Cristo Rey y la Virgen de Guadalupe! A través de esta fiesta los católicos han podido descubrir toda la profundidad de la realeza divina, que culmina en el sacrificio de la Cruz y se manifiesta también donde impera la justicia y la misericordia, donde se favorece el perdón y la reconciliación, como único camino para la paz y la convivencia social.

Que el recuerdo de los nuevos Beatos, en el marco de las celebraciones del V Centenario de la Evangelización de América, haga que todos nosotros seamos testigos de la presencia soberana y amorosa de Jesús en medio de los hombres. Que como cristianos comprometidos aceptemos el llamado a ser apóstoles entre los demás, para que Cristo reine con más esplendor en sus vidas. La Iglesia tiene necesidad de ello; el mundo espera de nosotros una entrega total.

Con el apóstol Juan proclamamos que estos Beatos han vencido “gracias a la sangre del Cordero . . . porque despreciaron su vida ante la muerte. Por eso regocijaos cielos y los que en ellos habitáis”.  Todos debemos estar dispuestos a confesar a Cristo ante los hombres y a seguirle, si fuera necesario por el camino de la Cruz, en medio de las persecuciones que nunca faltan ni faltarán a la Iglesia. 

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

7. La solennità di oggi, istituita da Papa Pio XI proprio quando era più forte la persecuzione religiosa in Messico, si è radicata molto profondamente in quelle comunità ecclesiali e ha dato una forza particolare a questi martiri, cosicché al momento di morire molti gridavano: Viva Cristo Re e la Vergine di Guadalupe! Attraverso questa solennità i cattolici hanno potuto scoprire tutta la profondità della realtà divina, che culmina nel sacrificio sulla Croce e si manifesta anche dove regnano la giustizia e la misericordia, dove si favorisce il perdono e la riconciliazione, come unica via per la pace e la convivenza sociale. Che il ricordo dei nuovi Beati, nell’ambito delle celebrazioni del V Centenario dell’Evangelizzazione dell’America, faccia sì che tutti noi siamo testimoni della presenza sovrana e amorevole di Gesù in mezzo agli uomini. Che come cristiani impegnati accogliamo l’appello ad essere apostoli in mezzo ai nostri fratelli, affinché Cristo regni con maggior splendore sulle loro vite. La Chiesa ha bisogno di questo; il mondo si aspetta da noi una consacrazione totale. Con l’apostolo Giovanni proclamiamo che questi Beati hanno vinto “per mezzo del sangue dell’Agnello . . . poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque o cieli, e voi che abitate in essi” (Ap 12, 11-12). Tutti dobbiamo sempre essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo, se fosse necessario sulla via della Croce, attraverso le persecuzioni che non mancano mai né mai mancheranno alla Chiesa (cf. Lumen gentium, 42).

8. “Ringrazio con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce” (cf. Col 1, 12). Così prega la Chiesa quest’oggi. Così, in modo particolare, pregano, nel mistero della comunione dei santi, quanti “col sangue della croce di Cristo” ricevono oggi nella Chiesa la gloria dei beati. E, seguendo il pensiero dell’Apostolo, confessano: Ringraziamo il Padre . . . “È lui, infatti, che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati” (Col 1, 13-14).

Ringraziamo il Padre!

Ringraziamolo per i cinque secoli dell’evangelizzazione del continente americano. Ringraziamolo per la Chiesa nel Messico, per il popolo cristiano, per la nazione e per l’intero paese.

Che la pace riconquistata da Cristo col sangue della croce regni nei nostri cuori! In tutti i cuori!

Amen!