Maria Domenica Mantovani
(1862-1934)
- 2 febbraio
Vergine, che fu prima superiora dell’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, da lei fondato insieme al beato sacerdote Giuseppe Nascimbeni per servire in umiltà di vita per amore di Cristo i poveri, gli orfani e i malati
VITA E OPERE
Santa Maria Domenica Mantovani, primogenita di quattro fratelli, nacque a Castelletto di Brenzone (VR) il 12 novembre 1862 da Giovanni Battista Mantovani e Prudenza Zamperini. Fu battezzata il giorno seguente. Ricevette la Cresima il 12 ottobre 1870 e la Prima Comunione il 4 novembre 1874.
Frequentò con singolare profitto la scuola primaria, ma non poté proseguire gli studi a causa della povertà della famiglia. Alla scarsa cultura scolastica supplirono in lei belle doti di intelligenza, di volontà e un grande buon senso pratico. Si dimostrò fin da bambina molto incline alla preghiera e a tutto ciò che riguardava Dio. Alla base di così profonda sensibilità religiosa e cristiana e di tanta ricchezza di grazia, destinata a svilupparsi e ad irradiare vivida luce, c’era la testimonianza dei genitori e dei familiari, gente semplice, laboriosa, onesta e ricca di fede.
Fonte privilegiata, alla quale la Beata attinse in larga misura la sua formazione cristiana, fu il catechismo che, unito agli insegnamenti della famiglia, concorse a porre solide basi su cui ella, progredendo negli anni, costruì la sua personalità umana e cristiana. Casa, scuola e chiesa furono le palestre che plasmarono il suo carattere fin da bambina e che diedero un preciso orientamento a tutta la sua vita.
Trascorse tutta la giovinezza, fino a trent’anni, in seno alla sua famiglia. Crebbe sana nello spirito e nel corpo, distinguendosi sempre per bontà, docilità, trasparenza di vita e singolare pietà. Già da ragazza si era fatta apostola delle sue coetanee, che formava alla virtù con buone letture e soprattutto con la testimonianza della sua vita.
La Beata aveva 15 anni quando il Beato Giuseppe Nascimbeni entrò a Castelletto, dapprima come maestro e cooperatore (1877-1885) e in seguito come parroco (1885-1922). Da allora, egli divenne la sua guida spirituale forte ed illuminata ed ella la sua prima generosa collaboratrice nelle molteplici attività parrocchiali: era l’anima della gioventù di tutto il paese ed era amata, ascoltata e stimata da tutti i compaesani. Si dedicava con zelo all’insegnamento del catechismo ai bambini e si prodigava con evangelica carità nelle visite e nell’assistenza dei poveri e degli ammalati.
Iscritta alla Pia Unione delle Figlie di Maria, fu sempre fedele nell’osservare tutte le prescrizioni del Regolamento, divenendo specchio e modello per le sue compagne alle quali, godendo di un grande ascendente, riusciva a dare efficaci lezioni di vita.
Singolarmente devota della Vergine Immacolata, l’8 dicembre 1886 emise il voto di perpetua verginità nelle mani del suo direttore e parroco don Giuseppe Nascimbeni. La devozione alla Vergine Immacolata fu il respiro della sua anima; l’intimità con Gesù Cristo e la contemplazione della Sacra Famiglia la forza della sua vita.
Desiderosa di consacrarsi al Signore, conobbe il disegno di Dio su di lei tramite il Beato Nascimbeni, che la volle sua collaboratrice nella fondazione della Congregazione delle Piccole Suore della Sacra Famiglia (6 novembre 1892): ne divenne così la Confondatrice e prima Superiora Generale.
Nelle attività parrocchiali e nel governo dell’Istituto, la Beata fu di singolare aiuto al Fondatore, al quale rimase sempre devotissima, fedele interprete ed esecutrice dei suoi progetti e desideri.
Ella diede un sostanziale contributo nell’elaborazione delle Costituzioni, ispirate alla regola del Terz’Ordine Regolare di San Francesco e nella formazione delle Suore. La sua collaborazione, unita ad una testimonianza di vita ineccepibile, contribuì in modo determinante allo sviluppo e all’espansione dell’Istituto. La sua opera servì a completare quella del Fondatore, imprimendo nella spiritualità della Famiglia religiosa le note distintive che ne hanno contrassegnato la vita e azione nella Chiesa e nel mondo. L’opera del Fondatore, nel forgiare le prime Suore secondo il carisma ricevuto dallo Spirito Santo, si intrecciava con quello della Confondatrice e viceversa. Quella del Beato era intensa, forte, energica; quella della Mantovani nascosta e delicata, seppur ferma ed esente da debolezze. Era avvalorata da esempi eloquenti e da pazienti attese.
Negli scritti della Beata emergono chiare le sue qualità di madre amorosa e buona, di maestra saggia e illuminata, zelante e talvolta esigente per il vero bene.
Alla morte del Fondatore ella, ricca di virtù e di grande saggezza e prudenza, continuò a guidare l’Istituto con fortezza d’animo, grande abbandono in Dio e profondo senso di responsabilità, desiderosa di trasmettere alle figlie gli insegnamenti del Fondatore, affinché il genuino spirito delle origini fosse conservato e vissuto integralmente.
Prima di morire ebbe la consolazione di ottenere l’approvazione definitiva delle Costituzioni e, ad septennium, dell’Istituto, nonché di vedere l’opera continuata da circa 1200 suore, sparse in 150 case filiali dell’Italia e dell’Estero, intente alle più svariate attività apostoliche e caritative.
La Beata, fino al termine dei suoi giorni, avanzò nella via della santità, dando prova di tutte le virtù, specialmente dell’umiltà. Il 2 febbraio 1934, dopo alcuni giorni di malattia, chiuse la sua luminosa giornata terrena.
"ITER" DELLA CAUSA
a) In vista della Beatificazione
Dopo aver provveduto ad avviare nell’anno 1952 la Causa di Canonizzazione del Fondatore, Don Giuseppe Nascimbeni, oggi Beato, l’Istituto delle Piccole Suore della Sacra Famiglia promosse anche quella della Confondatrice, Madre Maria Domenica Mantovani, la cui memoria era rimasta in benedizione. L’Inchiesta diocesana sulla vita e le virtù e la fama di santità della Serva di Dio fu istruita presso la curia ecclesiatica di Verona dal 1987 al 1988. La Congregazione delle Cause dei Santi ne riconobbe la validità giuridica con Decreto del 25 maggio 1990. Redatta la Positio, essa fu sottoposta come di consueto, all’esame dei Consultori Teologi il 25 ottobre 2000 e quindi alla valutazione dei Padri Cardinali e Vescovi del Dicastero nella Sessione Ordinaria del 9 gennaio 2001. San Giovanni Paolo II, il 24 aprile 2001, riconosceva mediante Decreto l’esercizio delle virtù eroiche della Venerabile Serva di Dio.
Intanto il 6 marzo 1999 si era verificato nell’ospedale italiano di Bahía Blanca in Argentina un evento ritenuto miracoloso, riguardante una neonata caduta dal letto il giorno dopo la nascita, riportando un severo trauma cranico encefalico con conseguente stato di coma. In questa tragica situazione, stante la prognosi infausta quoad vitam e quoad valetudinem, una Piccola Suora della Sacra Famiglia, infermiera dell’ospedale, fece ricorso all’intercessione della Confondatrice. Pertanto, con una “medaglia–reliquia” di Madre Mantovani toccò con fede il capo della bambina, che all’istante si scosse e guarì in brevissimo tempo senza alcuna sequela. Su questo evento negli anni 2000-2001, si celebrò l’Inchiesta diocesana presso la curia ecclesiatica di Bahía Blanca in Argentina, i cui atti furono riconosciuti giuridicamente validi con decreto della Congregazione delle Cause dei Santi del 22 giugno 2001. Espletati i previsti esami medici e teologici, si giunse felicemente alla promulgazione del Decreto di riconoscimento del miracolo il 5 luglio 2002.
Il solenne rito di Beatificazione presieduto da San Giovanni Paolo II, si svolse in piazza San Pietro domenica 27 aprile 2003.
b) In vista della Canonizzazione
Tra le numerose grazie attribuite all’intercessione della Beata Maria Domenica Mantovani, la Postulazione ha presentato per la sua auspicata canonizzazione la presunta guarigione miracolosa da «stato di male epilettico; coma; arresti cardiorespiratori; insufficienza respiratoria acuta; infezione polmonare ed urinaria da Pseudomonas» di una bambina di anni dodici, nata con mielomeningocele e paraplegica agli arti inferiori.
Il 28 maggio 2011 la ragazza venne ricoverata d’urgenza all’ospedale “Privado del Sur” a Bahía Blanca per “Sindrome di Reynaud” grave, che interessava gli arti inferiori. Il 31 maggio la paziente venne sottoposta ad arteriografia, in seguito alla quale si scatenarono una serie di gravi patologie, convulsioni, arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, che la misero in serio pericolo di vita e a rischio di gravi sequele.
La dottoressa curante fu la prima persona, la sera del 31 maggio, ad invocare per la salute della ragazza la Beata Maria Domenica Mantovani, verso la quale nutriva speciale devozione per essere stata testimone del primo miracolo riconosciuto valido per la beatificazione, che pure si era verificato nello stesso ambiente ospedaliero. La preghiera divenne ben presto corale, perché anche la mamma ed i familiari della prima sanata invocarono ripetutamente la Beata Maria Domenica, consegnando ai genitori della malata una sua immagine con reliquia, nella ferma fiducia che Ella sarebbe intervenuta ancora con la sua intercessione.
La reliquia fu applicata all’inferma il 10 giugno 2011. Dal giorno successivo iniziò il miglioramento, cosicché già il 12 giugno la paziente poté essere estubata. Iniziata la riabilitazione, poté ritornare in tempi molto brevi alla vita normale.
L’Inchiesta diocesana sull’evento, ritenuto miracoloso, fu istruita nella diocesi di Bahía Blanca in Argentina dal 14 dicembre 2015 al 10 giugno 2016 e fu riconosciuta valida dalla Congregazione delle Cause dei Santi con Decreto del 26 maggio 2017.
I Periti Medici della Congregazione delle Cause dei Santi, riuniti in Consulta il 6 febbraio 2020, dichiararono la guarigione completa e duratura, non spiegabile scientificamente.
I Consultori Teologi, il 17 marzo 2020, espressero parere favorevole circa l’attribuzione della guarigione all’intercessione della Beata Maria Domenica Mantovani e ugualmente si espressero gli Eminentissimi ed Eccellentissimi Padri della Congregazione delle Cause di Santi.
Il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul miracolo.
LITTERAE APOSTOLICAE
de peracta Beatificatione
IOANNES PAULUS PP. II
ad perpetuam rei memoriam
«Qui maior est vestrum, erit minister vester» (Mt 23,11). Exemplum secuta Domini Iesu, qui in mundum venit non ut ministraretur sed ut ministraret (cfr. Mc 10,45), Venerabilis Serva Dei Maria Dominica Mantovani iuvenili inde ab aetate spiritualia et materialia misericordiae opera simpliciter ac ferventer ad effectum adduxit, et Beato Iosepho Nascimbeni, conditori Congregationis Parvarum Sororum a Sancta Familia, adiutricem operam humiliter ac fideliter praestitit. Eius spiritum constanter imitans in operibus vitae suae, omnibus omnia facta est (cfr 1 Cor 9,22) Ecclesiae et populo cotidie serviens. Haec Christi testis die XII mensis Novembris anno MDCCCLXII in pago vulgo Castelletto di Brenzone intra fines dioecesis Veronensis rusticis nata est parentibus, a quibus validam didicit christianam disciplinam. Mense Octobri anno MDCCCLXX sacro Chrismate est uncta et breve post tempus ad primum sacrum convivium accedere potuit. Ad pietatis vitam propensa, sacrificium eucharisticum cotidie frequentare perrexit, sacro cibo se reficiens. Deinde nomen suum dedit Piae Unioni Filiarum Mariae et, cum aliis puellis, Marialem devotionem excoluit. Cum illa adhuc adulescens esset, in pagum Castelletto advenit presbyter Iosephus Nascimbeni, uti magister et cooperator; hic enim spiritale assumpsit moderamen Mariae Dominicae et diligenter prospexit christianae iuvenum mulierum formationi, quas ad actuosam participationem paroecialem hortabatur. Serva Dei in sanctitatis via progrediebatur et sollicitam se praebebat de catechesi pueris tradenda, de pauperibus et infirmis curandis. Die VIII mensis Decembris anno MDCCCLXXXVI virginitatis votum emisit. Cum eius spiritalis magister, parochus ibidem constitutus, ab ea petiverit ut sociam praestaret operam ad condendum Institutum educationi iuventutis et curae infirmorum dicatum, ipsa, ferventer cupiens se totam Domino vovere, alacri promptoque animo inceptui annuit. Ita confundatrix facta est Congregationis Parvarum Sororum a Sancta Familia. Die IV mensis Novembris anno MDCCCXCII, simul cum aliis mulieribus sociis, Veronae religiosum induit habitum et nomen Mariam sumpsit. Sequenti die, nova communitas religiosa in pagum quem diximus se contulit, ubi a laetantibus incolis excepta est. Sancta Familia tam eius consecrationem Christo hominibusque factam quam iter novi Instituti religiosi illustravit. Singulari sollicitudine, ad mentem conditoris, Serva Dei, in communione et in cooperatione cum Ecclesia, munus suscepit curandi pauperes et parvulos, orphanos et omnes prope se degentes, et tandem omnes qui solvendas quaerebant graves cotidianae vitae difficultates.
Institutum celeriter per varias Italicas ac postea per exteras regiones est diffusum. Anno MCMIII approbationem dioecesanam et anno MCMX «Decretum laudis» obtinuit. Post obitum fundatoris, qui evenit anno MCMXXII, Serva Dei sola permansit Congregationem regens tamquam Suprema Moderatrix. Fortitudine munita et ad futurum conversa suum implevit officium. Domini manibus fidenter se commendans, virtutem in Eo invenit ad adeo onerosum munus obeundum.
Firma profundaque eius fides et operosa caritas moverunt eam inde a iuventute ad divina consilia sine retractatione sequenda. Ad Christi Regnum exstruendum docile instrumentum facta est in manibus Dei et Beati Iosephi Nascimbeni. Viam virtutum suscepit per constantem precationem, pietatem eucharisticam, cultum erga Beatam Mariam Virginem et Sanctum Ioseph, atque per observantiam consiliorum evangelicorum et exercitium paenitentiae. Christianae spei lumine illustrata, vitam suam convertit ad aeternam beatitudinem, a terrenis abhorrens opibus. Vestigia sequens Matris Domini, quae in pago Nazarethano ancillam sese appellaverat et Annuntiationis Verbum cum fide exaudiverat, sereno fortique fuit animo; apud filias spirituales et apud omnes quos per viam inveniebat gaudium seminavit. Artam cum Domino nutrivit communionem et, Nazarethanam Familiam intuens nec non necessitatibus pauperum usque intenta, Domino plene dono se dedit, singulos dies extraordinario degens amore. Spiritus Sanctus, a quo duci sivit, alacritatem tribuit ei et virtutem ostendendi fratribus misericordem Patris vultum. Dulcedinem exhibuit et maternam sollicitudinem erga filias spirituales, quas fortiter suaviterque rexit ad religiosae consecrationi et spiritui conditoris fidelitatem servandam.
Mense Ianuario anno MCMXXXIV pituitatis febri correpta est. Aliquot post dies eius valetudo in peius est mutata. Die II sequentis mensis Februarii in Christi pace piissime requievit.
Attenta diffusa sanctitatis fama, Episcopus Veronensis Causam iniit beatificationis et canonizationis. Omnibus servatis de iure servandis, Nobis coram de virtutibus heroico gradu exercitiis decretum prodiit die XXIV mensis Aprilis anno MMI; atque die V mensis Iulii anno MMII approbatum est decretum super miraculo. Deinde statuimus ut ritus beatificationis Romae perageretur die XXVII mensis Aprilis sequentis anni. Hodie igitur in foro Petrianam Basilicam prospiciente, intra Missarum sollemnia, hanc protulimus formulam: «Nos, vota Fratrum Nostrorum Camilli Cardinalis Ruini, Vicarii Nostri pro Romana Dioecesi, Christophori Cardinalis Schönborn, Archiepiscopi Vindobonensis, Michaelis Cardinalis Giordano, Archiepiscopi Neapolitani, Tarsicii Bertone, Archiepiscopi Ianuensis, et Flavii Roberti Carraro, Episcopi Veronensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, Auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabiles Servi Dei Iacobus Alberione, Marcus ab Aviano, Maria Christina Brando, Eugenia Ravasco, Maria Dominica Mantovani et Iulia Salzano Beatorum nomine in posterum appellentur, eorumque festum: Iacobi Alberione die vicesima sexta Novembris, Marci ab Aviano die decima tertia Augusti, Mariae Christinae Brando die vicesima Ianuarii, Eugeniae Ravasco die vicesima quarta Octobris, Mariae Dominicae Mantovani die tertia Februarii et Iuliae Salzano die decima septima Maii in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti». Deinde, gratiis benignissimo Domino redditis, summa devotione humanas christianasque huius Beatae virtutes admirantes, omnibus fidelibus eam imitandam proposuimus et in adiutorium totius Ecclesiae adhuc in terra peregrinantis caeleste eiusdem invocavimus patrocinium. Quae autem decrevimus volumus et nunc et in perpetuum tempus vim sortiri, contrariis rebus minime quibuslibet obstantibus.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XXVII mensis Aprilis, anno Domini MMIII, Pontificatus Nostri vicesimo quinto.
Angelus card. Sodano
Secretarius Status
Loco X Sigilli
AAS XCVII (2005), 18-20
CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI SEI SERVI DI DIO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
II Domenica di Pasqua, 27 aprile 2003
1. "Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia" (Sal 117,1). Così canta la Chiesa oggi, in questa seconda domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia. Nel Mistero pasquale si rivela appieno il consolante disegno salvifico dell'amore misericordioso di Dio, del quale sono testimoni privilegiati i Santi e i Beati del Paradiso.
Per una provvidenziale coincidenza, ho la gioia di elevare agli onori degli altari sei nuovi Beati proprio in questa Domenica in cui celebriamo la "Divina misericordia". In ciascuno di essi, in maniera diversa, si è manifestata la tenera e sorprendente misericordia del Signore: Giacomo Alberione, presbitero, fondatore della Famiglia Paolina; Marco d'Aviano, presbitero, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini; Maria Cristina Brando, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato; Eugenia Ravasco, vergine, fondatrice della Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria; Maria Domenica Mantovani, vergine, cofondatrice dell'Istituto Piccole Suore della Sacra Famiglia; Giulia Salzano, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore.
2. "Questi (segni) sono stati scritti... perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Gv 20,31). La Buona Novella è un messaggio universale destinato agli uomini di tutti i tempi. Esso è diretto personalmente a ciascuno e chiede di essere tradotto in vita vissuta. Quando i cristiani diventano "vangeli viventi", si trasformano in "segni" eloquenti della misericordia del Signore e la loro testimonianza raggiunge più facilmente il cuore delle persone. Quali docili strumenti nelle mani della Provvidenza divina, incidono profondamente nella storia. Così è avvenuto per questi sei nuovi Beati, che provengono dalla cara Italia, terra feconda di santi.
3. Il beato Giacomo Alberione intuì la necessità di far conoscere Gesù Cristo, Via Verità e Vita, "agli uomini del nostro tempo con i mezzi del nostro tempo" - come amava dire - , e si ispirò all'apostolo Paolo, che definiva "teologo e architetto della Chiesa", rimanendo sempre docile e fedele al Magistero del Successore di Pietro, "faro" di verità in un mondo spesso privo di saldi riferimenti ideali. "Ad usare questi mezzi ci sia un gruppo di santi", soleva ripetere questo apostolo dei tempi nuovi.
Quale formidabile eredità egli lascia alla sua Famiglia religiosa! Possano i suoi figli e le sue figlie spirituali mantenere inalterato lo spirito delle origini, per corrispondere in modo adeguato alle esigenze dell’evangelizzazione nel mondo di oggi.
4. In un'epoca e in un contesto diversi rifulse per santità il beato Marco d'Aviano, nel cui animo ardeva il desiderio di preghiera, di silenzio e di adorazione del mistero di Dio. Questo contemplativo itinerante per le strade dell'Europa fu al centro di un vasto rinnovamento spirituale grazie ad una coraggiosa predicazione accompagnata da numerosi prodigi. Profeta disarmato della misericordia divina, fu spinto dalle circostanze ad impegnarsi attivamente per difendere la libertà e l'unità dell'Europa cristiana. Al continente europeo, che si apre in questi anni a nuove prospettive di cooperazione, il beato Marco d'Aviano ricorda che la sua unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane.
5. Sorprendente è quanto Iddio ha compiuto attraverso Maria Cristina Brando. La sua è una spiritualità eucaristica ed espiatrice, che si articola in due linee come "due rami che partono dallo stesso tronco": l'amore di Dio e quello del prossimo. Il desiderio di prendere parte alla passione di Cristo viene come "travasato" nelle opere educative, finalizzate a rendere le persone consapevoli della loro dignità e ad aprirsi all'amore misericordioso del Signore.
6. Protesa interamente a diffondere l'amore ai Cuori di Cristo e di Maria fu la beata Eugenia Ravasco. Contemplando questi due Cuori, Ella si appassionò al servizio del prossimo e consumò la vita con letizia per i giovani e i poveri. Seppe aprirsi con lungimiranza alle urgenze missionarie, con una speciale sollecitudine per i "lontani" dalla Chiesa.
L'espressione: "fare il bene per amore del Cuore di Gesù" e "bruciare del desiderio del bene degli altri, specialmente della gioventù", ben sintetizza il suo carisma, che ha consegnato al suo Istituto.
7. Sulla medesima scia si colloca la beata Maria Domenica Mantovani. Questa degna figlia della terra veronese, discepola del beato Giuseppe Nascimbeni, si ispirò alla santa Famiglia di Nazaret per farsi "tutta a tutti", sempre attenta alle necessità del "povero popolo". Straordinario fu il suo modo di essere fedele in ogni circostanza sino all'ultimo respiro alla volontà di Dio, dal quale si sentiva amata e chiamata. Che bell'esempio di santità per ogni credente!
8. Che dire, poi, della beata Giulia Salzano? Precorrendo i tempi, fu un’apostola della nuova evangelizzazione, nella quale unì l'azione apostolica alla preghiera, offerta senza sosta specialmente per la conversione delle persone "indifferenti".
Questa nuova Beata ci incoraggia a perseverare nella fede e a non perdere mai la fiducia in Dio, che tutto opera. Chiamati ad essere gli apostoli dei tempi moderni, possano i credenti ispirarsi anche alla beata Giulia Salzano "per infondere in tante creature la carità immensa di Cristo".
9. "Eterna è la misericordia di Dio!", che risplende in ciascuno dei nuovi Beati. Attraverso di loro Iddio ha realizzato grandi meraviglie! Davvero eterna, o Signore, è la tua misericordia! Tu non abbandoni chi a Te ricorre. Insieme a questi nuovi Beati con filiale fiducia ti ripetiamo: Gesù, confido in Te!
Aiutaci, Maria, Madre della Misericordia, a proclamare con la nostra esistenza che "eterna è la misericordia di Dio". Ora e sempre. Amen! Alleluia!