Martiri redentoristi di Madrid

Martiri redentoristi di Madrid

(† 1936)

Beatificazione:

- 22 ottobre 2022

- Papa  Francesco

Della Congregazione del Ss.mo Redentore; furono uccisi a causa della loro identità religiosa. Essi non si occupavano di politica, ma svolgevano il loro ministero con fervore. L’odium fidei ebbe diverse manifestazioni violente dirette non solo contro le persone ma anche verso gli oggetti e i simboli sacri

  • Biografia
  • Decreto sul Martirio
Sapendo che sarebbero stati uccisi, in carcere si prepararono spiritualmente. Pregarono, si confessarono reciprocamente, animarono gli altri; alcuni continuarono a celebrare la santa Messa. Tutti accettarono la morte con fede

 

   La situazione politico-sociale, esistente in Spagna nel periodo della guerra civile (1936–1939), è storicamente nota, come pure il clima di persecuzione che i miliziani repubblicani instaurarono nei confronti di tutti coloro che si professavano membri della Chiesa cattolica, fossero essi consacrati o laici.

    La Causa in parola tratta del martirio di sei sacerdoti e sei fratelli laici, appartenenti alla Congregazione del Ss.mo Redentore, uccisi a Madrid nel 1936. Essi appartenevano a due comunità redentoriste: quella del Santuario del Perpetuo Soccorso e quella di San Michele Arcangelo, annessa alla chiesa della Nunziatura Apostolica.

    Il martirio materiale di tutti i loro è sufficientemente provato. La persecuzione contro la Chiesa a Madrid fu particolarmente cruenta. Diversi conventi furono assaltati ed incendiati, numerose chiese saccheggiate e diversi oggetti sacri profanati. Sotto minacce di morte vennero perquisite le abitazioni private alla ricerca di religiosi o sacerdoti nascosti. Alcuni furono assassinati insieme, come avvenne per Crescencio Severo Ortiz Blanco, Ángel Martínez Miquélez e Bernardo Sáiz Gutiérrez, arrestati il 20 luglio 1936 vicino alla chiesa di San Michele e fucilati a Casa de Campo di Madrid. Analogo è il caso di Niceto Pérez del Palomar Quincoces e Gregorio Zugasti Fernández de Esquide: quest’ultimo non volle abbandonare l’anziano confratello Niceto, per cui i due religiosi furono catturati ed uccisi. Gli altri vennero trucidati in circostanze simili, in singoli episodi martiriali. Dopo essere stati denunciati ed incarcerati, non esitarono a dichiarare la propria identità di religiosi.

    Tutti furono uccisi a causa della loro identità religiosa. Essi non si occupavano di politica, ma svolgevano il loro ministero con fervore. L’odium fidei ebbe diverse manifestazioni violente dirette non solo contro le persone ma anche verso gli oggetti e i simboli sacri.

    L’elemento formale ex parte victimarum è attestato per tutti. Le prove addotte mostrano la loro fedeltà che accettarono la morte per Cristo e per la Chiesa, a coronamento di una vita di fede. Sapendo che sarebbero stati uccisi, in carcere si prepararono spiritualmente. Pregavano, si confessavano reciprocamente, animavano gli altri; alcuni continuarono a celebrare la messa. Tutti accettarono la morte con fede.

    La fama di martirio è costantemente esistita nella Congregazione del Ss.mo Redentore.

    I Martiri sono:

    1. VICENTE NICASIO RENUNCIO TORIBIO. Nato l’11 settembre 1876 a Villayuda (Spagna), emise la professione dei voti religiosi l’8 settembre 1895. Ordinato sacerdote il 23 marzo 1901, dopo aver svolto il servizio pastorale in varie comunità redentoriste spagnole, nel 1912 fu trasferito nel Santuario del Perpetuo Soccorso a Madrid. Quando iniziò la persecuzione, si rifugiò in casa di famiglie amiche. Il 17 settembre 1936 fu arrestato dai marxisti e trasportato nel Commissariato del distretto di Chamberí. Di seguito, fu mandato alla Direzione Generale di Sicurezza e, infine, nella “Cárcel Modelo” di Madrid dove venne prelevato ed ucciso il 7 novembre 1936.

    2. CRESCENCIO SEVERO ORTIZ BLANCO. Nato a Pamplona (Spagna) il 10 marzo 1881, emise la professione dei voti religiosi il 24 settembre 1900. Ordinato presbitero il 23 dicembre 1905, venne ucciso il 20 luglio 1936. 

    3. ÁNGEL MARTÍNEZ MIQUÉLEZ. Nato a Funes (Spagna) il 2 marzo 1907, emise la professione temporanea dei voti religiosi il 24 agosto 1925 e quella perpetua il 18 settembre 1928. Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 20 settembre 1930. Fu catturato e ucciso il 20 luglio 1936.

    4. BERNARDO SÁIZ GUTIÉRREZ. Nato a Melgosa (Spagna) il 23 luglio 1896, emise la professione temporanea dei voti religiosi il 13 novembre 1920 e quella perpetua il 25 marzo 1924. Fu ucciso il 20 luglio 1936.

    5. NICESIO PÉREZ DEL PALOMAR QUINCOCES. Nato il 2 aprile 1859 a Tuesta (Spagna), emise la professione dei voti religiosi il 30 marzo 1891. Fu ucciso il 16 agosto 1936.

    6. GREGORIO ZUGASTI FERNÁNDEZ DE ESQUIDE. Nato a Murillo de Yerri (Spagna) il 12 marzo 1884, emise la professione dei voti religiosi il 25 dicembre 1912. Fu ucciso il 16 agosto 1936.

    7. ANICETO LIZASOAIN LIZASO. Nacque il 17 aprile 1877 a Irañeta (Spagna). Emise la professione dei voti religiosi il 15 ottobre 1896 e fu ucciso il 18 agosto 1936.

    8. JOSÉ MARÍA URRUCHI ORTIZ. Nato a Miranda de Ebro (Spagna) il 17 febbraio 1909, emise la professione temporanea dei voti religiosi il 24 agosto 1927 e quella perpetua il 15 settembre 1930. Fu ordinato sacerdote il 20 ottobre 1932. Venne ucciso il 22 agosto 1936.

    9. JOSÉ JOAQUÍN ERVITI INSAUSTI. Nato a Imotz (Spagna) il 15 novembre 1902, emise la professione temporanea dei voti religiosi il 24 febbraio 1930 e quella perpetua il 24 febbraio 1935. Fu assassinato nella notte del 22 agosto 1936.

    10. ANTONIO GIRÓN GONZÁLEZ. Nato a Ponferrada (Spagna) l’11 dicembre 1871, emise la professione dei voti religiosi il 15 agosto 1889. Venne ordinato sacerdote il 19 maggio 1894. Per scappare dalla persecuzione, trovò rifugio in una casa privata, poi in un convento di religiose e infine in un ospizio. Il 24 agosto l’ospizio fu occupato dai miliziani. Catturato, il Servo di Dio fu ucciso il 30 agosto 1936.

    11. DONATO JIMÉNEZ BIBIANO. Nato ad Alaejos (Spagna) il 21 marzo 1873, emise la professione dei voti religiosi l’8 settembre 1893. Fu ordinato presbitero il 27 maggio 1899. Catturato dai miliziani marxisti, fu trasferito nella “checa” di Fomento e rinchiuso nei sotterranei prima di essere ucciso il 17 o 18 settembre 1936.

    12. RAFAEL PEREA PINEDO. Nato a Villalba de Losa (Spagna) il 24 ottobre 1903, emise la professione temporanea dei voti religiosi il 27 febbraio 1923 e quella perpetua il 27 febbraio 1926. Fu ucciso il 2 novembre 1936.

 

MADRID

 

BEATIFICAZIONE o DICHIARAZIONE DI MARTIRIO

dei Servi di Dio

VINCENZO NICASIO RENUNCIO TORIBIO 

E 11 COMPAGNI

della Congregazione del Santissimo Redentore

(† 1936)

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DECRETO SUL MARTIRIO

 

    “Dal considerare i grandi esempi di virtù che diedero i Santi Martiri nel tempo del loro martirio (…) s’impara inoltre a confidare in Dio, ad affezionarci sempre più alla nostra fede, poiché nella costanza dei martiri e nel dar loro la forza di superare con tanto coraggio e giubilo i tormenti e la morte riluce mirabilmente la potenza di Dio” (Sant’Alfonso Maria de Liguori).

    All’inizio della cruenta persecuzione religiosa che si ebbe in Spagna fra il 1936 e il 1939 furono uccisi dodici religiosi della famiglia religiosa fondata da Sant’Alfonso, sei sacerdoti e sei fratelli coadiutori. Appartenevano alle comunità del Perpetuo Soccorso e di San Michele Arcangelo in Madrid. Con il dono della vita non solo diedero lustro alla loro Congregazione, ma offrirono alla Chiesa un esempio da imitare di fede e di amore a Cristo Redentore.

Essi sono:

    1. Il Servo di Dio Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio nacque a Villayuda, presso Burgos, l’11 settembre 1876. Emise la professione nel 1895 e fu ordinato sacerdote nel 1901. Si dedicò all’attività missionaria e alla formazione degli alunni del seminario minore. Era prefetto del Santuario del Perpetuo Soccorso a Madrid. Iniziata la persecuzione, venne arrestato e tenuto in carcere quasi due mesi. Fu ucciso il 7 novembre 1936. Condotto fuori dalla cella, fu sentito esclamare: “Offro la mia vita per i miei confratelli della Spagna, per tutta la Congregazione e per la sventurata Spagna”.

    2. Il Servo di Dio Crescenzio Severo Ortiz Blanco nacque a Pamplona il 10 marzo 1881. Professati i voti nel 1900, diventò sacerdote nel 1905. Attivo nelle missioni popolari e nell’insegnamento della filosofia, visse nelle comunità di Astorga, Cuenca, Valencia e Barcellona. Era appena giunto a Madrid quando il 20 luglio 1936 fu catturato e ucciso.

    3. Il Servo di Dio Angelo Martínez Miquélez nacque a Funes in Navarra il 2 marzo 1907. Tra i Redentoristi emise la professione nel 1925 e fu promosso all’ordine del presbiterato nel 1930. Si impegnò nell’insegnamento e nell’apostolato missionario in diverse comunità. Il 20 luglio 1936 fu ucciso dai miliziani.

    4. Il Servo di Dio Bernardo (in religione: Gabriele) Sáiz Gutiérrez nacque a Melgosa di Burgos il 23 luglio 1896. Vestì l’abito redentorista nel 1919 e professò i voti l’anno seguente. Religioso esemplare per la costante disponibilità e vita di preghiera, a Pamplona e a Madrid fu sempre dedito al servizio della cucina. Subì il martirio il 20 luglio 1936.

    5. Il Servo di Dio Nicesio Pérez del Palomar Quincoces nacque a Tuesta, nell’Álava, il 2 aprile 1859. Emise la professione nel 1891. Possedeva un carattere risoluto e tenace, alimentato dalla fede professata e dalla cura per la vita interiore. Nelle diverse comunità in cui visse svolse la mansione di falegname, orticoltore, apicoltore, muratore e direttore di carpenteria. Era anziano e quasi cieco quando fu preso il 14 agosto 1936 e ucciso due giorni dopo.

    6. Il Servo di Dio Gregorio Zugasti Fernández de Esquide nacque a Murillo de Yerri in Navarra il 12 marzo 1884. Professati i voti nel 1912, visse sempre a Madrid nella comunità del Perpetuo Soccorso e lavorando nella casa editrice dell’istituto. Considerato un religioso pio, affidabile e obbediente, diede prova di evangelica carità non abbandonando l’anziano confratello Nicesio Pérez del Palomar Quincoces e con lui subì il martirio il 16 agosto 1936.

    7. Il Servo di Dio Aniceto Lizasoain Lizaso, nacque il 17 aprile 1877 nel villaggio di Irañeta in Navarra. Professo redentorista dal 1896, visse in varie comunità, svolgendo, oltre a diverse mansioni domestiche, gli uffici di sacrista, portiere ed economo. A seguito di una denuncia, il 18 agosto 1936 fu catturato e ucciso.

    8. Il Servo di Dio Giuseppe Maria Urruchi Ortiz nacque a Miranda de Ebro, non lontano da Burgos, il 17 febbraio 1909. Dopo la professione religiosa nel 1926, continuò gli studi con tenacia e notevole sforzo così da essere ordinato sacerdote nel 1932. Visse a Nava del Rey, Coruña, Cuenca e Vigo, poi a Madrid. A seguito di una perquisizione, il 22 agosto 1936 venne preso ed ucciso durante la notte. Con 27 anni di età, è il più giovane di questi Servi di Dio.

    9. Il Servo di Dio Giuseppe Gioacchino (in religione: Pasquale) Erviti Insausti nacque a Imotz in Navarra) il 15 novembre 1902. Nella comunità del Perpetuo Soccorso aiutava in cucina. Stimato un religioso prudente, pio e di assoluta fede, trascorse l’ultimo periodo in costante preghiera. Il suo cadavere fu trovato il 22 agosto 1936 lungo la strada per l’Andalusia.

    10. Il Servo di Dio Antonio Girón González, nacque a Ponferrada, nella provincia di León, l’11 dicembre 1871. Emise la professione nel 1889 e ricevette il presbiterato nel 1894. Dotato di notevoli capacità intellettuali e di una profonda vita interiore, si occupò dell’insegnamento e della formazione, nonché fu consultore provinciale. Testimoniò fino alla fine la sua devozione alla Vergine con la costante recita del Rosario. Fu trovato dai miliziani e ucciso il 30 agosto 1936.

    11. Il Servo di Dio Donato Jiménez Bibiano, nacque ad Alaejos, fra Valladolid e Salamanca, il 21 marzo 1873. Professati i voti nel 1893, fu ordinato sacerdote nel 1899. Ricoprì quasi sempre il ruolo di superiore delle diverse comunità in cui visse e si occupò dell’attività missionaria e della promozione vocazionale. Fu imprigionato e ucciso probabilmente nella notte del 17 settembre 1936.

    12. Il Servo di Dio Raffaele (in religione: Massimo) Perea Pinedo, nacque a Villalba de Losa, nella provincia di Burgos, il 24 ottobre 1903. Dopo la professione religiosa nel 1926 visse nelle comunità di Astorga, Santander e, per ultimo, a Madrid. Di carattere buono e gioioso, con generoso spirito di servizio svolse le mansioni di portinaio, sagrista, economo e cuoco. Il 2 novembre 1936 venne catturato e ucciso.

    La persecuzione di quel tempo in Spagna fu una vera e propria violenza sistematica e collettiva in odium fidei e in odium Ecclesiae, come testimoniano anche gli oltraggi perpetrati dai miliziani contro le chiese e le case dei religiosi. La ragione profonda della loro crudeltà era trovarsi davanti a uomini consacrati a Dio, religiosi virtuosi e pieni di carità. Da parte loro i Servi di Dio erano consapevoli dei rischi del loro stato di vita in quel tempo di atrocità e si affidarono completamente alla volontà e provvidenza del Signore. Dopo la loro morte, all’interno della Congregazione del Santissimo Redentore ci si mosse in breve tempo per raccogliere testimonianze sulla loro vita e sul loro martirio, dal momento che tutti consideravano il loro sangue effuso a motivo della fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

    In virtù di questa fama si ritenne opportuno aprire la Causa di Beatificazione o Dichiarazione di martirio di questi Servi di Dio. Presso la Curia ecclesiastica di Madrid si è celebrata l’Inchiesta diocesana dal 19 settembre 2006 al 27 novembre 2007. Di essa, questa Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il decreto sulla validità giuridica il 24 marzo 2010. È stata quindi redatta la Positio e sottoposta al giudizio dei Consultori Storici il 29 gennaio 2019. Si è quindi discusso, secondo le consuete procedure, se quello dei Servi di Dio si sia trattato di vero martirio. Il 24 settembre 2020 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi ha emesso il proprio voto favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria il 20 aprile 2021, hanno riconosciuto che questi Servi di Dio sono stati uccisi in odium fidei.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei  Santi, ha oggi dichiarato: è provato il martirio e sua causa dei Servi di Dio Vincenzo Nicasio Renuncio Toribio e 11 Compagni, della Congregazione del Santissimo Redentore, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 24 aprile nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                        + Fabio Fabene

                                                    Arciv. tit. di Montefiascone

                                                        Segretario