Angelo Ramazzotti
(1800 - 1861)
Patriarca di Venezia, Fondatore dell’Istituto per le Missioni Estere; fu un uomo di grande fede. Oltre che Vescovo fedele alla Chiesa, fu anche un Padre per i fedeli e un Missionario. Non si recò mai all’estero, ma visse lo spirito missionario nelle Diocesi in cui fu Pastore
Il Venerabile Servo di Dio Angelo Ramazzotti nacque a Milano (Italia) il 3 agosto 1800. Dopo aver compiuto gli studi primari e secondari, nel 1819 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso la Regia Università di Pavia, dove si laureò in legge nel 1823. Nel 1825, cominciò a frequentare, come alunno esterno, il Seminario Arcivescovile di Milano e, compiuto il cursus studiorum, fu ordinato sacerdote il 13 giugno 1829. Nel pomeriggio dello stesso giorno, entrò fra gli Oblati Missionari di Rho. Dal 1829 al febbraio del 1850 partecipò a duecentoquattordici missioni ed esercizi spirituali, predicati in tutta la diocesi ambrosiana e in quella comasca. Inoltre fu apprezzato per la sua vita di preghiera e di mortificazione, per lo zelo infaticabile con il quale predicava la Parola di Dio ed amministrava i Sacramenti, come anche per la saggezza della sua direzione spirituale, alla quale si affidavano molti sacerdoti della diocesi di Milano.
Nel 1836, nella sua casa di Saronno, ex convento di S. Francesco, fondò un oratorio per i ragazzi poveri della cittadina e della campagna. Ad esso affiancò un piccolo orfanotrofio, nel quale il Venerabile Servo di Dio raccolse, dopo le cinque Giornate di Milano, gli orfani degli insorti caduti ed i figli dei soldati.
Nel 1849, pose le basi per la fondazione del Seminario Lombardo delle Missioni Estere, con lo scopo di preparare sacerdoti delle diverse diocesi lombarde per la missione ad gentes.
Nello stesso anno fu nominato Vescovo di Pavia e, il 30 giugno 1850, ricevette l’ordinazione episcopale a Roma. Il suo ministero fu caratterizzato da un’intensa attività pastorale. In particolare curò l’istruzione religiosa del popolo con la fondazione di alcune Scuole della Dottrina Cristiana; fu sollecito nella formazione dei seminaristi e del clero, della quale egli stesso si prese cura; ebbe grande sollecitudine per le opere di carità e per l’istruzione scolastica e cristiana delle fanciulle povere e delle sordomute. Come Vescovo fu poi grandemente apprezzato per l’affabilità paterna con la quale riceveva ogni persona che si recava da lui e per il suo stile di vita povero ed austero.
Il 1° dicembre 1850 i Vescovi lombardi, riuniti a Milano, approvarono l’erezione del Seminario Lombardo per le Missioni Estere.
Nominato Patriarca di Venezia, fece il suo ingresso nella nuova diocesi il 16 maggio 1858. Anche nella nuova sede, continuò a curare le Scuole della Dottrina Cristiana, ad occuparsi dei poveri che soccorreva personalmente, privandosi anche del necessario.
Grande fu anche il suo interessamento per la cultura e la formazione del clero. Grazie alla sua azione numerose comunità religiose, all’inizio della loro attività, trovarono consolidamento, mentre altre vennero da lui avviate alla fondazione o canonicamente istituite. Il 26 febbraio 1861 l’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, lo nominò Deputato della Camera dei Signori del Consiglio dell’Imperatore.
Delle molte opere cui il egli diede vita a Venezia, egli non vide lo sviluppo, perché, nel 1861, alla vigilia della sua creazione a Cardinale da parte del Beato Pio IX, una grave malattia cardiaca lo costrinse ad un periodo di riposo a Crespano del Grappa (Italia), dove morì il 24 settembre 1861.
ITER DELLA CAUSA
Il Processo Cognizionale si svolse presso la Curia ecclesiastica di Milano (Italia), dal 13 febbraio 1976 al 16 febbraio 1978, in ventidue Sessioni, durante le quali furono escussi diciassette testi.
La validità giuridica del Processo fu riconosciuta con il Decreto del 4 dicembre 1998.
SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI
Si svolse il 27 febbraio 2001. A conclusione del dibattito, la risposta finale ai tre quesiti di rito, ossia sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu unanimemente affermativa.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 3 marzo 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio fu un uomo di grande fede. La sua spiritualità era centrata sull’Eucaristia e sulla venerazione dell’Immacolata Concezione. Pastore zelante, fu persona moderata e irreprensibile. Esercitò la carità verso Dio e il prossimo, favorendo i più bisognosi. Condusse una vita austera ed essenziale. Il Venerabile Servo di Dio, oltre che Vescovo fedele alla Chiesa, fu anche un Padre per i fedeli e un Missionario. Non si recò mai all’estero, ma visse lo spirito missionario nelle Diocesi in cui fu Pastore. Compì numerose visite pastorali, anche nelle parrocchie più povere e sperdute. Negli ultimi anni di vita accettò la sua infermità, associandola alla passione di Cristo, e si offrì vittima per la salvezza delle anime.
Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero unanimemente voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI
Si riunì il 1° dicembre 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato la figura del Venerabile Servo di Dio, mise in rilievo le sue due note caratteristiche: la totale donazione alla causa del Vangelo e l’attenzione per i poveri. Si spese nell’annuncio della Parola di Dio e, senza trascurare il proprio ambiente di vita, seppe guardare agli estremi confini della terra e a tutti i popoli non ancora evangelizzati. Da tale sensibilità provenne l’intraprendenza e l’impegno a far nascere il Seminario Lombardo per le Missioni Estere. Egli amava incontrare personalmente i poveri e aiutarli direttamente. Era anche molto attento nel creare forme organizzate di intervento che assicurassero continuità e assistenza non occasionale. Con lo spirito di povertà e con l’austerità della vita dava esempio di come tutto dovesse essere in sintonia con il detto evangelico: “L’avete fatto a me”.
Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.