Antonio Bello
(1935-1993 )
Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Mostrò la carità verso Dio nell’intensità della preghiera, dall’adorazione Eucaristica alla celebrazione della Santa Messa, nella gioia interiore e alla presenza di Dio. Le numerose incombenze pratiche del ministero episcopale non scalfirono o attenuarono la sua passione da innamorato di Cristo
Antonio Bello nacque ad Alessano (Lecce, Italia) il 18 marzo 1935. Concluso il ciclo formativo delle elementari, entrò nel Seminario Vescovile di Ugento per poi proseguire la formazione seminariale e liceale presso il Seminario Regionale di Molfetta. Nel 1953 fu inviato a Bologna, presso il Seminario dell’Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale degli Operai per la formazione dei Cappellani del Lavoro.
L’8 dicembre 1957 fu ordinato sacerdote. Completò la Licenza in Teologia presso il Seminario di Venegono (Milano) e il Dottorato in Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Lateranense. Nel 1958 fu nominato dapprima insegnante e poi Rettore del Seminario di Ugento. Nel 1978 divenne amministratore parrocchiale della parrocchia del S. Cuore della stessa città e, dal 1979 al 1982, fu parroco a Tricase. Svolse anche l’incarico di Assistente dell’Azione Cattolica diocesana, Canonico della Cattedrale, predicatore e organizzatore di incontri culturali.
Il 10 agosto 1982 San Giovanni Paolo II lo nominò Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Il suo ministero episcopale fu animato da grande amore per Cristo, dalla passione per l’evangelizzazione e per la giustizia, dalla predilezione per gli ultimi.
Nel 1985 venne nominato Presidente nazionale del Movimento Pax Christi, in cui si impegnò attivamente nella sensibilizzazione a favore dell’obiezione fiscale contro le spese militari e contro il piano di militarizzazione della Puglia, nonché per la pace a livello nazionale durante la prima “Guerra del Golfo” e il conflitto nella ex-Jugoslavia.
Fu costantemente vicino alla sua gente, attento alle richieste di tutti i bisognosi, sollecito nei confronti dei sacerdoti, immerso nelle problematiche del territorio, ma con uno sguardo sempre aperto al mondo, soprattutto ai diseredati e alle vittime della guerra, testimoniando il Vangelo come segno di contraddizione. Nel dicembre 1992, durante la guerra nei Balcani, benché già malato di cancro allo stomaco, si fece ispiratore e guida di persone credenti e non, di differenti nazionalità, unite dall’obiettivo di sperimentare “un’altra ONU”, mostrando la possibilità di vivere nella concordia, entrando come pellegrino di pace nella Sarajevo devastata dalla guerra in corso.
Morì a Molfetta (Italia) il 20 aprile 1993.
La virtù della fede di Antonio Bello, semplice e robusta al tempo stesso, fu alimentata alla scuola della madre e del parroco di Alessano. Nel suo agire feriale ebbe una fede incarnata, che metteva a proprio agio anche i lontani, i quali avvertivano il fascino di una vicinanza profondamente umana. La malattia finale lo consumò tra dolori acuti, ma egli non smise mai di pregare. Amò da vero figlio la Vergine Maria. Nei Santi vedeva testimoni autorevoli del Vangelo e la prova storica della fecondità del messaggio cristiano. In particolare amò San Francesco d’Assisi e fu Terziario francescano.
Antonio, consapevole della presenza del male nel mondo, rimaneva ancorato alla certezza della Redenzione e per questo, anche nei momenti umanamente più difficili, non si lasciava andare alla disperazione. Nell’orizzonte teologale della speranza del Servo di Dio vi fu il fondamento del coraggio nella vita quotidiana. Quando si rivolgeva ai malati, per incoraggiarli a non sottovalutare la loro situazione perché inchiodati sul retro della stessa Croce di Cristo, soprattutto negli ultimi anni, essendo anche lui ammalato, risultava credibile e riusciva ad infondere speranza a tutti.
Mostrò la carità verso Dio nell’intensità della preghiera, dall’adorazione Eucaristica alla celebrazione della Santa Messa, nella gioia interiore e alla presenza di Dio. Le numerose incombenze pratiche del ministero episcopale non scalfirono o attenuarono la sua passione da innamorato di Cristo.
Esercitò la carità verso il prossimo in grado eroico. Si mostrò accogliente, amabile, premuroso, generoso e attento alle singole persone, volle farsi povero per essere vicino agli ultimi, sottoponendosi a rinunce e sacrifici.
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
MOLFETTA-RUVO-GIOVINAZZO-TERLIZZI
BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE
del Servo di Dio
ANTONIO BELLO
Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
(1935-1993)
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DECRETO SULLE VIRTU'
“Se santo è colui che risponde alla chiamata, ne deriva che la tenuta cristiana di una persona o di una comunità, va giudicata in rapporto alla santità, non in rapporto a parametri appariscenti di successo, o di organizzazione, o di efficienza, o di consenso” (A. Bello, Programma pastorale 1989-90, 7).
L’universale chiamata alla santità, così come ha insegnato il Concilio Ecumenico Vaticano II, è l’itinerario lungo cui il Servo di Dio Antonio Bello ha indirizzato i fedeli della Chiesa affidata alla cura del suo ministero episcopale. Del resto, il proposito della santità orientò costantemente la sua stessa vita ed opera pastorale.
Il Servo di Dio nacque ad Alessano, in diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, il 18 marzo 1935. Morto prematuramente il padre, insieme ai suoi due fratelli fu cresciuto dalla madre e dagli zii paterni. La madre soprattutto, donna di fede semplice e solida, esercitò un forte influsso nella formazione del carattere e della spiritualità del Servo di Dio. L’esempio e la vicinanza del parroco condussero poi il piccolo Antonio verso il sacerdozio. Entrò nel Seminario di Ugento all’età di 10 anni, poi passò al Pontificio Seminario Regionale Pugliese di Molfetta per compiere gli studi liceali. Per desiderio del vescovo di Ugento, Giuseppe Ruotolo, si trasferì a Bologna, presso il Seminario dell’Opera Nazionale di Assistenza Religiosa e Morale degli Operai, nel quale si formavano i cappellani del lavoro. L’8 dicembre 1957 fu ordinato presbitero ad Alessano. Tornò a Bologna ed ottenne la licenza in teologia presso la Facoltà di Venegono. Nell’ambito della propria diocesi fu quindi vicerettore del Seminario e poi rettore dal 1974. Nel frattempo conseguì il dottorato in teologia alla Pontificia Università Lateranense. Fu vicario episcopale per la pastorale, vicario economo nella parrocchia del Sacro Cuore di Ugento e dal 1979 parroco della Natività di Maria a Tricase.
Dopo la morte della madre, fino a quel momento bisognosa di assistenza, accettò l’elezione alla sede episcopale di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e ricevette l’ordinazione il 30 ottobre 1982. Pochi mesi più tardi, a quella sede si aggiunse la diocesi di Ruvo. Tutte e quattro le diocesi furono quindi pienamente unificate nel 1986.
Sin dagli albori del suo nuovo ministero, si manifestò il profilo episcopale del Servo di Dio, caratterizzato da affabilità e generosità, assoluto disinteresse per se stesso, stile sobrio e povero, totale dedizione e infaticabilità. Aveva un’attenzione speciale per i problemi dei lavoratori e per il dilagare della povertà nelle famiglie. La nomina a presidente del movimento Pax Christi nel 1985 quasi lo consacrò annunciatore di giustizia ed operatore di pace, anche in teatri di flagrante guerra. Nel governo della diocesi si impegnò per il clero e le vocazioni, e promosse l’apostolato dei laici. Predicava con un linguaggio originale, ricco di immagini e denso di contenuti, talvolta poetico, e così parimenti scriveva.
Nello stesso tempo emergeva il profilo spirituale del Servo di Dio, con al centro l’ascolto della Parola di Dio, la celebrazione dell’Eucaristia e la devozione alla Madre di Dio. Fu guidato dalla fede, dalla più tenera età fino all’ultimo respiro di vita. Prima di tutto ai malati, a quanti soffrivano ingiustizie e ai più deboli insegnava la speranza, che aveva innervata nel proprio animo. La carità fu l’ideale supremo del Servo di Dio ed egli la rendeva concreta e tangibile tanto personalmente, quanto nel contesto ecclesiale, sociale e politico. Nutriva un amore pieno per Dio ed amava la Chiesa, serbando sempre perfetta fedeltà alla retta dottrina ed obbedienza totale al magistero del Sommo Pontefice. Con pazienza e senza rancore alcuno sopportò le difficoltà e le accuse di quanti disapprovavano sue affermazioni od iniziative. Con grande indulgenza considerava le debolezze umane, curava ferite interiori, condivise gioie o sofferenze di tanti.
Fino all’incontro definitivo con il Signore, che avvenne nel pomeriggio del 20 aprile 1993, sopportò per due anni con fiducia e fortezza le atroci sofferenze di una grave malattia. Si spense con gli occhi fissi sulla Vergine Maria e raccomandandosi a lei, che aveva chiamato “Donna dell’ultima ora”. Alle sue esequie presero parte numerosi vescovi, circa trecento sacerdoti e cinquantamila fedeli. Il Servo di Dio volle essere inumato nel cimitero di Alessano, dove la sua tomba è meta di continue visite. Il 20 aprile 2018, a 25 anni dalla sua morte, anche il Sommo Pontefice Francesco vi ha sostato in preghiera.
Per la diffusa fama di santità, che circondò il Servo di Dio in vita e dopo la morte, si ritenne opportuno istruirne la Causa di beatificazione e canonizzazione. La prima sessione dell’Inchiesta diocesana, celebrata presso la Curia ecclesiastica di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, si tenne il 30 aprile 2010 e i suoi lavori si conclusero il 30 novembre 2013. Allorché essa il 17 aprile 2015 ebbe ottenuto il decreto di validità giuridica da parte di questa Congregazione delle Cause dei Santi, venne preparata la Positio. Si è quindi discusso, nella modalità consueta, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. I Consultori Teologi hanno espresso il loro voto affermativo il 10 giugno 2021. I Padri Cardinali e Vescovi, nel corso della Sessione Ordinaria del 16 novembre 2021, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.
Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi presentato al Sommo Pontefice Francesco un’accurata sintesi di tutte queste cose. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Antonio Bello, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, nel caso e per il fine di cui si tratta.
Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.
Dato a Roma il 25 novembre nell’anno del Signore 2021.
Marcello Card. Semeraro
Prefetto
+ Fabio Fabene
Arciv. tit. di Montefiascone
Segretario
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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
MELPHICTENSIS-RUBENSIS-IUVENACENSIS-TERLITIENSIS
BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS
Servi Dei
ANTONII BELLO
Episcopi Melphictensis-Rubensis-Iuvenacensis-Terlitiensis
(1935-1993)
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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS
“Si sanctus est quis vocationi respondit, fit ut christiana hominis cuiusdam vel communitatis firmitudo quoad sanctitatem, non quoad speciosas rationes fortunae, vel constitutionis, vel efficientiae, vel conspirationis sit iudicanda” (A. Bello, Programma pastorale 1989-90, 7).
Universalis vocatio ad sanctitatem, sicut Concilium Oecumenicum Vaticanum II docuit, via est, cui Servus Dei Antonius Bello Ecclesiae, sui episcopalis ministerii curae commissae, christifideles convertit. Ceterum sanctitatis propositum ipsius vitam pastoraleque opus continenter direxit.
Servus Dei Alexani natus est, Uxentinam-Sanctae Mariae Leucadensis intra dioecesim, die 18 mensis Martii anno 1935. Patre e vivis ante tempus erepto, una cum suis duobus fratribus a matre et patruis est educatus. Mater maxime, simplicis firmaeque fidei mulier, in Servi Dei animum formandum spiritalitatemque eius multum valuit. Exemplum dein et propinquitas parochi parvulum Antonium ad sacerdotium tradiderunt. Qui Seminarium Uxentinum ingressus est, decem annorum aetate, dein ad Pontificium Seminarium Regionale Melphictense migravit ut lycei studia perageret. Iosephi Ruotolo, Episcopi Uxentini-Sanctae Mariae Leucadensis, suasu, Bononiam se contulit, apud Seminarium instituti v.d. Opera Nazionale di Assistenza Religiosa e Morale degli Operai, in quo operariorum cappellani instituebantur. Alexani die 8 mensis Septembris anno 1957 presbyter est ordinatus. Bononiam rediit et apud Facultatem Venegoni theologiae licentiam est adeptus. Inde suam inter dioecesim Rectoris Seminarii vicarius, postea ab anno 1974 Rector fuit. Interim Romae theologiae doctoris consecutus est gradum in Pontificia Universitate Lateranensi. Episcopalis fuit vicarius pro pastorali opere, vicarius oeconomus paroeciae Sacratissimi Cordis Uxenti atque ab anno 1979 parochus Nativitatis Mariae Tricasii.
Postquam mater, quam adhuc adiuvare necesse fuit, obierat, ad sedem episcopalem Melphictensem-Iuvenacensem-Terlitiensem accepit electionem atque ordinationem die 30 mensis Octobris anno 1982 suscepit. Nonnullos post menses, dioecesis Rubensis illi Sedi est addita. Itaque omnes quattuor dioeceses plene commixtae sunt anno 1986.
Iam inde a novo inito ministerio, Servi Dei episcopalis forma apparuit, quam humanitas et largitas, suae utilitatis infinita contemptio, sobrius et pauper modus, sedulitas summa et impigritas describebant. Operariorum necessitatibus ac increbescenti familiarum egestati peculiarem curam praestabat. Motus “Pax Christi” in Italia moderatoris designatio eum anno 1985 iustitiae nuntium et pacificum fere consecravit, in quibusdam flagrantis belli rebus quoque. Dioecesim gubernando, clero studuit et vocationibus, ac actuositatem laicorum promovit. Miro sermone praedicabat, imaginum diviti argumentorumque crebro, quandoque poetico, et pariter edidit scripta.
Eodem tempore spiritalis Servi Dei forma eminebat, in qua Verbum auditum Dei, Eucharistia celebrata et in Matrem Dei devotio locum obtinebant principem. Fide perductus est, ab aetate tenella ad postremum vitae flatum. In primis aegrotos, iniustitia laborantes ac debiliores spem docebat, quam in animo funditus servabat. Caritas supremum propositum Servi Dei fuit et eam tam in personalibus, quam in Ecclesiae, societatis seu rei publicae vicibus patentem reddebat. Caritatem in Deum integram colebat atque Ecclesiam diligebat, fidelitatem perfectam in rectam doctrinam totamque oboedientiam erga Summi Pontificis magisterium semper servando. Patientia et ullo sine odio difficultates iniuriasque tolerabat eorum qui dicta vel incepta eius reprehendebant. Eximia indulgentia hominum errores iudicabat, interiora sanabat vulnera, multorum gaudia vel dolores communicavit.
Usque ad supremum Domini occursum, qui postmeridiano tempore diei 20 mensis Aprilis anno 1993 accidit, fiducia et fortitudine duos per annos acerbissimos cuiusdam gravioris morbi dolores tulit. Oculis in Virginem Mariam defixis obiit, ipsi, quam “Mulierem horae postremae” appellavit, se commendando. Exequiis eius plurimi Episcopi adfuerunt et circiter trecenti sacerdotes et quinquaginta milia christifidelium. Servus Dei humari voluit in coemeterio Alexani, ubi sepulcrum eius continue est visitatum. Apud quod die 20 mensis Aprilis anno 2018, quinque et viginti annis ab obitu eius transactis, precatus est et Summus Pontifex Franciscus.
Pervulgatam propter sanctitatis famam, quae Servum Dei et in vita et post mortem circumdedit, eius Causam beatificationis et canonizationis censum est instrui. Inquisitionis dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Melphictensem-Rubensem-Iuvenacensem-Terlitiensem celebratae, sessio prima habita est die 30 mensis Aprilis anno 2010 operaque eius die 30 mensis Novembris anno 2013 ad exitum pervenerunt. Cum ipsa decretum de iuridica validitate die 17 mensis Aprilis anno 2015 ab hac Congregatione de Causis Sanctorum adepta esset, Positio est praeparata. Inde disceptatum est, usitato more, an Servus Dei virtutes christianas heroico in gradu excoluisset. Consultores Theologi die 10 mensis Iunii anno 2021 faustum votum protulerunt. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria diei 16 mensis Novembris anno 2021 Sessione occurrente, Servum Dei professi sunt heroum in modum theologales, cardinales iisque adnexas virtutes exercuisse.
Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Antonii Bello, Episcopi Melphictensis-Rubensis-Iuvenacensis-Terlitiensis, in casu et ad effectum de quo agitur.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 25 mensis Novembris a. D. 2021.
Marcellus Card. Semeraro
Praefectus
+ Fabius Fabene
Archiep. tit. Faliscodunensis
a Secretis