Causa in corso
Enrico Medi
- Venerabile Servo di Dio -

Enrico Medi

(1911 - 1974)

Venerabilità:

- 23 maggio 2024

- Papa  Francesco

Fedele Laico; fin dall’infanzia, aveva basato la sua vita sulla fede, appresa in famiglia, con l’intento di porre i suoi talenti umani e spirituali al servizio del prossimo e della Chiesa.  Anche l’attività politica, che gli fu sollecitata dalle Autorità ecclesiastiche, era esercitata come una espressione di carità

  • Biografia
Condusse sempre una vita improntata alla modestia e all’umiltà, nonostante la posizione di rilievo assunta in ambito scientifico e politico

 

Il Venerabile Servo di Dio Enrico Medi nacque a Porto Recanati (Italia) il 26 aprile 1911, da genitori profondamente religiosi. Nel 1920 la famiglia Medi si trasferì a Roma ed Enrico completò i suoi studi al Collegio Massimo, retto dai Gesuiti. Qui fondò la “Lega missionaria studenti”, di cui fu presidente per dieci anni e, successivamente, presidente onorario a vita. Studente brillante in tutte le discipline, intraprese gli studi scientifici, iscrivendosi alla facoltà di Fisica. Fu allievo dello scienziato e premio Nobel Enrico Fermi, che diresse la sua tesi di laurea. Nel periodo universitario Medi frequentò il circolo di Roma della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), entrando in contatto con Giovanni Battista Montini, assistente ecclesiastico del Circolo fucino di Roma. Nella Fuci conobbe Enrica Zanini, anch’ella studentessa di materie scientifiche, che sposò nel 1938, dalla cui unione nacquero sei figlie. Nell’immediato dopoguerra collaborò assiduamente con la Pontificia Commissione di Assistenza e nel 1946 venne eletto all’Assemblea Costituente nelle liste della Democrazia Cristiana e due anni dopo deputato al Parlamento, diventando inoltre responsabile dell’Ufficio organizzativo centrale della Democrazia Cristiana. Nel 1949 assunse l’incarico di Presidente nazionale dell’Istituto di Geofisica e ottenne la cattedra di Fisica terrestre all’Università di Roma, lasciando l’impegno politico diretto. Dal 1958 al 1965 fu vicepresidente dell’Euratom e si impegnò per lo sfruttamento pacifico dell’energia atomica. Nella seconda metà degli anni Sessanta, intensificò l’attività di conferenziere e divenne noto anche al pubblico televisivo come conduttore di un programma di divulgazione scientifica. Nel 1968 Papa Montini lo chiamò a far parte della Consulta di Stato della Città del Vaticano e, rispondendo alle sollecitazioni ecclesiastiche, Enrico ritornò alla politica diventando nel 1971 consigliere comunale a Roma e, l’anno dopo, parlamentare. In quegli anni fu promotore e convinto sostenitore della battaglia referendaria per l’abrogazione della legge sul divorzio. Colpito da una grave malattia, morì poche settimane dopo, il 26 maggio 1974 a Roma.

Il Venerabile Servo di Dio, fin dall’infanzia, aveva basato la sua vita sulla fede, appresa in famiglia, con l’intento di porre i suoi talenti umani e spirituali al servizio del prossimo e della Chiesa.  Anche l’attività politica, che gli fu sollecitata dalle Autorità ecclesiastiche, era esercitata come una espressione di carità. Fu incoraggiato in tal senso e in tempi diversi, dai due pontefici Pio XII e Paolo VI. La sua fede traeva nutrimento da una profonda e costante devozione alla Santissima Eucaristia che, col permesso ecclesiastico, poteva conservare nella cappella di famiglia, e dalla partecipazione alla Messa quotidiana. Aveva anche una grande devozione per la Madonna e per i Santi della tradizione cristiana, come pure per quelli a lui contemporanei. Ebbe uno stretto rapporto di amicizia e confidenza con Padre Pio da Pietrelcina, che visitava frequentemente e con don Luigi Orione, che da ragazzo lo aveva aiutato nella crescita spirituale. Manifestava un profondo amore per la Parola di Dio, contribuendo a farla conoscere attraverso le tante conferenze di carattere spirituale, ma anche scientifiche e politiche che era invitato a tenere.  Sin dagli anni della gioventù fu attivo sostenitore delle Missioni, e partecipò attivamente alle iniziative promosse nel dopoguerra dalla Pontifica Opera di assistenza.

In maniera del tutto riservata, si fece personalmente carico per lungo tempo delle necessità economiche di alcune persone in difficoltà che a lui ricorrevano. Condusse sempre una vita improntata alla modestia e all’umiltà, nonostante la posizione di rilievo assunta in ambito scientifico e politico. In un mondo in cui la scienza veniva sempre più spesso contrapposta alla fede e alla pratica religiosa, egli non cessò di operare affinché la fede potesse intessere un rapporto con la scienza, almeno nei suoi fondamenti spirituali ed etici. In questo senso seppe leggere la presenza di Dio e l’insegnamento della Chiesa all’interno delle manifestazioni scientifiche del suo tempo. S’impegnò in quest’opera di apostolato fino alle ultime settimane prima della morte.

La sua fama di santità si diffuse negli ambienti religiosi, culturali e politici da lui frequentati, tanto che Giovanni Paolo II, nel 1985, parlando del rapporto tra gli uomini di scienza e Dio indicò come esemplare la figura di Enrico Medi.