Causa in corso
Faustino Ghilardi (al secolo: Guglielmo Giacomo)
- Venerabile Servo di Dio -

Faustino Ghilardi (al secolo: Guglielmo Giacomo)

(1858 - 1937)

Venerabilità:

- 07 febbraio 2014

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; religioso e sacerdote zelante, perfetto cultore di vita francescana, fu per i confratelli un punto di riferimento. La sua opera più importante, Il Vero Frate Minore, può essere definita la sua autobiografia

  • Biografia
Seppe incarnare la figura del vero frate minore, come dipinto nei suoi testi formativi e proposto prima a se stesso che agli altri

 

Il Venerabile Servo di Dio Faustino Ghilardi (al secolo: Guglielmo Giacomo) nacque a Pieve a Nievole (Pistoia), il 6 maggio 1858, in una famiglia profondamente cristiana.

Fin dall’età di sette anni, sentì il desiderio di essere religioso missionario per convertire molte anime. Nel 1873, dopo aver superato le opposizioni familiari, entrò nel collegio serafico di Giaccherino (Pistoia) come aspirante all’Ordine francescano.

Il 12 maggio 1875 indossò l’abito religioso nel convento di San Cerbone (Lucca), assumendo il nome di Faustino. Nel periodo formativo, egli s’impose di vivere secondo lo spirito e lo stile francescano, compilando un proprio “Regolamento di vita”, il cui scopo era quello di: “tenere sempre continuamente la mente ed il cuore rivolti alle cose celesti!”.

Emessa la professione religiosa l’8 agosto 1876, continuò la formazione filosofica e teologica in vari conventi della Provincia religiosa toscana e, terminati gli studi, fu ordinato sacerdote a Siena il 18 settembre 1880.

A causa della fragile salute, pur desiderando dedicarsi alla predicazione itinerante, fu orientato all’insegnamento e allo studio. Dopo un triennio a San Romano Valdarno (Pisa), venne inviato al convento di San Vivaldo di Montaione (Volterra). Il 5 ottobre 1890 ad Assisi ottenne il titolo di Lettore Generale in litteras humaniores che lo abilitò all’insegnamento nei ginnasi e licei dell’Ordine. Dopo aver alternato i compiti di docente e formatore dei giovani professi in vari conventi, nel 1907 fu nuovamente inviato a San Vivaldo di Montaione, dove venne accolto con entusiasmo dai confratelli e dalla popolazione. Il suo primo impegno fu quello di ottenere l’approvazione del culto del Beato Vivaldo (1908). Nel 1911 venne nominato Definitore provinciale e, l’anno successivo, Presidente della Commissione per la revisione delle Costituzioni dell’Ordine dei Frati Minori. Contemporaneamente, si dedicò ad una feconda opera di evangelizzazione attraverso opere di carità, scritti spirituali, in particolare riguardanti la spiritualità francescana e le agiografie, ed un attivo apostolato tra il popolo, fondando Pie associazioni. Durante la Prima Guerra Mondiale mantenne una fitta corrispondenza con sacerdoti che prestavano il servizio militare, per sostenerli spiritualmente.

Negli ultimi anni di vita, nonostante la salute malferma, causata dall’arteriosclerosi e da una particolare forma diabetica, continuò ad alimentare un profondo legame con il Signore, mantenendosi forte nella fede, nella carità, nella continua recita di giaculatorie e nel costante anelito a compiere la volontà di Dio. Si spense, il 25 ottobre 1937, a San Vivaldo di Montaione (Firenze).

 

Iter della Causa

Il Processo Ordinario si svolse presso la Curia ecclesiastica di Volterra (Italia), dal 16 luglio 1963 al 21 ottobre 1967, con l’escussione di quarantotto testi, di cui tre ex officio.

Il Decreto super revisione scriptorum fu emesso il 5 marzo 1970.

La validità giuridica del Processo fu riconosciuta con il Decreto del 24 gennaio 1992.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si svolse il 26 ottobre 2012, presieduto ad casum da P. Francesco Antonelli, O.F.M., con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, religioso e sacerdote zelante, perfetto cultore di vita francescana, fu per i confratelli un punto di riferimento. La sua opera più importante, Il Vero Frate Minore, può essere definita la sua autobiografia.

La sua vita fu totalmente incentrata nell’esercizio eroico delle virtù, nell’osservanza attenta dei Consigli Evangelici, della Regola Francescana e delle Costituzioni dell’Ordine.

La fama sanctitatis si sviluppò a partire dai confratelli che vissero con lui, in particolare da coloro che furono suoi studenti o novizi, ma anche dai molti fedeli e sacerdoti che lo conobbero, usufruendo del suo accompagnamento spirituale.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 4 febbraio 2014. L’Ecc.mo Ponente riassunse la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio. L’eroicità delle virtù venne evidenziata non solo in ciò che egli scrisse, ma soprattutto nell’ermeneutica del suo vissuto: vita di fede nell’intimità della preghiera e nell’abbandono alla volontà di Dio; tensione escatologica con il desiderio del Paradiso e la tipica letizia francescana come espressione di speranza teologale; il primato di Dio nello snodarsi delle sue molteplici vicende biografiche e nella carità spirituale verso quanti incontrò nel cammino di vita. Contemporaneamente, seppe incarnare la figura del vero frate minore, come dipinto nei suoi testi formativi e proposto prima a se stesso che agli altri.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa