Causa in corso
Giovanni Nadiani
- Venerabile Servo di Dio -

Giovanni Nadiani

(1885 - 1940)

Venerabilità:

- 11 giugno 2019

- Papa  Francesco

Laico converso della Congregazione dei Presbiteri del Santissimo Sacramento, incarnò la pietà eucaristica propria del carisma sacramentino. La sequela Christi lo portò alla realizzazione della vita religiosa intrapresa con coraggio e libertà interiore.

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
«L’Adorazione è un esercizio angelico. Sì, certamente, per mezzo dell’Adorazione noi entriamo nella stessa occupazione degli Angeli»

    Giovanni Nadiani nacque il 20 febbraio 1885 a Santa Maria Nuova, frazione di Bertinoro (Forlì, Italia). Nel 1899 entrò nel seminario di Cesena, ma, dopo pochi anni, tornò a casa ad aiutare il padre nella gestione dell’osteria. Dal 1905 al 1906, desiderando andare in missione, si trasferì in Svizzera per imparare il tedesco e il francese. Nel 1907, mentre si trovava a Roma, entrò nella chiesa di S. Claudio, retta dai Padri Sacramentini. Lì comprese la chiamata ad adorare costantemente l’Eucarestia. Entrato nella Congregazione, percorse l’iter formativo, che si concluse con la professione dei voti perpetui, il 15 novembre 1912.

    Inviato nella comunità di Torino, negli anni della Prima Guerra Mondiale fu richiamato alle armi. Nel 1919, rientrò in comunità, dove riprese a vivere in pieno la sua consacrazione, basata sul culto eucaristico e sul raccoglimento. Nel 1931 fu trasferito nel seminario di Ponteranica (Bergamo). Dall’estate del 1939 si acutizzano i dolori allo stomaco dovuti ad un ulcera degenerata in tumore. Il 30 dicembre dello stesso anno venne operato nell’ospedale di Bergamo senza effetti benefici. Dopo aver ricevuto l’Unzione dei malati, morì il 6 gennaio 1940 a Bergamo (Italia), all’età di 55 anni.

    Incarnò la pietà eucaristica propria del carisma sacramentino. La sequela Christi lo portò alla realizzazione della vita religiosa intrapresa con coraggio e libertà interiore. Fu forte nella fede, nonostante la salute cagionevole.

    Come religioso fu umile, obbediente, servizievole. Svolse il proprio apostolato soprattutto fra gli ammalati. Si spese nel servizio infermieristico con generosità, sviluppando una speciale premura verso i confratelli, che si contraddistinse per delicatezza e disponibilità incondizionata. Fu un uomo giusto e fedele alla propria vocazione. Per molti anni ebbe come guida spirituale il Servo di Dio Lodovico Longari, suo Superiore Generale.

 

BERGOMENSIS

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

IOANNIS NADIANI

Laici conversi Congregationis Presbyterorum a SS. Sacramento

(1885-1940)

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Decreto sulle Virtù

 

    «L’Adorazione è la cosa più sublime. […] Durante questo tempo siamo liberi da tutti gli impieghi per metterci in relazione intima e in familiare conversazione con Dio. Allora non siamo più degli operai, ma ambasciatori della Chiesa presso Dio e figli carissimi di Dio».

 

    Queste parole, che il Servo di Dio Giovanni Nadiani scriveva nel suo Diario, rivelano la caratteristica principale della sua spiritualità. Egli fu un contemplativo dell’Eucaristia, autenticamente innamorato della reale presenza del Signore nei segni del pane e del vino, consapevolmente partecipe del sacrificio del Golgota al quale si unì con fiducia e umiltà.

    Il Servo di Dio nacque il 20 febbraio 1885 a S. Maria Nuova, frazione di Bertinoro, in provincia di Forlì e diocesi di Cesena, secondogenito dopo una sorella; dopo di lui nacque un fratello. Lo stesso giorno venne battezzato nella chiesa parrocchiale. Rimase orfano di madre ad appena tre anni; il padre, che gestiva uno spaccio alimentare – osteria, sposò la cognata e, nuovamente vedovo, convolò ad ulteriori nozze. Tutte e tre queste donne educarono cristianamente il piccolo Giovanni, familiarmente chiamato Vanitti, che crebbe manifestando un carattere mite e generoso, buono verso tutti, disponibile a svolgere i lavori domestici, diligente a scuola e in parrocchia; evidenziò anche una notevole predisposizione per il canto.

    Terminato il ciclo delle scuole elementari, nel 1898 entrò nel seminario di Cesena, avendo percepito i segni della vocazione al sacerdozio; visse intensamente la preghiera, lo studio e la carità. Nel 1903 il padre decise di non pagare più la retta, obbligandolo a rimanere a casa. Soffrì molto, ma infine lo accettò come il progetto di Dio su di lui. Perciò fece ritorno a casa e si mise a lavorare nell’osteria di famiglia. Anche in questo ambito Vanitti si mostrò sempre gentile e cordiale, serio nel comportamento e cortese. Faceva catechesi ai ragazzi. Nei ritagli di tempo amava leggere libri religiosi e spesso portava al pascolo i cavalli presso una cappella della Madonna, dove pregava e cantava.

    Maturando nella fede, decise di impegnarsi socialmente, entrando nel Circolo Democratico Cristiano di Prodezza, del quale in seguito venne nominato segretario. Quindi si trasferì a lavorare in Svizzera, anche per imparare il francese e il tedesco in vista di un suo impegno missionario, del quale andava avvertendo il fascino. Fu operaio in una fabbrica di cioccolato, fino a quando, nel 1905, dovette tornare in Italia per svolgere il servizio militare. Riprese quindi il lavoro in Svizzera, ma ai primi del 1907 si trasferì a Roma, dove lavorò come commesso in un bar.

    Nella Città Eterna il Servo di Dio era assiduo nel frequentare le chiese del centro storico e un giorno entrò in S. Claudio, retta dai Padri Sacramentini. Qui, di fronte a Gesù Eucaristia solennemente esposto, si inginocchiò e comprese con chiarezza quale era la missione alla quale il Signore lo chiamava.

    I Padri Sacramentini lo accolsero in comunità come fratello laico. Il Servo di Dio fu destinato alla casa della Congregazione di Torino, dove giunse il 2 luglio 1907. Il 14 novembre seguente iniziò il noviziato a Castelvecchio di Moncalieri. Preparandosi al Noviziato decise di consacrarsi in comunione sponsale con Gesù Eucaristia mediante il “Voto eymardiano della Personalità”. Passò poi a Torino dove ebbe l’incarico di sagrestano e addetto alla propaganda delle riviste sacramentine, mentre da parte sua era costantemente disponibile ad ogni umile servizio.

    Nel frattempo scoppiò la prima guerra mondiale e Vanitti fu chiamato al fronte da gennaio 1917 fino all’autunno del 1918, presso Strassoldo (Udine), come attendente di un cappellano militare. Al termine del conflitto, ritornò in comunità e nell’ottobre del 1931 fu trasferito definitivamente a Ponteranica: qui il Venerabile P. Lodovico Longari lo incaricò dell’infermeria, compito che egli svolse con affetto e competenza, pur non avendo compiuto studi adeguati. In tal modo ottenne l’approvazione anche da parte dei medici, che riconobbero in lui un “interessamento veramente materno verso gli ammalati”.

    Giovanni riconosceva nell’adorazione eucaristica il momento più importante della sua giornata: «L’Adorazione – scriveva – è un esercizio angelico. Sì, certamente, per mezzo dell’Adorazione noi entriamo nella stessa occupazione degli Angeli». E anche nelle quotidiane attività il suo cuore e la sua mente restavano, per così dire, in ginocchio davanti al SS. Sacramento dell’altare, fons et culmen di tutto il suo percorso: «La mia vita deve essere una continua Adorazione. Devo sempre unire la contemplazione alla vita attiva, rendere “spirituali” tutte le mie azioni materiali, in modo che tutto mi porti all’Adorazione». Insieme a questa spiritualità eucaristica, egli nutrì un amore filiale verso la Vergine Maria, un intenso spirito di penitenza, una grande carità verso tutti.

    All’età di cinquantacinque anni gli fu diagnosticata un’ulcera allo stomaco, che era in breve si rivelò un tumore. Anche in quella circostanza il Servo di Dio non perse la sua serenità e, anzi, ringraziò la Vergine Addolorata per «quella piccola croce vivente». Continuò la sua ordinaria attività di infermiere e le diverse mansioni che gli venivano affidate. Ma il 22 dicembre 1939 dovette essere ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bergamo, dove i medici decisero di operarlo. In quell’occasione, in un’ultima lettera ad un confratello, scrisse: «Possa io celebrare la mia Messa cruenta da vero Sacramentino, lasciando liberamente e con gioia che Gesù - Vittima completi in questo suo indegno membro la sua Passione e così mi riscatti dai miei tanti peccati! Se poi il Signore mi chiamasse... Deo gratias! La cara Mamma celeste, sono certo, che mi accompagnerà».

    L’intervento chirurgico non ottenne l’effetto sperato e le condizioni cliniche del Servo di Dio andarono rapidamente peggiorando. Giovanni si spense il 6 Gennaio 1940.

    In virtù della fama di santità, dal 27 gennaio 1959 al 4 gennaio 1961 presso la Curia ecclesiastica di Bergamo fu celebrato il Processo ordinario Informativo, mentre dal 31 marzo 1987 al 24 maggio 1989 ebbe luogo un’Inchiesta suppletiva: la loro validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 17 ottobre 1989. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, l’11 gennaio 2018 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 21 maggio 2019, presieduta da me, Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Presentata, quindi, un’attenta relazione di tutte queste fasi al Sommo Pontefice Francesco da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, il Beatissimo Padre, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, nel presente giorno ha dichiarato: Constano le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e di quelle annesse, in grado eroico, del Servo di Dio Giovanni Nadiani, Laico converso della Congregazione dei Presbiteri del SS. Sacramento, nel caso e per il fine di cui si tratta.

 

    Il Beatissimo Padre ha dato incarico di rendere pubblico questo decreto e di trascriverlo negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

 

    Roma, il giorno 11 del mese di giugno dell’anno del Signore 2019.

 

ANGELO Card. BECCIU

Prefetto

 

                                                    + MARCELLO BARTOLUCCI

                                                    Arcivescovo titolare di Bevagna

                                                    Segretario