Causa in corso
Giulio Facibeni
- Venerabile Servo di Dio -

Giulio Facibeni

(1884 - 1958)

Venerabilità:

- 11 dicembre 2019

- Papa  Francesco

Sacerdote Diocesano, dedicò la sua vita all’aiuto e alla formazione dei ragazzi, in particolare quelli in difficoltà. A Rifredi, all’epoca periferia di Firenze, fondò l’opera “Madonnina del Grappa”

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
La carità non era mera beneficienza, ma si radicava in una solida fede eucaristica e mariana

 

    Il Venerabile Servo di Dio Giulio Facibeni nacque il 28 luglio 1884 a Galeata (Forlì, Italia). Entrato dapprima nel seminario di Faenza, dopo aver concluso il percorso liceale, si iscrisse alla Facoltà di Lettere, a Firenze. Qui iniziò a prestare servizio come assistente nella scuola dei Padri Scolopi, “Il Cepparello”. In questo periodo sentì la chiamata speciale a prendersi cura dei ragazzi. Da insegnante di lettere al Ginnasio, al termine degli studi teologici, fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1907.

    Nel 1908, fu nominato Cappellano delle Suore Crocifissine a Firenze. Fondò il Circolo Italia Nuova, dedicato agli studenti delle scuole fiorentine, per formarli a vivere una fede concreta, unita all’amore per la Patria. Nel 1910, venne inviato nella parrocchia di Rifredi, dapprima come coadiutore e, poi, come parroco. Qui diede inizio a numerose attività, fra le quali il doposcuola per i giovani; la scuola serale per gli adulti; il rispristino della Società “Filippo Neri” per l’esercizio della carità verso gli indigenti della parrocchia; la distribuzione a tutte le famiglie del Bollettino Parrocchiale; la creazione dell’Unione delle Giovani e dell’Unione delle madri cristiane, del Circolo di San Tarcisio per i ragazzi e di quello di Sant’Emerenziana per le ragazze, il Circolo “Liberi e Forti”.

    Nel 1916, fu chiamato alle armi e destinato, dopo diverse assegnazioni, alla Cappella militare di Ancona. Nel 1918, dopo una lunga degenza per una grave intossicazione, venne inviato sul Monte Pertica, durante la battaglia del Grappa. Qui si prese cura dei soldati feriti, degli orfani e delle madri. In particolare, mantenne acceso nei soldati l’amore e l’abbandono filiale nei confronti della Madonna del Grappa.

    Terminata la guerra, rientrò a Rifredi, dove si dedicò in particolare ai parrocchiani reduci dal conflitto mondiale, agli operai e agli orfani. Costituì l’Unione “Salviamo i fanciulli”, attraverso la quale sostenne più di cento orfani di guerra e non, grazie all’aiuto di “madrine di guerra”, incaricate della loro tutela.

    Il 21 ottobre 1923 iniziò la costruzione dell’orfanotrofio “Piccola Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa”, con lo scopo di dare una famiglia a chi non l’aveva, ai più bisognosi e agli infelici. La scuola non chiese rette, ma si basò solo sulla Provvidenza e sulla carità dei parrocchiani della Pieve.

    Nel 1925, decise di dar vita ad una propria comunità, che divenne la Piccola Famiglia della Divina Provvidenza, che fu approvata dall’autorità ecclesiastica nel 1942.

    Mentre si occupava della ricostruzione e dello sviluppo delle opere, cominciò a manifestarsi in lui il morbo di Parkinson. L’aggravarsi progressivo della malattia si accentuò rapidamente a partire dal 1947. Morì a Firenze (Italia) il 2 giugno 1958.

    Il Venerabile Servo di Dio dedicò la sua vita all’aiuto e alla formazione dei ragazzi, in particolare quelli in difficoltà. A Rifredi, all’epoca periferia di Firenze, fondò l’opera “Madonnina del Grappa”. La carità non era mera beneficienza, ma si radicava in una solida fede eucaristica e mariana. Visse una spiritualità vittimale che lo portò a donarsi per la salvezza fisica e spirituale di coloro che incontrava. Credeva fortemente nell’intervento della Provvidenza nelle opere che iniziò.

    Insieme  all’Arcivescovo di Firenze, il Ven. Servo di Dio Elia Dalla Costa, ebbero visioni diverse. L’Arcivescovo, pur apprezzando l’opera sociale del Servo di Dio, desiderava che non fosse legata alla gestione della parrocchia. Il Facibeni, invece, vedeva l’Opera come parte integrante dell’apostolato della parrocchia, che si fa carico dei più deboli.

    Rimane un valido esempio per i sacerdoti e per tutti gli operatori nell’ambito della carità.

 

FIRENZE

Beatificazione e Canonizzazione del

Servo di Dio

GIULIO FACIBENI

Sacerdote diocesano

(1884-1958)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

    “Credendo all'amore infinito di Dio per noi, come non sentire il nostro piccolo cuore trasformato da quella carità che tutto abbraccia, trasfigura, da quella carità che senza restrizioni e preferenze fa sue tutte le miserie e le debolezze umane?”.

    Il Servo di Dio Giulio Facibeni, che all’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa aveva dato come motto “Credidimus caritati” (1Gv 4,16), spiegava così la ragione della sua scelta. D’altra parte egli stesso fece esperienza dell’amore di Dio, lo amò a sua volta sopra ogni cosa, si prodigò instancabilmente per il bene delle anime e dedicò la sua vita alla realizzazione di opere apostoliche per l’edificazione del Regno di Cristo.

    Il Servo di Dio nacque a Galeata, fra la Romagna e la Toscana, il 28 luglio 1884. Frequentò le scuole nel seminario di Faenza e poi si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. Come assistente presso le Scuole Pie Fiorentine dei Padri Scolopi maturò definitamente la propria vocazione. Il 21 dicembre 1907 fu ordinato sacerdote. Mentre era insegnante e cappellano delle Suore Crocifissine di Firenze, fondò il circolo Italia Nuova per educare gli adolescenti ad una fede concreta. L’Arcivescovo di Firenze lo destinò, come vicario poi come parroco, alla Pieve di Santo Stefano in Pane a Rifredi. Qui diede inizio a numerose attività, fra le quali il doposcuola per i ragazzi e la scuola serale, l’Unione delle Giovani e l’Unione delle Madri cristiane, il circolo di San Tarcisio per i ragazzi e di Sant’Emerenziana per le ragazze. Riaprì anche la Società di San Filippo Neri per la carità verso gli indigenti, Stampava e distribuiva a tutte le famiglie il bollettino parrocchiale. Chiamato alle armi, venne inviato nel 1918 sul Monte Pertica durante la battaglia del Grappa. Si prese cura dei feriti e spronò tutti a non perdere la propria fiducia nella Vergine Maria col titolo di “Madonna del Grappa”. Dopo la guerra si prese cura dei reduci, degli orfani, delle vedove, delle madri private dei figli. Costituì l’unione “Salviamo i fanciulli”, nella quale con l’aiuto di “madrine di guerra” sostenne più di 100 orfani di guerra. Sorsero l’asilo, il patronato, il Segretariato del popolo, la Scuola Tipografica. Nel 1923 iniziò la costruzione dell’orfanotrofio “Madonna del Grappa” con lo scopo di dare una famiglia a chi ne era privo. Tutte queste istituzioni formarono la Piccola Opera della Divina Provvidenza.

    La carità del Servo di Dio nasceva da una profonda fede. Viveva particolarmente la pietà eucaristica e la devozione mariana. Sperimentò una spiritualità vittimale, che lo spingeva a fare della vita un dono d’amore a Dio per il bene degli altri. Attraverso le opere di carità annunciava il vangelo di Cristo Buon Samaritano del mondo. Con grande zelo e prudenza si prendeva cura di ogni cosa e in tutto, anche nelle avversità, si abbandonava alla Provvidenza. Aderendo completamente alla volontà di Dio, mostrandosi sempre obbediente ai Pastori della Chiesa e amando gli altri con cuore di padre, divenne valido esempio per i sacerdoti e offrì un’immagine della parrocchia quale luogo di cura dei più deboli.

    Il morbo lento ma progressivo, che lo aveva colpito si aggravò a partire dal 1947. Il 2 giugno 1958 a Firenze il Servo di Dio rese la sua anima al Signore. Per il suo habitus virtuoso e per le opere che stigmatizzano la sua azione caritatevole, il Servo di Dio fu subito stimato un santo.

    Proprio in virtù di questa fama di santità fu aperta la Causa di beatificazione e canonizzazione. Dal 3 ottobre 1987 al 5 giugno 1993 presso la Curia ecclesiastica di Firenze si è celebrata l’Inchiesta diocesana, che questa Congregazione delle Cause dei Santi ha decretato giuridicamente valida il 13 gennaio 1995. Preparata la Positio, secondo le norme consuete si è discusso se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Con esito positivo, il 4 ottobre 2018 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi riuniti nella Sessione Ordinaria del 10 dicembre 2019 hanno dichiarato che il Servo di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Fatta quindi di tutte queste cose un’accurata relazione al Sommo Pontefice Francesco mediante il sottoscritto Cardinale Prefetto, Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti di questa Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna ha dichiarato: Constano le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le virtù cardinali di Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza e Fortezza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Giulio Facibeni, Sacerdote diocesano, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha dato incarico di pubblicare il presente decreto e di metterlo agli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 11 dicembre 2019.

 

Angelo Card. Becciu

Prefetto

 

                                + Marcello Bartolucci

                                Arciv. tit. di Bevagna

                                Segretario