Causa in corso
Jeanne Mance
- Venerabile Serva di Dio -

Jeanne Mance

(1606 - 1673)

Venerabilità:

- 07 novembre 2014

- Papa  Francesco

Laica, Fondatrice dell'Ospedale Hotel-Dieu nella città di Montréal; nata in un tempo tormentato dalle guerre di religione, si professò con coraggio figlia della Chiesa. Affidando a Dio la sua vita, si avventurò per le vie della missione. Il suo amore per il prossimo si rese visibile nell’attenzione e nella cura per i malati. A Montréal non solo fondò l’Hôtel-Dieu, ma si prodigò come infermiera, lasciando un modello di servizio, che ancora oggi ispira coloro che si impegnano professionalmente nella cura degli infermi

  • Biografia
Seppe sostenere le difficoltà con pazienza e fortezza, tanto da essere considerata l’“anima” dei coloni missionari e una delle fondatrici della città di Montréal

 

La Venerabile Serva di Dio Jeanne Mance nacque a Langres, piccola cittadina della regione della Champagne, nel 1606. La sua famiglia era benestante, in quanto lavorava nel campo della giustizia. Suo padre Charles era qualificato come procuratore del re e anche la madre Anne-Catherine Emonnot proveniva dal ceto dei magistrati. Dal loro matrimonio nacquero 12 figli: Jeanne fu la secondogenita. Il clima che si respirava in famiglia era caratterizzato da un grande fervore missionario. La pratica della religione era ancora più forte per i grandi insegnamenti di giustizia e di onestà insegnati dai genitori. Probabilmente compì i suoi studi presso le Orsoline. La sua giovane età fu segnata dalla morte della madre, per cui dovette, insieme alla sua prima sorella, dedicarsi ai lavori di casa e all’educazione dei fratelli. La formazione religiosa della giovane si completò con 1’impegno presso l’ospedale del paese che fu voluto dal Vescovo locale Mons. Sébastien Zamet. Le prime esperienze da infermiera furono vissute proprio a contatto con i feriti di guerra, in quanto nel 1635 la Francia dichiarò guerra alla Spagna e scelse la cittadina di Langres come base di operazioni militari.

Dopo la morte del padre si affaccia nella vita della Venerabile Serva di Dio nuovamente l’ideale missionario che nutriva già dagli anni della fanciullezza. Voleva servire il Signore totalmente, per cui aveva anche fatto all’età di sette anni il voto di castità. L’incontro propizio per una sua decisione per tale fine fu quello con il cugino sacerdote Nicolas Dolebeau, che le parlò della Nuova Francia come luogo di missione dove già operava il suo fratello gesuita Jean Dolebeau. Per il Nuovo Mondo erano già partite alcune donne che avevano come compito di assistere materialmente e spiritualmente i coloni che si avviavano alla costruzione di insediamenti urbani. Non vi erano solo religiose che andavano a costruire monasteri, ma anche laiche che si interessavano della formazione culturale dei coloni. Ad esempio Madame de la Peltrie, insieme a Suor Maria dell’Incarnazione con le sue consorelle Orsoline, diede inizio al convento e ad un Hôtel-Dieu in Québec nel 1639. Lo stesso J. de la Dauversière e il barone de Fancamp con la Compagnia del SS.mo Sacramento fondarono la colonia di Montréal.

Spinta dall’ardore missionario, comunicò la sua idea al direttore spirituale. Per avere un quadro più chiaro delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare nella Nuova Francia fu inviata a Parigi dal Procuratore delle missioni della Compagnia di Gesù, Padre Charles Lalemant. In un clima di fraternità ella venne accolta ed ascoltata. Nel 1640 incontrò nella capitale Angélique Faure, che sostenne economicamente tutte le attività missionarie della Venerabile Serva di Dio, e P. Jean-Baptiste Saint-Jure, che fu successivamente scelto come direttore spirituale.

Nell’aprile del 1641 si imbarcò a La Rochelle dove J. de la Dauversière aveva disposto la partenza di due navi per Ville-Marie nella nuova terra. Dopo un viaggio avventuroso e faticoso, si fermarono a Montréal dove diedero inizio alla costruzione dell’insediamento urbano. La zona era lontana dalla guarnigione principale francese, per cui continuamente i coloni erano attaccati dagli Irochesi. Il governatore Paul de Chomedey de Maisonneuve intese salvaguardare la vita dei coloni predisponendo nuove forze armate e impiantare un processo di insediamento continuo e costante, introducendo anche la scuola che fu affidata ad una giovane di Troyes, Marguerite Bourgeoys.

Tra il 1644 e il 1646 si dedicò particolarmente alla costruzione dell’Hôtel-Dieu. Non solo curava i coloni, ma anche gli indiani amici. Le fu assegnata anche l’amministrazione dell’ospedale, per cui tutte le incombenze burocratiche ed economiche erano svolte con competenza e con grande spirito di sacrificio. I fondi per sostenere le spese dell’ospedale furono recuperati grazie alla sua testimonianza di laica missionaria nei tre viaggi fatti in Francia. Nell primo (1649-1650) incontrò Madame de Bullion e P. Hercule Audiffret, che le offriranno aiuto giuridico ed economico per stabilizzare le risorse dell’ospedale. Poté conoscere in profondità M. Olier, che stava fondando seminari in tutta la Francia.

Nel 1657 ebbe un grave incidente. Scivolò sul ghiaccio slogandosi in maniera scomposta il braccio, per cui i medici non riuscirono a rimetterlo a posto. Tale situazione divenne insostenibile: dolori atroci sia di giorno che di notte. Aveva perso l’appetito e il suo stato di salute peggiorava costantemente. Non riusciva a sostenere le attività dell’ospedale ed aveva bisogno di fondi per continuare la sua opera. Il secondo viaggio (1658-1659) fu segnato dal dolore fisico e morale. Giunse in Patria e nel giorno della Purificazione della Vergine Maria chiese la grazia della guarigione a Dio per l’intercessione di Mons. Olier che era morto da poco tempo. Immediatamente sentì il ritornare delle forze, quando pose il reliquiario contenente il cuore di Olier al braccio. Per continuare la sua opera fra gli ammalati e per avere un’amministrazione sempre più limpida chiese l’aiuto delle Figlie Ospedaliere di San Giuseppe. Insieme a tre giovani suore partì per la Nuova Francia. Organizzò il convento, vivendo in piena comunione con le suore che l’assistevano nelle sue varie attività caritative.

L’ultimo viaggio intrapreso la portò per due anni in Francia. Gli anni dal 1661 al 1664 furono fondamentali per il futuro del­l’ospedale, in quanto ella desiderava dare stabilità economica alle suore e di conseguenza alle attività ospedaliere. Intanto la gestione delle terre dell’isola di Ville-Marie passa alla Compagnia di S. Sulpizio, che era considerata la più accreditata a livello economico e spirituale.

Dal 1669 la sua salute incominciò ad indebolirsi. Decise di fare il testamento, in cui ella dichiara con umiltà di essere figlia della Chiesa e che ha servito i poveri con tutte le sue forze. Ha seguito gli insegnamenti della Chiesa, proponendoli nelle nuove terre. Morì a Québec il 18 giugno 1673, assistita da Marguerite Bourgeoys

 

Iter della Causa

Il Processo Informativo di natura storica si celebrò presso la Curia ecclesiastica di Montréal (Canada), dal 1959 al 1961, in quarantanove Sessioni, con l’escussione di dodici testi.

La validità giuridica del Processo fu riconosciuta con il Decreto del 15 ottobre 1993.

 

Seduta dei Consultori Storici

Si svolse il 28 gennaio 1997, presieduto dal Relatore Generale, con la presenza dei Consultori prescritti.

A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu unanimemente affermativo.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si riunì il 6 giugno 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la partecipazione dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio, con un coraggio di pioniera, decise di partire come laica missionaria alla volta della “Nuova Francia” (Canada), per evangelizzare e dedicarsi all’edificazione di un Ospedale. Spinta unicamente dalla grande fede, seppe affrontare i disagi di questa opera missionaria per la diffusione del Vangelo e la cura degli ammalati.

Fu umile nel ricorrere al parere di persone sagge e prudenti, alle quali sottoponeva le sue scelte. Seppe sostenere le difficoltà con pazienza e fortezza, tanto da essere considerata l’“anima” dei coloni missionari e una delle fondatrici della città di Montréal.

Figura poliedrica di missionaria, fondatrice e amministratrice, volle conformarsi al Cristo sofferente sulla croce, attraverso l’edificazione dell’Ospedale e l’organizzazione delle attività di cura degli ammalati. L’ Hôtel-Dieu fu espressione della speranza che si trasforma in carità verso Dio e verso il prossimo.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 4 novembre 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, mise in evidenza i tratti caratteristici della sua santità: la totale dedizione a Dio e la fiducia nella Provvidenza, la fortezza e l’audacia a servizio del Regno, lo spirito contemplativo e la disponibilità all’umile accoglienza del disegno divino.

Nata in un tempo tormentato dalle guerre di religione, si professò con coraggio figlia della Chiesa. Affidando a Dio la sua vita, si avventurò per le vie della missione. Il suo amore per il prossimo si rese visibile nell’attenzione e nella cura per i malati. A Montréal non solo fondò l’Hôtel-Dieu, ma si prodigò come infermiera, lasciando un modello di servizio, che ancora oggi ispira coloro che si impegnano professionalmente nella cura degli infermi.

Riguardo alla fama di santità è interessante notare che, nel 1942, la Convenzione dell’Associazione degli Ospedali Cattolici degli Stati Uniti e del Canada, fecero una mozione per acclamazione, nella quale si chiese di promuovere la beatificazione della Venerabile Serva di Dio, come modello per gli infermieri laici.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa