Causa in corso
Lodovico Coccapani
- Venerabile Servo di Dio -

Lodovico Coccapani

(1849 - 1931)

Venerabilità:

- 07 novembre 2018

- Papa  Francesco

Laico, dell’Ordine Francescano Secolare,  fu un uomo prudente, affabile e gioviale. Ebbe una relazione profonda con Dio, alimentata dalla preghiera e tradotta in significative opere di carità. Si dedicò con zelo soprattutto ai malati e ai carcerati

  • Biografia
Riuscì ad immedesimarsi nelle persone sofferenti. L’umiltà e il nascondimento furono i suoi tratti caratteristici

 

    Il Venerabile Servo di Dio Lodovico Coccapani nacque il 23 giugno 1849 a Calcinaia (Pisa, Italia). Dopo la prematura morte dei genitori, insieme alle sorelle, si trasferì a Pisa dove, dal 1864, frequentò la Regia Scuola Normale per allievi maestri, diplomandosi nel 1867.

    Ricevette poi l’incarico di maestro della scuola elementare maschile di secondo grado che lasciò per volontaria rinunzia nel 1869, quando furono tolti i crocifissi dalle aule scolastiche. Nel 1872, fu nominato professore titolare della Scuola tecnica per l’insegnamento di calligrafia e computisteria. Lasciato definitivamente l’insegnamento, dal 1878 al 1882 fu esattore della tassa camerale presso la Camera di Commercio di Pisa.

    Terminato anche questo lavoro si dedicò alle opere di carità e di apostolato vivendo dei proventi del fratello, il canonico Lionello, e della rendita derivante da alcuni possedimenti familiari.

    Nel 1894 entrò a far parte della conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e, nel 1895, di quella di sant’Eufrasia di cui fu presidente dal 1907 fino alla morte.

    La sua esistenza fu dedicata alle iniziative sociali e caritative. Sostenne l’opera delle missioni fondata dal giornale cattolico “Per il Bene”; collaborò alla catechesi nella parrocchia di Sant’Andrea; contribuì al comitato di assistenza civile religiosa agli orfani di guerra; diede una mano all’opera di protezione delle giovani, fondata dalla consorte del Beato Giuseppe Toniolo, Maria Schiratti Toniolo; si dedicò all’opera per la redenzione dei carcerati, che gli meritò la medaglia di bronzo al merito della redenzione sociale da parte del Re Vittorio Emanuele III.

    L’8 dicembre 1907 aderì al Terz’Ordine Francescano nella chiesa di San Francesco a Pisa e un anno dopo emise la professione.

    Dal 1916 al 1917 fu membro e tesoriere dell’Unione Popolare dei cattolici. Nel 1918, ricevette il titolo di Cavaliere dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno classe civile.

    Nel 1931 fu eletto presidente della Deputazione di S. Ubaldesca, patrona di Calcinaia.

    Colpito da una grave forma di broncopolmonite, morì a Calcinaia (Italia) il 14 novembre 1931.

    Fu un uomo prudente, affabile e gioviale. Ebbe una relazione profonda con Dio, alimentata dalla preghiera e tradotta in significative opere di carità. Si dedicò con zelo soprattutto ai malati e ai carcerati. Riuscì ad immedesimarsi nelle persone sofferenti. L’umiltà e il nascondimento furono i suoi tratti caratteristici. La spiritualità propriamente francescana lo spinse verso la spoliazione totale per amore del prossimo.

    Il suo vissuto ecclesiale, che si espresse nell’attenzione verso l’evangelizzazione, la vita sacramentale e la catechesi, venne da lui realizzato nell’opera delle missioni popolari, nella formazione catechetica e nella trasmissione della gioia della preghiera. Animato da una carità semplice e profetica, manifestò l’affettuosa cura verso i poveri, i carcerati, gli orfani di guerra, nonché nella ricerca di mezzi e strutture per dare risposte ai bisogni materiali e spirituali delle famiglie e dei giovani.