Causa in corso
Marcelle Mallet
- Venerabile Serva di Dio -

Marcelle Mallet

(1805 - 1871)

Venerabilità:

- 27 gennaio 2013

- Papa  Francesco

Fondatrice delle Suore della Carità di Québec; sempre manifestò sia una fortezza virtuosa sia una totale docilità e obbedienza alla Chiesa. Fu additata dalle consorelle come “regola vivente”, per la sua pronta obbedienza, vissuta fino all’eroismo

  • Biografia
Aiutò il prossimo, soprattutto quello in difficoltà, realizzando una “carità inventiva”, per cercare di far fronte ai problemi di povertà

 

La Venerabile Serva di Dio Marcelle Mallet nacque il 26 marzo 1805 a Côte-des-Neiges (Montréal, Canada). Ancora in tenera età, perse il padre e sei dei sette fratelli e sorelle. A tale dolore si aggiunse l’estrema povertà in cui versava la famiglia.

Insieme all’unico fratello, fu affidata alla tutela di due zii che le permisero di vivere un’adolescenza serena, anche se non riuscì a frequentare nessun tipo di scuola. Solo in età adulta, da autodidatta, apprese a leggere e scrivere.

Nel 1824, nonostante la contrarietà della famiglia, sentendosi chiamata alla vita religiosa, entrò nella Congregazione delle Suore della Carità di Montréal, fondate nel 1734 da Santa Margherita d’Youville. Nel cammino formativo, si impegnò ad alimentare il suo amore verso il Signore Gesù, i cui sentimenti ed atteggiamenti di bontà e di mitezza cercò di vivere nelle mansioni affidatele di cuoca, infermiera e sacrestana.

Per le sue doti di equilibrio e di delicatezza negli anni 1840-1849, fu chiamata a svolgere il suo servizio di amministratrice e, dal 1845, di assistente della Superiora.

Nel 1849 l’Arcivescovo di Québec, Monsignor Pierre-Flavien Turgeon, chiese all’Istituto delle Suore della Carità  di fondare a Québec un’opera per l’educazione dei giovani e per i poveri. Accolta la richiesta, la Madre Generale destinò cinque religiose a questa nuova missione nominando come Superiora la Venerabile Serva di Dio. Al loro arrivo, le Suore, trovando la città colpita da una virulenta epidemia di tifo, si misero immediatamente al servizio degli orfani degli immigrati irlandesi e dei moltissimi ammalati. Nel frattempo, la comunità, pur continuando ad osservare le Costituzioni delle Suore della Carità, fu posta sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo. Di fatto, tale soluzione, determinò la nascita di un nuovo Istituto Religioso, distinto da quello di Montréal, che ebbe madre Marcelle come Fondatrice e Superiora Generale.

Negli anni 1857-1866 vennero realizzate cinque fondazioni, che le permisero di manifestare e rendere visibile la sua originale maternità spirituale, il suo amore verso il prossimo ed in particolare verso i poveri. La peculiarità specifica della nuova Congregazione si mostrò, oltre che nell’impegno di santificazione personale dei membri, anche nell’attività assistenziale a favore degli orfani, degli ultimi e dei malati, di prassi visitati a domicilio.

Accusata di essersi supinamente adeguata e piegata alla decisione dell’Ordinario, ella accompagnò lo sviluppo dell’Istituto e la realizzazione delle Costituzioni, con grandi sofferenze ed incomprensioni che culminarono nel 1866 quando, per via della sua mancanza di istruzione, non venne confermata Superiora Generale né eletta Consigliera. Tale umiliazione fu da lei affrontata con coraggio, umiltà e profondo abbandono in Dio, dando alle consorelle un esempio di distacco, di vera e profonda libertà interiore dalla sua Opera e di obbedienza autentica vissuta con semplicità e gioia interiore.

Nel 1868 fu colpita da un cancro che le causò forti ed intensi dolori, da lei offerti per i bisogni dei poveri, per la Congregazione da lei fondata e, dal 1870, per il Papa Pio IX.

Morì a Québec il 9 aprile 1871, Pasqua di Risurrezione.

 

Inchiesta Diocesana

L’Inchiesta Diocesana si celebrò presso la Curia ecclesiastica di Québec, dal 6 ottobre 1992 all’8 febbraio 1993, con l’escussione di ventiquattro testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 26 novembre 1993.

 

Seduta dei Consultori Storici

Si svolse l’11 aprile 2000, presieduto dal Relatore Generale, con la presenza dei Consultori prescritti.

A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si riunì il 1° giugno 2012, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio manifestò l’esercizio della fede, della speranza e della carità nella sua fedeltà quotidiana allo Sposo celeste, nell’abbandono fiducioso alla Provvidenza divina e nella perseveranza anche quando dovette affrontare grandi prove. Sempre manifestò sia una fortezza virtuosa sia una totale docilità e obbedienza alla Chiesa. Fu additata dalle consorelle come “regola vivente”, per la sua pronta obbedienza, vissuta fino all’eroismo. Dopo la mancata rielezione del 1866, si dispose con umiltà, sottomissione e rispetto nei confronti della nuova Superiora che lei stessa aveva formata. In tali circostanze chiese al Signore di accettare i dispiaceri dell’ingratitudine e soprattutto di praticare la carità in tutte le situazioni. Madre Marcelle, con umiltà eroica, riconobbe sempre la sua mancanza di istruzione e le sue incapacità, contando sull’aiuto di Dio per assolvere alle proprie responsabilità.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e  dei Vescovi

Si tenne il 21 gennaio 2014. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, mise in evidenza che la sua spiritualità ricevette influsso sia da quella sulpiziana, incentrata nello sguardo verso il Cristo Verbo Incarnato, sia da quella ignaziana, tesa a promuovere la “maggior gloria di Dio”, sotto la bandiera del Signore Gesù. In concreto, queste aspirazioni si sintetizzarono nella sua profonda devozione al Sacro Cuore di Gesù. Due furono le caratteristiche della sua esperienza di vita: l’umiltà che la rendeva sempre modesta, consapevole della sua inferiorità per cultura, origine, comportamento e l’obbedienza, che la portò a cercare di compiere sempre e ovunque la volontà di Dio. Ella si dedicò all’amore del Cuore di Gesù, rimanendo fiduciosa nella Provvidenza di Dio Padre tenero e misericordioso che tutto sostiene. Aiutò il prossimo, soprattutto quello in difficoltà, realizzando una “carità inventiva”, per cercare di far fronte ai problemi di povertà.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa