Causa in corso
Margherita del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Virginia De Brincat)
- Venerabile Serva di Dio -

Margherita del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Virginia De Brincat)

(1862 - 1952)

Venerabilità:

- 27 gennaio 2014

- Papa  Francesco

Fondatrice delle Suore Francescane del Cuore di Gesù; figlia devota e seguace fedele di San Francesco d’Assisi, che portava nell’anima un incendio di carità e chiedeva a Dio di «morir d’amore» ne incarnò pienamente lo spirito e in quella sua frase altro non fece che riecheggiare il sospiro del Padre Serafico «Amiamo l’Amore!»

  • Biografia
«Il frutto dell’Amore è che spesso mi pare di bruciare... Oh, immergiamoci in quell’oceano di Amore infinito, di Amore eterno!... Amiamolo fino alla follia!»

 

La Venerabile Serva di Dio Margherita del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Virginia De Brincat) nacque il 28 novembre 1862 a Kercem, piccolo paese dell’isola di Gozo, da famiglia laboriosa e di fede profonda. Fu battezzata nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Rabat, lo stesso giorno della sua nascita con i nomi di Virginia, Giuseppa, Maria e Giovanna. Il 15 aprile 1871 ricevette la Cresima e qualche giorno più tardi la Prima Comunione. Fin da giovanissima avvertì la vocazione a consacrarsi vergine, come sposa di Cristo, tanto che, a quattordici anni, ottenne dal suo confessore il permesso di emettere privatamente il voto di castità, primo passo nel cammino di perfezione.

L’8 dicembre 1877, entrò a far parte dell’Associazione delle “Dodici stelle del Sacro Cuore di Gesù” che raccoglieva giovani donne impegnate nelle opere della carità e della catechesi secondo la spiritualità della riparazione. Da questa associazione, nel 1879, Don Giuseppe Diacono, sacerdote assistente, avviò la piccola opera delle “Maestre Terziarie Francescane”, in una modesta abitazione di Victoria- Gozo.

Il 15 agosto 1881 anche Virginia fu ammessa alla vestizione religiosa nella nuova piccola comunità. Abbracciò una vita di semplicità e di umiltà prendendo a suo modello la Vergine Maria. Emessi i primi voti religiosi, il 15 agosto 1883, le fu affidato l’incarico di Segretaria. La sua saggezza e la sua forte fede le permisero di far fronte a tutte le inevitabili difficoltà della nascente istituzione.

L’8 dicembre 1887, dopo l’approvazione delle Costituzioni, Virginia fu ammessa alla Professione Perpetua come religiosa capofila della nuova Congregazione. Il nuovo nome impostole fu Margherita del Sacro Cuore di Gesù. La virtù della fede e della fortezza rifulsero particolarmente in lei quando, a seguito di notevoli difficoltà e incomprensioni, Don Diacono era sul punto di sciogliere la nascente Congregazione. Madre Margherita, vi si oppose con determinazione, prendendo su di sé tutta la responsabilità dell’Opera, e fidando unicamente nella provvidenza di Dio. A soli 27 anni d’età fu dunque eletta Superiora Generale, e si trovò a dirigere la Congregazione, che contava ormai quattro comunità. In tale incarico, con brevi interruzioni, fu confermata per oltre un trentennio.

Con lo sguardo fisso in Dio, Madre Margherita tese a perfezionare le sue qualità umane e spirituali, per rispondere nel miglior modo possibile ai bisogni della Chiesa locale, in specie alla formazione cristiana della gioventù e all’elevazione morale delle famiglie. Soprattutto, coltivò sempre una particolare cura per i sacerdoti, con filiale devozione e rispetto. All’interno dell’Istituto, effondeva la sua maternità spirituale, fondata sulla preghiera e sull’offerta riparatrice al Cuore di Gesù. Preparò con grande senso di responsabilità le sue figlie per inviarle nella vigna del Signore, pellegrine e povere quali seguaci di San Francesco. L’Istituto si diffuse rapidamente, raggiungendo Corfù e la Sicilia, nonché l’Etiopia.

In ogni circostanza Madre Margherita trovò sostegno nella costante preghiera, diurna e notturna, che le faceva sperimentare la presenza di Dio. Fu un’anima essenzialmente eucaristica. Si adoperò perché in ogni fondazione fosse presente il SS. Sacramento, perché le sue suore potessero attingere ininterrottamente, dalla preghiera e dall’adorazione eucaristica, lo zelo adeguato per far conoscere ed amare Dio.

Giunse alle vette della contemplazione e di intime esperienze mistiche, testimoniate dalle espressioni ardenti del suo cuore, con le quali animava le sorelle: «Il frutto dell’Amore è che spesso mi pare di bruciare... Oh, immergiamoci in quell’oceano di Amore infinito, di Amore eterno!... Amiamolo fino alla follia!».

Corrispose all’amore sponsale di Gesù con estrema purezza di pensieri e di azioni. Innamorata di Dio, lo comprese come «Amore eterno, onnipotente, infinito», «Oceano immenso di bontà», «Abisso infinito di bontà», «Seno paterno ed eterno», «Datore di ogni bene», «Misericordia divina ed infinita». Sulle orme del Poverello di Assisi, fece della povertà gioiosa e generosa la “magna carta” del suo vivere, del suo testimoniare e del suo evangelizzare.

Grande fu il suo amore per il Papa, verso cui nutriva sincera devozione. Il 17 settembre 1921 fu ricevuta in udienza da Papa Benedetto XV per ottenere il ‘Decreto di Lode’ per la Congregazione. Nel 21 maggio 1927 si concretizzò il desiderio di Madre Margherita di fondare in Roma la Casa “Cristo Re”.

Nel mese di aprile 1924, cessato il suo ufficio di Superiora generale, testimoniò le virtù della sua vita religiosa nella comunità della Casa dell’Adorazione di Malta, nella comunità di Xaghra a Gozo, nel noviziato di Roma.

Nel 1940 fu colpita da un grave infermità cardiaca. Trascorse il resto della vita nell’infermeria della Casa Madre a Victoria, in una celletta attigua alla cappella. Di qui ella continuò a seguire le ultime vicende del suo amato Istituto, dando a tutti prova di fede e di coraggio.

Grata al Signore per quanto le aveva concesso, alimentò la speranza di «spiccare il volo» verso il Signore, a cui andò incontro all’alba del 22 gennaio 1952.