Causa in corso
Maria Eufrasia Iaconis
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Eufrasia Iaconis

(1867 - 1916)

Venerabilità:

- 13 maggio 2019

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, completamente dimentica di sé stessa, appariva dotata di una carica profonda di serenità, nonché capacità di ascolto e di dialogo e, con assoluta semplicità, tutto orientava alla maggior gloria di Dio e alla salvezza dei fratelli.  

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
«Animo e avanti, lavoriamo con slancio per la gloria di Dio e la salvezza delle anime»

 

    La Serva di Dio Maria Eufrasia Iaconis (al secolo: Maria Giuseppina Amalia Sofia) nacque a Casino di Calabria (oggi Castelsilano, Catanzaro, Italia) il 18 novembre 1867. Rimasta orfana di madre a quattro anni, provvide alla sua formazione culturale, umana e cristiana, lo zio sacerdote, Don Giuseppe Iaconis, e una sorellastra della madre, Maria Fabiano, la quale fondò l’Istituto delle Sorelle della Carità Figlie dell’Immacolata, dedite all’educazione dei bambini e all’assistenza degli infermi. Entrata in questa Congregazione, nel 1886 la Serva di Dio iniziò il noviziato. L’anno seguente, accompagnò a Roma la Fondatrice, per aprire una casa religiosa e per aiutarla ad ottenere il riconoscimento canonico dell’Istituto. La Serva di Dio fu nominata Superiora della casa di Roma e, nel 1888, emise i primi voti religiosi. Nel 1893, Monsignor Federico Aneiros, Arcivescovo di Buenos Aires, chiese alle Suore di occuparsi dell’Ospedale Italiano di quella città e la Madre Generale pensò di affidare l’incarico alla Serva di Dio, che insieme a sette compagne, partì per l’Argentina nel 1893. Giunta a destinazione, si dedicò con grande fervore alla nuova missione, aggiungendo all’assistenza dei malati anche la formazione delle giovani ragazze e il servizio ai poveri. Offrì un nuovo impulso alla Congregazione, dando origine a nuove fondazioni tra cui, nel 1896, l’apertura del noviziato e del Collegio dell’Immacolata Concezione a Buenos Aires. Nel 1898 assunse la cura dell’assistenza dei malati nell’Ospedale Italiano di Rosario e diede vita ad un asilo e ad un collegio a Concepción in Uruguay, mentre a Córdoba (Argentina) aprì una casa per neonati abbandonati. A Roma, intanto, la Congregazione viveva un momento difficile a causa di alcune denunce anonime al Sant’Uffizio contro la Fondatrice. Il 6 febbraio 1900 fu indetta una visita apostolica e il 30 gennaio 1901 venne decretata la chiusura dell’Istituto. La Serva di Dio fu chiamata d’urgenza a Roma dove chiese ed ottenne di poter riunire le comunità rimaste in una nuova Congregazione di diritto diocesano, che chiamò “Figlie della Divina Madre”, mutato nel 1904 in “Figlie dell’Immacolata Concezione”. Nel 1906 rinnovò i voti e, il 4 febbraio 1908, fu eletta Superiora Generale. Tornata in Argentina, si adoperò per riunificare le comunità, confuse e disorientate.

    Ammalatasi di cancro, morì a Buenos Aires (Argentina) il 2 agosto 1916.

    La Serva di Dio si prodigò con grande dedizione al sostegno degli immigrati italiani in Argentina, alla formazione delle ragazze, al soccorso ai poveri, all’avvio di nuove fondazioni, realizzando anche opere assistenziali, tra cui l’Ospedale Italiano di Rosario.

    Dopo la soppressione dell’Istituto, con profondo senso ecclesiale, obbedì ed affrontò le difficoltà con umiltà e fortezza. Seppe stare vicina alle consorelle, infondendo fiducia e divenendo per loro un saldo punto di riferimento. Fu capace di trattare con le autorità civili e i superiori ecclesiastici, riuscendo a stabilire ottime relazioni.

    Fondò la Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, della quale divenne Superiora Generale. Umile nel riconoscere le proprie fragilità ma ben formata nella fede, affidò l’Opera a Dio. Fu materna con le Suore, alle quali cercò di garantire una formazione integrale. Alla guida della comunità fu saggia e prudente, rivelando notevoli capacità di governo e abilità nel reperire mezzi finanziari che destinava alle opere di carità. Molti bisognosi ricorrevano a lei. Una caratteristica della sua spiritualità fu la particolare devozione allo Spirito Santo.

 

BONAËRENSIS

 

Beatificationis et Canonizationis

Servae Dei

MARIAE EUPHRASIAE

(in saeculo: Mariae Iosepha Amaliae Sophiae Iaconis)

Fundatricis Congregationis Filiarum ab Immaculata Conceptione

(1867-1916)

______________

 

Decreto sulle Virtù

 

    «Animo e avanti, lavoriamo con slancio per la gloria di Dio e la salvezza delle anime».

 

     Con queste parole la Serva di Dio Maria Eufrasia (al secolo: Maria Giuseppa Amalia Sofia Iaconis) in un tempo di prova e di difficoltà incoraggiò le suore da lei istituite. Esse rivelano la grande sensibilità del suo cuore e, soprattutto, la vera motivazione della vita e della sua azione: la ricerca della gloria di Dio e il servizio del suo Regno. 

    La Serva di Dio nacque a Casino di Calabria (oggi Castelsilano, in provincia di Crotone) il 18 novembre 1867, figlia di Luigi Antonio e Maria Antonia Spina. Al fonte battesimale, il 27 novembre seguente, le furono imposti i nomi di Maria Giuseppa Amalia Sofia, ma era comunemente chiamata Sofia. Rimasta orfana di madre fin dalla prima infanzia, venne educata alla fede e alla pratica delle virtù umane e cristiane in particolare da uno zio sacerdote e da una sorellastra della madre, Maria Fabiano, che aveva fondato in paese le Suore di Carità Figlie dell’Immacolata, dedite all’educazione dei bambini e all’assistenza verso gli infermi. Nel suo percorso educativo, Sofia ricevette la Prima Comunione nel 1875, in anticipo rispetto all’età prevista, perché era gravemente ammalata. Subito dopo, però, si ristabilì in salute.

    Negli anni dell’adolescenza avvertì con chiarezza la vocazione alla vita consacrata. Perciò venne ammessa nell’istituto fondato dalla zia e assunse il nome di suor Maria Eufrasia. Nel 1893 le suore ricevettero, da parte della Commissione Direttrice dell’Ospedale Italiano di Buenos Aires, approvata dal vescovo, la proposta di prendersi cura di questo nosocomio, che già si avviava ad un grande sviluppo. Suor Eufrasia acconsentì con entusiasmo e, insieme a sette compagne, partì il 2 agosto di quello stesso anno.

    Giunte presso la struttura sanitaria, le religiose ebbero non pochi contrasti con la Commissione Direttiva che se ne occupava. Suor Maria Eufrasia, di carattere mite ed equilibrato, cercò di appianarli per quanto possibile. Nel frattempo cominciarono anche ad arrivare le prime vocazioni, tra cui la figlia di un degente dell’ospedale. A partire dal 1894, la giovane comunità ebbe una certa espansione, in particolare a Santa Fe, Rosario, Córdoba, Concepción del Uruguay e nella stessa Buenos Aires. A Roma, invece, la situazione andò precipitando e il 30 gennaio 1901 venne decretato lo scioglimento delle Suore di Carità Figlie dell’Immacolata.

    La Serva di Dio, che era accorsa accanto alla zia, fece ricorso a tutti gli aiuti possibili per custodire il carisma e le opere della disciolta congregazione e, in questa ottica, ottenne di poter fondare una congregazione di diritto diocesano nel Vicariato di Roma. Tornata in Argentina, suor Maria Eufrasia si adoperò per riunificare le comunità, in quel momenti piuttosto confuse e disorientate. Grazie al sostegno del nuovo Arcivescovo, si arrivò a un’altra fondazione diocesana, con base a Buenos Aires, che ottenne dal Santo Padre il titolo di Figlie dell’Immacolata Concezione.

    Le opere ripresero con maggiore slancio, ma non andavano di pari passo con le nuove vocazioni. A quel punto, Madre Maria Eufrasia ipotizzò di poter istituire un noviziato in Italia: così, intraprese un nuovo viaggio e pervenne a Bergamo. Poco dopo, con l’autorizzazione e la benedizione dell’Arcivescovo, il cardinal Andrea Carlo Ferrari (oggi Beato), le suore si stabilirono a Milano. Non tardarono ad arrivare anche nuove postulanti: una di esse fu Giuseppina De Micheli, che, diventata suor Maria Pierina, sarà beatificata nel 2010. Madre Eufrasia, intanto, viaggiava spesso tra Italia e Argentina, per visitare le sue comunità e incoraggiare le consorelle.

     Le doti umane della Serva di Dio, le virtù cristiane, i valori della consacrazione religiosa emergono con chiarezza nel suo percorso di vita. Donna profondamente radicata nella fede, visse in sincera comunione con il Signore e, a imitazione del Crocifisso, profuse tutto il suo amore verso le persone che aveva modo di incontrare. Con intenso sguardo di fede seppe interpretare le esigenze del suo ambiente, che, nel passaggio del secolo e nel crogiolo del Nuovo Mondo, iniziava a manifestare i segni di profondi cambiamenti culturali e sociali. In questo contesto, non privo di difficoltà, pervenne ad una maturità, che si esprimeva in una intensa offerta al Signore nella preghiera unita a grande sensibilità e generosità nel servizio.

      L’esercizio delle virtù, sostenuto da un completo abbandono alla volontà di Dio, fu per lei un’esperienza quotidiana, concretamente avvertita dalle sue Consorelle e dalle sue Figlie spirituali. La sua operosità si radicava in una incrollabile speranza e si armonizzava con il desiderio della contemplazione e dell’adorazione, nutrendo un ardente amore all’Eucaristia e alla Vergine Santa. Completamente dimentica di sé stessa, Madre Eufrasia appariva dotata di una carica profonda di serenità, nonché capacità di ascolto e di dialogo e, con assoluta semplicità, tutto orientava alla maggior gloria di Dio e alla salvezza dei fratelli.  

    Nel 1914 cominciò ad ammalarsi spesso, soffrendo in particolare di dolori allo stomaco: ben presto le venne diagnosticato un cancro. Ricoverata presso una struttura ospedaliera di Buenos Aires, vi morì la sera del 2 agosto 1916. In virtù della fama di santità, da dicembre 2003 al 2 agosto 2012 presso la Curia ecclesiastica di Buenos Aires fu celebrata l’Inchiesta Diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 17 gennaio 2013. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 30 ottobre 2018 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 16 aprile 2019, presieduta da me, Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Presentata, quindi, un’attenta relazione di tutte queste fasi al Sommo Pontefice Francesco da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, il Beatissimo Padre, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, nel presente giorno ha dichiarato: Constano le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e di quelle annesse, in grado eroico, della Serva di Dio Maria Eufrasia (al secolo: Maria Giuseppa Amalia Iaconis), Fondatrice della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, nel caso e per il fine di cui si tratta.

 

     Il Beatissimo Padre ha dato incarico di rendere pubblico questo decreto e di trascriverlo negli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    

     Roma, il giorno 13 del mese di maggio dell’anno del Signore 2019.

  

ANGELO Card. BECCIU

Prefetto

 

                                                            + MARCELLO BARTOLUCCI

                                                            Arcivescovo titolare di Bevagna

                                                        Segretario