Causa in corso
Marthe Louise Robin
- Venerabile Serva di Dio -

Marthe Louise Robin

(1902 - 1981)

Venerabilità:

- 07 novembre 2014

- Papa  Francesco

Laica, Fondatrice dell'Associazione Foyers de Charité; il suo cammino spirituale, fondato sulla fedeltà alla volontà di Dio, la condusse ad immedesimarsi progressivamente con Cristo Crocifisso. Fu consapevole di obbedire ad un misterioso disegno divino

  • Biografia
Visse un “laicat consacré”, indicando la vocazione universale alla santità ed offrendo una credibile testimonianza della sua vocazione all’evangelizzazione del mondo

 

La Venerabile Serva di Dio Marthe Louise Robin nacque nel 1902 in Francia a Châteauneuf-de-Galaure. I suoi genitori, Joseph e Amélie-Célestine Chosson, erano piccoli proprietari terrieri. Marthe visse in un ambiente familiare semplice. Il padre, pur seguendo le idee del momento, non si oppose mai alla vita religiosa della figlia. Libero pensatore, lasciava che Marthe frequentasse il catechismo per la Prima Comunione e poi la Cresima. Aveva un carattere autoritario, per cui spesso era anche violento. La madre, donna socievole, era molto criticata dai suoi concittadini, perché ritenevano che Marthe fosse figlia illegittima, in quanto la madre aveva avuto una relazione con un cugino del marito. Joseph perdonò la moglie e riconobbe Marthe come sua figlia. La coppia ebbe sei figli: Celina, Maria Gabriella, Alice, Enrico, Clementina ed infine Marthe. L’unico fratello viene descritto come un uomo ombroso, sempre in silenzio, che si suiciderà nel 1951. La famiglia venne provata duramente nel novembre del 1903 per una febbre tifoidea che colpì la piccola Clementina portandola alla morte e costringendo Marthe per venti mesi a letto visitata continuamente dal dottor Modrin di Hauterives. Questa malattia segnò fortemente il fisico della Venerabile Serva di Dio che durante l’infanzia sarà sempre soggetta alla bronchite.

Frequentò le scuole nel primo ciclo di istruzione con difficoltà. Iniziò il catechismo per la formazione alla Prima Comunione che sarà per la piccola il primo contatto con il Signore. La quotidianità di Marthe in quegli anni è segnata dal lavoro nei campi, nel governare gli animali domestici e nel visitare i propri cugini e cugine in un clima di spensieratezza e di gioia semplice. Durante l’estate del 1918, all’età di 16 anni, iniziò ad avvertire un malessere con febbre forte, vomito e dolori alla testa. I dottori Pangon e Allemand diagnosticarono un tumore cerebrale, per cui il sacerdote amministrò il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Il primo pensava anche che fosse una forma di epilessia, ma la Venerabile Serva di Dio non si mordeva la lingua, né emetteva urina. Lo stato di incoscienza durava poco e ricordava tutto.

Si riprese per poche settimane, poi piombò in uno stato letargico tanto che i suoi familiari paragonavano questa forma al sonno. Nel luglio 1919 si aggravò ancora di più: cattiva digestione, i muscoli contratti e la stessa vista si abbassò di molti gradi, per cui fu costretta a restare nella sua camera semi buia. I dolori alla testa non la abbandoneranno mai, soffrendo indicibilmente. Nel 1922 anche le gambe si gonfiarono e provocarono molti dolori. Quando non era aggredita da questi sintomi, si dedicava a cucire, a ricamare e a fare lavori domestici. Nell’estate del 1921 andò in pellegrinaggio ai santuari di Châtenay e di Hauterives. Ci fu un nuovo periodo di crisi tra il 1927 ed il 1928. Anche le braccia furono soggette a paralisi progressiva. La diagnosi fu di encefalite, probabilmente, la forma denominata di von Economo, colui che la descrisse per la prima volta. L’infiammazione riguardava tutti i centri nervosi, per cui aveva prodotto le paralisi agli arti inferiori e superiori.

Durante lo sviluppo progressivo della malattia, ebbe la vicinanza del nuovo parroco Faure, un uomo dall’in­tensa vita spirituale che seguiva il modello del Santo Curato d’Ars. Ella lo scelse come suo direttore spirituale, anche se il sacerdote era consapevole del fatto che stava dinanzi ad una donna con una forte esperienza mistica. Il 15 ottobre del 1925 nelle mani di Padre de Bouchaud fece l’atto di abbandono seguendo la linea spirituale tracciata da santa Teresina di Lisieux. Nei lunghi giorni trascorsi a letto ebbe l’opportunità di leggere la vita e le opere della Santa Francese e la passione della Emmerich, in particolare i testi mistici presenti nella biblioteca parrocchiale. Poté conoscere la vita di Gemma Galgani e di Veronica Giuliani. Lesse il trattato sull’Eucaristia del Domenicano Bernadot.

P. Faure chiese aiuto ad esperti nella materia mistica, per cui consultò P. Betton, professore di filosofia versato nella teologia mistica. Fu il primo sacerdote che tentò di analizzare le sue espe­rienze descrivendole e denominandole. Il gesuita Valensin dettagliò maggiormente l’esperienza mistica della Venerabile Serva di Dio, paragonandola a Santa Caterina da Siena. All’opposto Mons. Saudreau, guida spirituale delle Suore del Buon Pastore, fautore delle discussioni sulla mistica, da una foto di lei affermò che era presa dall’orgoglio, per cui non era una vera mistica.

Dal 1930 si iniziò a notare sul dorso delle mani, sui piedi e al capo i segni di una stigmatizzazione. La Venerabile Serva di Dio nel suo Diario spirituale si soffermò sul significato della configurazione a Cristo sofferente. L’esperienza di unione alle piaghe di Cristo provoca nel suo cuore dolore e dolcezza. Lo stesso Gesù le chiedeva di essere come lui. Tutti i venerdì del­l’anno visse la Passione di Gesù, particolarmente nel tempo quaresimale e pasquale. Nel 1942 vi fu un rapporto scientifico sul fenomeno della stigmatizzazione da parte dei dottori Dechaume e Ricard che videro le piaghe sanguinanti. P. Marcel e P. Finet molte volte hanno assistito all’esperienza della Passione di Cristo nel corpo della Serva di Dio. Si intensificarono negli anni anche altri fenomeni mistici, quali le visioni oculari e intellettuali. L’oggetto di tali fenomeni sono particolarmente Gesù e la Vergine Maria, nonché San Giovanni e San Francesco, che la condurranno ad una piena coscienza dell’unione a Cristo sofferente.

In quegli anni si faceva strada anche una progressiva comprensione della missione a cui Dio chiamava la Venerabile Serva di Dio. Già dal 1930 annotò nel suo Diario che Dio desiderava fare di lei un Foyer di luce e di amore. La rivelazione chiara e decisiva è del 1933.

L’opera incominciò proprio a partire dal suo letto di dolore, una scuola di figlie che si potevano formare all’amore di Cristo. Chiamò tale fondazione Foyers de Charité. I primi passi furono incerti. Confidò la sua idea ad un’amica, Emilie Blanck che, a sua volta, desiderava dare vita ad un’opera per la diffusione del Sacro Cuore di Gesù. La Blanck abbandonò il suo progetto e si unì alla costituzione de le Foyers de Charité. L’originalità dell’opera che il Signore aveva ispirato fu esplicitata e realizzata dal canonico Finet. La scuola che la Venerabile Serva di Dio stava ideando nel suo paese doveva essere sotto il patrocinio della Vergine Maria dal titolo Mediatrice di tutte le grazie. Il quadro commissionato fu portato proprio da G. Finet che incontrò così per la prima volta la Robin. Le difficoltà degli inizi non mancarono, in quanto il Finet apparteneva alla diocesi di Lione, il cui Cardinale Gerlier mostrò da subito delle riserve e delle perplessità sul fatto che il canonico dovesse discernere i fatti mistici della Serva di Dio. Inoltre doveva risiedere nella sua diocesi, non potendo soggiornare lungamente nella città di Valence, guidata dal Vescovo Mons. Pic. Per la fondazione del Foyer e il discernimento dei fenomeni mistici furono inviati vari sacerdoti che sostennero l’analisi teologica prodotta da Finet. Nel contempo vari medici visitarono la Venerabile Serva di Dio, mostrando notevole interesse per la stigmatizzazione.

Nel 1936 Finet offrì i primi ritiri spirituali che andarono a costituire la struttura portante del Foyer, luogo in cui arde l’amore di Cristo. La formazione risultò il punto nevralgico per dare vita al primo gruppo costituito da Hélène Fagot e Marie-Ange Dumas. Il numero di bambini alla scuola aumentò notevolmente così anche la partecipazione ai ritiri. Anche le donne che volevano far parte del Foyer crebbero, per cui si rese necessario l’ampliamento della casa della Venerabile Serva di Dio e la costruzione di un nuovo edificio. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale le iniziative della Venerabile Serva di Dio continuarono, anzi ebbero uno slancio maggiore dato dal fatto che fu visitata dai maggiori esperti della teologia mistica. Il primo fu proprio P. Reginald Garrigou-Lagrange, professore all’Angelicum di varie discipline teologiche tra cui la teologia spirituale. Seguirono le visite del P. Paul Philippe e di P. Manteau-Bonamy, mariologo. Si interessò della vita della Venerabile Serva di Dio anche il filosofo J. Guitton, che scrisse una importante biografia sulla Robin. La sua casa divenne un luogo di incontro tra diverse personalità di ogni campo culturale e sociale, divenendo così un vero Focolare di carità. Non si andava a vedere qualcosa di strano o di miracoloso, ma chi viveva la gioia della presenza di Cristo. Dal 1948 i Focolari della carità si sviluppano in molte parti della Francia e del mondo, proponendo l’amore di Cristo come fonte di rinnovamento personale e sociale. Pur stando nel suo letto, partecipò intensamente alla crescita dell’Opera di Dio. Offrì le sue sofferenze per il rinnovamento della Chiesa durante il Concilio Vaticano II e per la crescita armonica della società, quando vi furono i grandi cambia­menti del ’68.

Le sue condizioni fisiche peggiorarono nel 1981. Il suo corpo era ormai totalmente debilitato: pesava circa 25-30 kg. Durante la notte del 6 febbraio Marthe Robin si unì a Cristo nell’eternità. Le sue esequie furono il segno che dalla sua stanza era sorto un nuovo movimento di spiritualità mondiale.

 

Iter della Causa

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Valence (Francia), dal 2 febbraio 1988 al 27 maggio 1996, con l’escussione di centodiciotto testi, dei quali cinquantadue ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 24 aprile 1998.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne l’11 novembre 2012, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono il cammino spirituale della Venerabile Serva di Dio, fondato sulla fedeltà alla volontà di Dio, che la condusse ad immedesimarsi progressivamente con Cristo Crocifisso. Fu consapevole di obbedire ad un misterioso disegno divino.

La vita della Venerabile Serva di Dio fu straordinaria, oltre che per i fenomeni mistici, soprattutto per l’impegno di generosa disponibilità a Dio ed al prossimo, pur nella dolorosa esperienza della malattia.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e  dei Vescovi

Si riunì il 21 ottobre 2014. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali e sui fenomeni mistici da lei vissuti. La virtù della fede segnò tutta la sua vita, vissuta nell’abbandono alla volontà di Dio e alla Sua Provvidenza. Nel suo cammino terreno, ed in particolare nelle situazioni più difficili, accettò con pazienza e fiducia la malattia che la colpì, trasformandola in un intimo processo di progressiva conformazione a Cristo e alla Sua Passione. Nella preghiera, inoltre, portava a Dio le sofferenze degli uomini e del mondo. L’eroica carità si mostrò nella grande attenzione che prestava alla sua famiglia, ai compaesani e a tutti coloro che andavano a renderle visita. Una premura particolare la ebbe per i poveri e i sacerdoti. La sua vita può essere considerata come una scuola della sofferenza e può servire come un utile modello cristiano per coloro che soffrono gravi handicap. Con la fondazione dei Foyers de Charité, la Venerabile Serva di Dio visse un “laicat consacré”, indicando la vocazione universale alla santità ed offrendo una credibile testimonianza della sua vocazione all’evangelizzazione del mondo.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza unanime affermativa