Causa in corso
Nicola Wolf
- Venerabile Servo di Dio -

Nicola Wolf

(1756 - 1832)

Venerabilità:

- 14 dicembre 2015

- Papa  Francesco

Laico e Padre di famiglia; la virtù della fede in lui si manifestò soprattutto nel carisma della guarigione dei malati mediante l’invocazione del Nome di Gesù. Egli pregava con i malati per il dono della fede e per eliminare quanto potesse ostacolarli a glorificare il Signore. Fu un marito amabile e attento, un padre premuroso e responsabile per i figli

  • Biografia
Considerato da molti come un padre della fede cattolica in Svizzera, si batté con la sua testimonianza contro il razionalismo illuminista

 

Il Venerabile Servo di Dio Nicola Wolf nacque il 1° maggio 1756 a Neuenkirch (Svizzera). Nel 1768, insieme alla famiglia, si trasferì nella fattoria di Rippertschwand, conducendo una vita scandita dalla preghiera e dal lavoro agricolo. Quando morì la madre, egli aveva diciassette anni. Un anno dopo, il padre sposò la vedova Anna Maria Müller Schmid, la quale aveva già quattro figli.

L’8 febbraio 1779, il Venerabile Servo di Dio sposò Barbara Müller, figlia della seconda moglie di suo padre. Con lei ebbe nove figli di cui quattro morirono in età infantile e tre figlie entrarono in convento.

Nonostante la scarsa formazione scolastica, limitata a due o tre inverni passati alla scuola parrocchiale, egli cercò sempre di approfondire le sue conoscenze tramite la lettura di libri, approfittando anche degli studi superiori dei due suoi fratelli. Comprendeva il latino e parlava un poco l’italiano. Aggiornatosi su questioni di agricoltura, divenne consigliere dei contadini della zona, ma i suoi interessi principali erano sempre rivolti alle questioni religiose. Oltre alla lettura di molti libri di contenuto spirituale e catechetico, egli cercò il contatto e il dialogo con sacerdoti per approfondire le sue conoscenze e la comprensione della fede.

Come suo padre, ricoprì diversi offici nel comune e nelle parrocchie. Cittadino rispettato e stimato, fu eletto due volte rappresentante del popolo in assemblee politiche di grande importanza. Nel 1798, fece parte dell’Assemblea Nazionale che elaborò una nuova costituzione democratica per il cantone di Lucerna. Nel 1803 fu eletto al Gran Consiglio di Lucerna durante il periodo della cosiddetta “mediazione”. Soffrendo a causa delle leggi che venivano emanate a scapito della religione e rendendosi conto che non poteva cambiare la tendenza della politica, il Servo di Dio diede le sue dimissioni dal Gran Consiglio.

Nel 1804, ebbe una straordinaria esperienza religiosa: soffrendo di un male fisico, egli invocò con fede il nome del Signore, per essere guarito, e fu subito esaudito. Tale avvenimento gli toccò l’animo in modo decisivo e determinò tutta la sua vita. Con intensa fede, egli pregava Dio per la gente sofferente che accorreva a lui, insegnava a pregare e applicava l’esorcismo in forma privata. In tantissimi casi ottenne delle guarigioni e la conversione o il rinvigorimento della fede delle persone.

Radunava, inoltre, intorno a sé settimanalmente un gruppo crescente di uomini al fine di pregare per le intenzioni a lui affidate, come anche per la Chiesa e la Patria.

Mentre tra il popolo cresceva la sua fama, i sacerdoti lo guardarono con diffidenza. Dopo averlo conosciuto personalmente, un numero considerevole di presbiteri iniziò a sostenerlo. Nel 1815, il Vicario Generale Apostolico Franz Bernhard Göldlin, a motivo di diverse accuse e diffamazioni contro di lui, gli proibì di “benedire ed esorcizzare”. Egli obbedì senza riserve al divieto. Tuttavia, l’anno seguente, su insistenza di vari sacerdoti, lo stesso Göldlin consegnò al Venerabile Servo di Dio un permesso scritto di esercitare il suo servizio di guarigione tramite la preghiera, sotto l’autorità dei sacerdoti locali, e attenendosi a quanto era proprio dei laici.

Esercitò il suo influsso anche nelle vicende politiche, soprattutto tramite un suo discepolo, contadino, diventato capo di un partito popolare con programma democratico, cattolico e conservatore. Come suggerito da egli, il Gran Consiglio di Lucerna rimosse gli ostacoli per richiamare i Gesuiti come educatori nelle scuole.

Nel settembre 1832, mentre si trovava nel Monastero Cistercense di Sant’Urbano, dopo una giornata piena di incontri con persone in cerca di aiuto, fu colpito da un ictus.

Morì, nello stesso Monastero, il 18 settembre 1832, a Sant’Urbano (Svizzera).

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Basilea (Svizzera), dal 14 novembre 1997 al 27 febbraio 1998, in otto Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali ed escussi tredici testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta dalla Congregazione con il Decreto del 12 novembre 1999.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 22 novembre 2005. A conclusione del dibattito, la risposta finale ai tre quesiti di rito, ossia sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativa.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 5 maggio 2015. I Consultori sottolinearono che l’esistenza del Venerabile Servo di Dio fu scandita dalla preghiera e dal lavoro agricolo. La Rivoluzione francese prima, e la sconfitta di Napoleone poi, ebbero un forte influsso anche nel territorio elvetico, provocando rilevanti cambiamenti culturali e politici. In tale contesto egli, cattolico militante, fu eletto per due volte come rappresentante del popolo all’Assemblea Nazionale Lucernese e ricoprì diversi incarichi in parrocchia.

Ebbe il dono delle guarigioni che mise a disposizione del prossimo. Oltre a dedicarsi intensamente alla famiglia e al Signore, si occupò dei fratelli in difficoltà.

Fu considerato da molti come un padre della fede cattolica in Svizzera. Si batté con la sua testimonianza contro il razionalismo illuminista. Seppe infondere la speranza e la fiducia nella preghiera e nel nome di Gesù.

Il carisma della guarigione si fondava sulla preghiera; egli invitava i malati a pregare insieme a lui. Non chiedeva mai nulla in cambio, anche quando si recava in posti lontani per assistere gli infermi. Fu uomo di grande carità con risvolti sociali e riuscì ad animare e diffondere la fede fondando dei gruppi di preghiera.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 17 novembre 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali, maturato durante un cammino di profonda crescita spirituale. La virtù della fede in lui si manifestò soprattutto nel carisma della guarigione dei malati mediante l’invocazione del Nome di Gesù. Egli pregava con i malati per il dono della fede e per eliminare quanto potesse ostacolarli a glorificare il Signore. Dall’amore grande per il Signore, scaturiva anche la sua carità verso il prossimo, a cominciare dalla sua famiglia: fu un marito amabile e attento, un padre premuroso e responsabile per i figli.

L’espressione eroica della carità si manifestava anche nel suo instancabile e gratuito servizio ai malati e ai sofferenti. Praticò con singolare costanza la virtù della prudenza, basata sull’autonomia di discernimento e di azione.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.