Causa in corso
Raffaele da Sant’Elia a Pianisi (al secolo: Domenico Petruccelli)
- Venerabile Servo di Dio -

Raffaele da Sant’Elia a Pianisi (al secolo: Domenico Petruccelli)

(1816 - 1901)

Venerabilità:

- 06 aprile 2019

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, sacerdote secondo il cuore di Cristo e frate cappuccino autentico, pregava e faceva penitenza, vivendo in pienezza la donazione di sé a Dio dispensando, nel nascondimento e nella gioiosa disponibilità, i doni ricevuti dal Signore

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Aprendosi all’azione della grazia, seppe leggere con intenso sguardo di fede gli eventi che caratterizzarono il suo tempo nei piccoli centri del Meridione

 

    Il Servo di Dio Raffaele da Sant’Elia a Pianisi (al secolo: Domenico Petruccelli) nacque a Sant’Elia a Pianisi (Campobasso, Italia) il 14 dicembre 1816. Frequentando il locale convento dei Frati Cappuccini maturò la vocazione francescana e, nel 1834, fu ammesso al noviziato di Morcone. Fece la professione il 10 novembre 1835. Per continuare il cammino formativo, fu inviato in vari conventi e, il 29 marzo 1840, fu ordinato sacerdote a Larino. Trascorse i primi anni di sacerdozio a Torremaggiore e a Serracapriola dove, oltre agli impegni comunitari e apostolici, si preoccupò di approfondire la sua formazione teologica, soprattutto in vista del ministero delle confessioni. Nel 1852 venne assegnato al convento di Morcone come vice-maestro dei novizi e, per un breve periodo, anche come maestro. Dal 1857 al 1865, fu a Campobasso, nel convento di S. Maria della Pace.

    Dopo l’unificazione d’Italia, in seguito alle leggi di soppressione che ne incamerarono i beni, i Frati Cappuccini furono dispersi. Il Servo di Dio, dal 1865 al 1886, fu a Sant’Elia a Pianisi, insieme almeno ad un altro confratello, come “rettore” della chiesa conventuale e “custode” del convento. Con la riorganizzazione della provincia religiosa dei Cappuccini, il Servo di Dio nel 1886 fu nuovamente assegnato alla comunità del noviziato di Morcone in qualità di vice-maestro e padre spirituale straordinario dei novizi. Nel settembre 1900, ricostruito il convento di Sant’Elia a Pianisi, accogliendo le numerose richieste dei concittadini, il Servo di Dio vi fu nuovamente assegnato.

    Aggravandosi le condizioni di salute, che gli impedirono anche la celebrazione della messa, morì a Sant’Elia a Pianisi (Italia) il 6 gennaio 1901.

    Il Servo di Dio fu un testimone coerente della sequela Christi secondo il carisma cappuccino, osservante della Regola e obbediente alla Chiesa. Rimasto fedele alla sua vocazione, per venti anni circa, a causa della soppressione degli Ordini religiosi in Italia, visse in modo quasi eremitico nel convento cappuccino del suo paese natio.

    Uomo riservato ed austero, era sorretto da una fede solida. All’interno dell’Ordine inizialmente si dedicò alla formazione dei giovani come maestro dei novizi. Poi, chiese umilmente ai Superiori di essere esonerato da questo incarico per vivere nel nascondimento. Si dedicò al raccoglimento e alla preghiera. Nonostante la sua timidezza, realizzò un proficuo apostolato, soprattutto nell’assistenza ai malati e ai moribondi e nel ministero del Sacramento della Riconciliazione, dove manifestava la misericordia del Padre e dava speranza ai penitenti. Seppe condividere le difficoltà della gente semplice, incoraggiandola alla luce della fede. Era chiamato da tutti “il monaco Santo”.

    Testimone autorevole della sua fama di santità fu San Pio da Pietrelcina.

 

 

 

BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS

Servi Dei

RAPHAËLIS A S. ELIA AD PLANISIOS

(in saeculo: Dominici Petruccelli)

Sacerdotis Professi

Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum

(1816-1901)

_________________________

 

DECRETUM  SUPER  VIRTUTiBUS

 

 

    «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggere» (Mt 11, 28-30).

 

    Immerso totalmente nella spiritualità francescana e fedele al carisma dei Frati Minori Cappuccini, il Servo di Dio Raffaele da S. Elia a Pianisi (al secolo: Domenico Petruccelli) seppe vivere con coerenza la sequela Christi, pur in un contesto di forti tensioni socio-religiosi quali erano quelle del Meridione italiano di fine Ottocento.

    Il Servo di Dio nacque il 14 dicembre 1816 a S. Elia a Pianisi (provincia di Campobasso, diocesi di Benevento) in una modesta famiglia profondamente cristiana. Al fonte battesimale ricevette il nome di Domenico. Era settimo di dieci figli, il padre Salvatore era agricoltore, la madre Brigida Mastrovita casalinga: soprattutto lei fu per i figli la prima educatrice che li crebbe ai valori della fede e a quelli civili e umani.

    Da ragazzo Domenico lavorò i campi e custodì i pochi animali di proprietà della famiglia, poi venne avviato ai mestieri di fabbro ferraio, calzolaio e sarto. Nel frattempo sbocciò nel suo cuore il desiderio di diventare religioso francescano. Il giovane maturò la sua vocazione frequentando i Frati Cappuccini del convento del suo paese, due dei quali saranno i suoi formatori nel cammino alla vita religiosa: il guardiano del convento, p. Dalmazio da Morcone, che sarà suo maestro di noviziato e sua guida spirituale fino a quando, nel 1856, sarà nominato vescovo di Bova in Calabria, e p. Agostino da Morcone che riceverà la vestizione e la professione del Servo di Dio.

    Per alcuni anni il padre si oppose alla sua vocazione religiosa, permettendogli solo di ricevere l’alfabetizzazione da qualche frate e altri pochi insegnamenti dal sacerdote del paese. A diciotto anni Domenico ricevette finalmente il permesso paterno di lasciare la famiglia e nel novembre del 1834 entrò nel noviziato di Morcone. Il 10 novembre vestì l’abito dei Frati Minori Cappuccini e ricevette il nome di Raffaele. Dopo l’anno di noviziato, il 10 novembre 1835 emise la professione religiosa.

    Affrontò gli studi in preparazione al sacerdozio in modo piuttosto frammentario, a causa della complessa situazione della Provincia cappuccina di S. Angelo e anche per difficoltà legate alla sua salute: fu prima nel convento di Agnone, poi in quelli di Trivento e di Serracapriola, quindi a Bovino e infine a Larino, dove frequentò alcune lezioni alla scuola del seminario diocesano. Fu ordinato sacerdote il 29 marzo 1840 nel convento di Larino; completò il settennio di studi frequentando alcuni corsi tenuti dai Gesuiti nel seminario di Benevento e nel convento di Torremaggiore, e si dedicò alla predicazione in vari conventi della Provincia di S. Angelo.

    Nel 1852 venne destinato al noviziato di Morcone, prima come vice maestro e poi come maestro, ufficio al quale rinunciò appena dopo un anno, rimanendo nella comunità senza la diretta responsabilità sui novizi. Nel 1857 venne incaricato del servizio religioso nell’ospizio della Madonna della Libera in Campobasso, ex monastero dei Celestini, e qui si dedicò per otto anni alla direzione spirituale, al servizio liturgico e all’assistenza dei moribondi.

    Dopo l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia, in conseguenza delle leggi di soppressione degli Istituti religiosi, il Servo di Dio dovette lasciare il suo ufficio e nel dicembre del 1866 si recò nel suo paese natale, dove ebbe il permesso di risiedere come rettore della chiesa e custode del convento di S. Elia, insieme ad un altro confratello. Per vent’anni Padre Raffaele si dedicò al ministero sacerdotale come confessore, consigliere e direttore spirituale di tanti fedeli, perseverando nel suo stile di vita religiosa con lo stesso zelo che aveva avuto prima della soppressione. Nel 1886 poté rientrare nel ripristinato convento di Morcone, dove ricoprì la carica di vice maestro dei novizi; qui egli rimase come padre spirituale straordinario e come presenza esemplare di vita religiosa anche quando, nel 1892, il noviziato passò sotto la Provincia cappuccina toscana.

    Sacerdote secondo il cuore di Cristo e frate cappuccino autentico, pregava e faceva penitenza, vivendo in pienezza la donazione di sé a Dio dispensando, nel nascondimento e nella gioiosa disponibilità, i doni ricevuti dal Signore. Aprendosi all’azione della grazia, seppe leggere con intenso sguardo di fede gli eventi che caratterizzarono il suo tempo nei piccoli centri del Meridione, dove annunziò il Vangelo con la parola e soprattutto con la sua testimonianza personale. In modo particolare la virtù della mansuetudine segnò la sua vita, lasciando un ricordo vivo e profondo nella popolazione.

    Nel settembre del 1900, ormai anziano e malato, fu trasferito nel convento del suo paese, dove trascorse gli ultimi mesi di vita edificando i fedeli che lo avevano ripetutamente richiesto fra loro. Morì piamente la sera dell’Epifania, il 6 gennaio 1901. Fu sepolto nel cimitero del suo paese, accompagnato una folla di popolo che già da tempo lo venerava come “il monaco santo”.

    Perdurando la fama di santità, il 16 marzo 1950 si celebrò la prima sessione dell’Inchiesta Diocesana presso la Curia Arcivescovile di Benevento. Dopo un periodo di sospensione, la Causa riprese con un’Inchiesta diocesana suppletiva che si tenne dal 17 aprile 2003 al 23 marzo 2006, la cui validità giuridica fu riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 15 febbraio 2008. Preparata la Positio, si è discusso secondo la consueta procedura se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 13 febbraio 2018 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 2 aprile 2019, presieduta da me Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Raphaelis a S. Elia ad Planisios, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congre­gationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 6 mensis Aprilis a. D. 2019.

 

Angelus Card. Becciu

Praefectus

 

                                    + Marcellus Bartolucci

                                    Archiep. tit. Mevaniensis

                                    a Secretis