Causa in corso
Serafina Cinque (al secolo: Noemy)
- Venerabile Serva di Dio -

Serafina Cinque (al secolo: Noemy)

(1913 - 1988)

Venerabilità:

- 27 gennaio 2014

- Papa  Francesco

Suora professa della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo; la sua personalità amabile e forte si coniugò mirabilmente con una profonda spiritualità e diede origine ad uno stile di vita traboccante di amore e coinvolgente. La sua opera umanitaria si fondava su una chiara esperienza di fede

  • Biografia
Nel carisma delle Adoratrici del Sangue di Cristo, aveva trovato un clima pienamente confacente al proprio progetto spirituale, da realizzare con semplicità, purezza e disponibilità alle esigenze materiali e spirituali del suo popolo

 

La Venerabile Serva di Dio Serafina Cinque (al secolo: Noemy) nacque il 31 gennaio 1913 a Uricurituba, sul Rio delle Amazzoni. Figlia di una famiglia italiana, al fonte battesimale ricevette il nome di Noemy. I genitori erano benestanti, perché, pur presenti da poco sul territorio, erano diventati i più grandi produttori di cacao di tutta la valle amazzonica. Ricevette un’ottima educazione cristiana, culturale e civile nel Collegio delle Suore Dorotee di Manaus, dove frequentò quattro anni di scuola primaria e da cui venne allontanata dal padre per avere ella espresso il desiderio di diventare religiosa. Terminò gli studi nella scuola pubblica e si diplomò insegnante di scuola elementare.

Le venne subito affidato l’insegnamento all’interno della foresta e, dopo due anni, a Manaus. Qui lavorò in vari Istituti fino al 1946, quando partì per gli Stati Uniti d’America insieme alle suore Adoratrici del Sangue di Cristo, venute nel frattempo per esplorare la possibilità di avviare una missione nella valle amazzonica. Infatti, il suo desiderio di diventare religiosa non era mai tramontato. In quel periodo, anzi, tanto da studentessa quanto da insegnante, ella dedicava molto tempo alle attività parrocchiali, alla catechesi, a varie associazioni. Si interessava ai poveri e ai malati della città e, per meglio aiutarli, conseguì il diploma di aiutante-infermiere.

Finalmente la Venerabile Serva di Dio fu in grado di poter emettere i voti, assumendo il nome di Serafina. Le fu affidato il difficile compito di far riconoscere dallo Stato le scuole delle Suore Adoratrici; ma, per la sua professionalità in ambito infermieristico, suor Serafina divenne punto di riferimento anche per le donne in attesa del parto. Negli ultimi sedici anni della sua esistenza (1971-1987) venne destinata ad Altamira - Parà, per l’insegnamento nella scuola serale degli adulti e per l’assistenza dei malati nell’ambulatorio diocesano gestito dal Vescovo, Missionario del Preziosissimo Sangue.

In questo periodo il territorio fu segnato da un avvenimento di straordinaria ricaduta sociale: la costruzione della strada Transamazzonica. Tale progetto suscitò in migliaia di nuclei familiari il sogno di una vita migliore, per cui molti vi si trasferiscono. Qui, però, si trovarono di fronte a difficoltà insuperabili, abbandonati a se stessi, destinati a morte sicura. Suor Serafina offriva loro aiuto e ricovero e iniziò una vita da mendicante, per cercare denaro per medicine, cibo e indumenti.

Con crescente disponibilità, la gente si lasciò commuovere da questa suorina tanto gracile, piena di tenerezza per il prossimo in situazioni sub-umane. Suor Serafina indusse il Vescovo a costruire una casa di accoglienza per i più bisognosi, soprattutto per le donne provenienti dalla foresta dopo giornate di canoa o con mezzi di fortuna, per partorire nella struttura ospedaliera di Altamira. Questo si poté avverare solo nel 1984, usando nel frattempo altre strutture sempre inadeguate.

La sua personalità amabile e forte si coniugò mirabilmente con una profonda spiritualità e diede origine ad uno stile di vita traboccante di amore e coinvolgente. La sua opera umanitaria si fondava su una chiara esperienza di fede, già acquisita in famiglia nell’infanzia e divenuta sempre più incontro personale con Cristo, alimentata dalla Parola di Dio, dalla preghiera e dalla partecipazione all’Eucaristia. Nel carisma delle Adoratrici del Sangue di Cristo, aveva trovato un clima pienamente confacente al proprio progetto spirituale, da realizzare con semplicità, purezza e disponibilità alle esigenze materiali e spirituali del suo popolo. In ogni circostanza ella non mancava mai di trasmettere il messaggio evangelico, sia da fervente catechista in parrocchia sia come fondatrice e animatrice di diverse associazioni ecclesiali, sensibile educatrice di migliaia di alunni, instancabile serva dei poveri e degli infermi.

Verso la metà dell’anno 1987, mostrò i segni di un cancro ai gangli linfatici, che l’allontanerà da Altamira e nel giro di un anno, costellato da grandi sofferenze fisiche, ella terminerà la sua esistenza terrena.

Morì a Manaus il 21 ottobre 1988.