Causa in corso
Teresa Veronesi
- Venerabile Serva di Dio -

Teresa Veronesi

(1870 - 1950)

Venerabilità:

- 17 dicembre 2022

- Papa  Francesco

Suora professa della Congregazione delle Suore Minime dell’Addolorata; dedicò la vita all’educazione dei bambini e dei giovani secondo il carisma delle Minime dell’Addolorata e gli insegnamenti di San Giovanni Bosco. Grazie alla sua apertura allo Spirito, unì l’apostolato cristiano alla promozione umana, nel contesto socio-culturale in cui visse

  • Biografia
La sua carità e il suo coraggio rifulsero quando salvò la vita di un partigiano e quando osò protestare di fronte ad episodi drammatici, come la fucilazione di tre partigiani

 

La Venerabile Serva di Dio Teresa Veronesi nacque il 28 settembre 1870 a San Ruffillo (Bologna, Italia). Nel 1876, con la famiglia, si trasferì a Recovato di Castelfranco Emilia (Modena). Mentre frequenta la scuola, nel 1883, a Riolo, conobbe il nascente Istituto delle Suore Minime dell’Addolorata che Santa Clelia Barbieri aveva fondato due decenni prima. Nel 1887, a Le Budrie di San Giovanni in Persiceto, fu accolta nell’Istituto dalla Venerabile Serva di Dio Madre Orsola Donati. Il 24 maggio 1888 iniziò l’anno di Noviziato al termine del quale emise i voti religiosi privati. La sua prima attività fu quella di catechista nella Parrocchia delle Budrie. Nel 1890 venne trasferita nella Comunità di Castelfranco Emilia, dove le Suore promuovevano una scuola di studio e di lavoro.

Il 7 aprile 1897 emise la professione temporanea e, nello stesso anno, ricevette l’incarico di maestra elementare.

Due anni dopo, venne trasferita a Bentivoglio, a dirigere l’Asilo. Dopo una breve esperienza come Superiora dapprima a San Ruffillo e poi nello Studentato della Congregazione a Bologna, nel 1908 venne trasferita nell’Asilo di Sant’Agata Bolognese, dove svolse il servizio di Superiora e Direttrice dell’Asilo Infantile.

Il 10 novembre 1929, presso la Casa Madre a Le Budrie, con tutte le responsabili dell’Istituto, emise la professione perpetua.

Durante il primo Capitolo Generale della Congregazione, nel 1931, fu designata quale Esaminatrice dei conti e, nel 1934, subentrò, come Consigliera Generale, ad una consorella defunta. Il 2 luglio dell’anno successivo, durante il secondo Capitolo Generale, venne eletta Consigliera Generale, incarico nel quale fu confermata sino alla sua morte.

Nel 1944, quando le truppe tedesche requisirono i locali dell’Asilo, ella riuscì a far in modo che i bambini continuassero a frequentare l’asilo e le tredici Minime dell’Addolorata potessero svolgere la propria missione.

Colpita da emorragia cerebrale, morì il 16 maggio 1950 a Sant’Agata Bolognese (Italia).

La Venerabile Serva di Dio dedicò la vita all’educazione dei bambini e dei giovani secondo il carisma delle Minime dell’Addolorata e gli insegnamenti di San Giovanni Bosco. Grazie alla sua apertura allo Spirito, unì l’apostolato cristiano alla promozione umana, nel contesto socio-culturale in cui visse.

Il suo amore per gli altri, si manifestò in particolare sia nell’essere stata più volte rieletta Superiora in diverse comunità per la stima e apprezzamento di cui godeva fra le consorelle, come anche quando salvò un bambino che stava per annegare, gettandosi in acqua senza esitazione.

Dimostrò straordinaria dedizione, saggezza ed equilibrio. Si impegnò nella formazione giovanile curando la scuola di lavoro per le ragazze, l’aggregazione dei giovani attraverso iniziative ricreative, la catechesi e, in particolare, la promozione vocazionale. Quest’ultima attività fu coronata da successi sia con vocazioni femminili alla vita consacrata, sia con vocazioni al sacerdozio.

Affrontò con fortezza le difficoltà, come quando comparvero sui muri del paese scritte ingiuriose contro di lei. Lo stesso Consiglio comunale le espresse solidarietà ricordando l’abnegazione costante, la materna premura, il delicato spirito religioso e umano con cui si era sempre prodigata. Sia durante la prima guerra mondiale che durante la seconda, l’impegno della Venerabile Serva di Dio e delle consorelle fu ammirevole nel sostenere la popolazione affranta, con le famiglie divise, gli uomini al fronte, le donne costrette ai lavori più duri, i bambini privi di assistenza.

Ospitò i seminaristi dopo il bombardamento del Seminario di Bologna e quando le SS occuparono gran parte dei locali dell’Asilo, ella, con la sua affabilità, ottenne di continuare ad accogliere i bambini e i malati che accudiva con le sue suore con premura materna. La sua carità e il suo coraggio rifulsero quando salvò la vita di un partigiano e quando osò protestare di fronte ad episodi drammatici, come la fucilazione di tre partigiani.

Nel dopoguerra maturarono i frutti dell’intenso lavoro: l’Istituto ospitava centinaia di alunni in un ambiente decoroso e attrezzato per le molteplici attività.

La fama di santità, presente già in vita, è rimasta costante nel tempo, soprattutto all’interno dell’Istituto, unita ad una certa fama signorum.